tormento

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Neanche  una settimana dopo mi sembrava di conoscere tutti i nuovi arrivati, soprattutto Twice, da una vita; non solo perchè fosse particolarmente gentile o si desse da fare per aiutare tutti, ma anche per via del suo carattere molto aperto; non si fece scrupoli neanche a condividere una cosa privata e importante come il trauma legato al suo quirk, solo perchè temeva che ci sarebbe potuto essere di intralcio non saperlo.
Ci conosceva da pochissimo ma già ci era fedele come a dei compagni di vita, e la cosa un po' mi spaventava: allo stesso modo in cui poteva essere colpa del fatto che avesse letteralmente avuto a che fare solo con sé stesso negli ultimi anni, cosa che rendeva quasi ogni sua relazione come quella di un bambino che non sa nulla del mondo; poteva anche essere dovuto al fatto che in realtà fosse solo una spia, non molto capace, che cercava di convincere le persone a fidarsi.
Proprio per questa paura molti dei membri più cauti, come Dabi o Tomura, si mostrarono molto più diffidenti con lui che con chiunque altro membro, compresa la lucertola inutile ( e non lo dico per qualche forma di odio o discriminazione, ma perchè non era letteralmente in grado di fare nulla, che fosse a livello fisico o mentale, stava con noi solo perchè credeva fossimo seguaci di Stain).
Un po' mi dispiaceva per lui, dato che qualcosa mi diceva che, in realtà, si comportasse così perchè davvero non sapeva in che altro modo interagire con noi.
Anche Toga parve pensarla come me, infatti eravamo quasi sempre insieme a lui, anche perchè, essendo noi due gli unici a combattere corpo a corpo, potevamo allenarci solo combattendo e i suoi doppioni ci erano particolarmente comodi.

Un'altro elemento interessante era Mustard, il ragazzino era senza dubbio il più giovane tra di noi, probabilmente frequentava ancora le medie, anche se non ci disse mai nulla su di lui.
In tutta la settimana in cui lo avevo conosciuto non mi capitò mai di vederlo allenarsi in qualcosa di fisico, in compenso lo trovavo spesso a sparare, e devo ammettere che era veramente bravo, non mi pare di averlo mai visto mancare un colpo, anche con i bersagli in movimento; probabilmente se entrasse alla UA diventerebbe il beniamino di Snipe.
Un giorno lo beccai mentre si stava allenando e decisi di menzionare la cosa.
-wow, hai davvero un'ottima mira- dissi ma non parve neanche sentirmi, o forse si limitò ad ignorarmi.
-se mai dovessi entrare alla UA sicuramente Snipe pretenderebbe di allenarti personalmente.- quasta volta ottenni una reazione, si girò di colpo e mi fulminò con lo sguardo.
-per quale motivo dovrei entrare in una scuola per eroi? Non è abbastanza chiaro il motivo per cui mi trovo qui?-
-non intendevo che dovresti diventare un eroe, non so che considerazione hai di me ma ti assicuro che non sono così stupido- replicai sarcastico mentre lui affilava lo sguardo, cercando di capire dove volessi arrivare.
-ciò che intendo è che non sappiamo quanto questa battaglia possa durare e potrebbe andare avanti oltre il mio diploma, in tal caso alla lega farebbe comodo un'altro infiltrato; per non parlare del fatto che, con un insegnate come si deve, aumenteresti in modo impressionante le tue capacità.-
-cosa intendi con "oltre il mio diploma" mi staresti dicendo che tu vai alla UA?- chiese e quasi non scoppiai a ridere.
-non lo sapevi? scusa ma non hai visto il festival sportivo? lo hanno visto quasi tutti-
-no, quest'anno ho avuto altro da fare- si limitò a rispondere.
-e nel caso non penso mi sarei ricordato di te- spocchioso ragazzino...
-ne dubito dato che sono arrivato primo alle prime due prove e terzo all'ultima- finalmente parve interessarsi a me e la smise di guardarmi con superiorità.
-oh, quindi suppongo che tu non sia solo un raccomandato alla fine- concluse, probabilmente riferendosi alla mia parentela con Shigaraki.
Quelle poche parole scambiate mi fecero capire che, a discapito delle capacità, quel moccioso ne aveva parecchia di strada da fare prima di poter battere qualcuno; l'arroganza in questi ambiti è solo che dannosa, specialmente se affiliate a capacità sotto le propri aspettative.
Feci per andarmene ma, prima di uscire, gli ricordai della proposta, ottenendo la promessa di pensarci.

Un'altra cosa che segnò la settimana fu l'imparare a conoscere le mie emozioni per un certo bicolore: capì che arrossire e sentirmi a disagio avendolo di fianco non era dovuto alla timidezza come con tutti gli altri, e che pensare che fosse carino non fosse un pensiero da "sono così fiero di essere amico di un ragazzo così bello" ma da "cavolo...voglio baciarlo"; imparai che le farfalle nello stomaco che provavo vicino a lui erano ben diverse da quella sensazione di paura e inadeguatezza che mi facevano sentire le altre persone, e che il caldo che normalmente l'ansia mi faceva provare, come un monito che mi ricordava di essere inferiore e malvoluto, con lui si manifestava al massimo come affluso eccessivo di sangue alle guancie.
Notai inoltre dei comportamenti da parte sua a cui prima non facevo caso, che mi fecero in qualche modo sperare di essere ricambiato, nonostante cercassi di non illudermi.
Tuttavia non riuscì a non notare il leggero rossore, appena accennato, sulle sue guance quando mi sporgevo a indicare un esercizio sul libro, o una fulminea occhiata, tanto veloce da farmi pensare ogni volta di averla immaginata, che rivolgeva a chiunque mi si avvicinasse troppo o mi facesse anche il minimo complimeto, alla stregua di "oggi I tuoi capelli sono meno scompigliati del solito".
Ma continuavo a cercare di convincermi che fosse la mia testa a farmi brutti scherzi, "altrimenti li avrei notati anche prima" mi dicevo, per tenere basse delle aspettative che, nonostante i miei sforzi, crescevano ad ogni suo piccolo gesto.

villain per amore Where stories live. Discover now