Capitolo 3.

48 9 3
                                    

Così i mesi passarono, e, seguendo il consiglio di papà, rischiai sì di diventare matta... Però ne valse davvero la pena. Il Prof Fields nell'ultima lezione di recupero era al settimo cielo...

"Bravissima! Davvero, i mei complimenti"

"Grazie" Sorrido imbarazzata.

Con il tempo, avevo imparato a guardarlo, a conoscerlo. E capii che era un ragazzo davvero sensibile e premuroso, molto espressivo.

Si capiva dal suo sguardo che cosa volesse comunicare: se fosse insicuro ma voleva fare qualcosa e si tratteneva, se ci era rimasto male per qualcosa... E in genere cercavo sempre di farlo aprire un po', per vedere se si fidasse di me. Sentivo che c'era qualcosa, lui era diverso da tutti gli altri... Lo era davvero. E la cosa mi intrigava non poco: dovevo vedere che cosa fosse.

"È mai stato innamorato, Prof?" Domando a un certo punto. Lui si blocca, guardandomi negli occhi.

Troppo diretta. Cazzo... Dovevo prenderla per il giro largo come fa lui.

"Scusa?" Fa finta di non aver compreso.

"Nulla" Mi ritiro sperando di venire inghiottita dalla terra come Dr. Faustus mentre maledico me stessa.

"Sì" Risponde dopo qualche minuto trascorso in silenzio. "Tu?"

Sospiro ripensando a Matteo.

"Sì" Faccio sbrigativa.

"Hai presente il modo di dire non puoi tirare indietro la mano dopo aver scagliato la pietra?" Sorride.

"No" Rispondo con un sorriso fintissimo quanto il suo per non dargli soddisfazione.

"Però la frecciatina è arrivata, visto il tuo comportamento" Sorride beffardo posando il quaderno sulla cattedra.

"Mi scusi?" Lo guardo con aria interrogativa.

"Te lo devo proprio dire?" Ridacchia riponendo il libro nella valigetta.

"Dire cosa?" Continuo non capendo, incrociando le braccia sul petto.

"Fai così quando viene toccato un tasto dolente. Si chiama orgoglio, ed è una brutta bestia..." Mostra un sorrisetto provocatorio.

"E lei ne parla così perché ne sa qualcosa?" Lo imito.

"Purtroppo sì, solo che a differenza di qualcuno io non ho problemi ad ammetterlo...Ma non ti preoccupare, questa si chiama consapevolezza. Proviene dalla maturità, che si acquisisce con il tempo!" fa con aria da saccente.

"Non esiste cosa più triste della consapevolezza" ribatto seria.

"E perché mai?" Ora sembra stupito. "È molto utile invece! Dovrebbe servire a non fare errori!"

"Sì..." Sospiro. "Quando scoprii che il mio ex, dopo due anni e mezzo di relazione, mi tradiva con quella... Non posso fare nomi che viene ancora in questa scuola quella... Brutta persona, la consapevolezza sa dove mi portò?"

"Dove?" Si avvicina.

"A realizzare che la storia era finita, e con lei anche una parte della mia vita.

Prof, io non so se sappia cosa voglia dire, ma mi auguro di no... Non lo augurerei neanche a quella" Tiro su col naso, tentando di ricacciare le lacrime che pian piano stanno venendo a galla. "Non voglio fare pietà alla gente, perciò non mi racconto mai... Però nessuno ha una vita facile, e per certi versi la mia non lo è stata. Non in senso economico, lì non mi è mai mancato niente..."

"In senso affettivo" Dice lui, e lì scoppio a piangere.

"Ehy..."

È a disagio. Non sa che dire. Io vorrei smetterla, ma quando si parla di Matteo non ragiono più.

Romantic LoveWhere stories live. Discover now