villain per amore

Ben fatto

prima di tutto, vi chiedo scusa per l'assenza ridicolmente lunga, è un periodo piuttosto brutto, non mi sembra il caso di specificare ma in generale non avevo la motivazione necessaria a scrivere qualcosa di decente.
comunque tutto ciò per dire che è davvero tanto che non tocco la storia e potrebbero esserci degli erreri a livello di trama, chiedo scusa in anticipo al riguardo e spero che non causi troppi problemi.

mi lasciai cadere a peso morto sul letto, sopraffatto da un numero impensabile di nuove emozioni che non pensavo fossi capace di provare, mentre nella mia mente rivivevo il pomeriggio appena passato; mi sembra impossibile pensare che solo questa mattina la vendetta era l'unica cosa che avevo in mente, impossibile che, meno di 2 ore fa, pensavo che guardare la faccia terrorizzata di Kacchan fosse la cosa che più desideravo a mondo.
Ora ho scoperto una felicità ben più forte e profonda che non si nutre di odio ma di amore, non avrei mai pensato che qualcosa potresse farmi sentire così felice, eppure eccomi quì, a rivedere nella mia testa ogni secondo quel bacio.

Ma la felicità non durò quanto sperato perchè presto si insinuarono dei dubbi.
Come potrebbe reagire se gli parlassi dei villain, cosa penserebbe sapendo che ho ucciso qualcuno, e che non me ne sono pentito neanche per un secondo?
E, soprattutto, mi odierebbe se scoprisse quanto a lungo ho saputo la verità du Dabi senza dirgli nulla?
Sarebbe davvero capace di capire le mie motivazioni e perfino abbracciarle, o scapperebbe terrorizzato?
Forse potrei riuscire a convincerlo se avessi abbastanza tempo ma questo vorrebbe dire praticamente rapirlo, e non so se me lo perdonerebbe.
Magari spiegandogli tutto fin da subito e lasciandogli varie libertà la prenderebbe meglio, potremmo lasciargli fare tutto tranne che uscire o contattare gli altri e potrei parlare con lui all'inizio e poi fargli decidere quando riprendere la conversazione...
In effetti probabilmente avrebbe paura di me dopo la spiegazione, ma se si decidesse a parlarmi e notasse che sono uguale a come mi conosce lui potrebbe convincersi; potrei poi davvero provare a fare leva su suo padre per spiegarli il marcio della società e come ho deciso di estirparlo, in fondo anche lui ha capito che qualcosa non va, devo solo mostrargli il rimedio e potrebbe capire.

Inoltre una delle basi della manipolazione è far credere che sia tutto una propria scelta quindi, anche se odio l'idea di fare qualcosa del genere, nel caso fosse spaventato, posso aspettare finchè non deciderà lui di parlarmi, così si sentirà più a suo agio, sentendo la situazione nelle sue mani.
Probabilmente, se gli lasciassi pensare che l'idea di parlarmi sarebbe stata sua, sentirebbe di essere lui in controllo e sarebbe più aperto al dialogo e meno vigile.
Purtroppo non ho modo di sapere la sua reazione a qualcosa del genere, non potrei mai avere precedenti su cui basarmi per sapere cosa aspettarmi; tutto quello che posso fare è stargli vicino il più possibile fino a quel momento, mostrandogli la mia idea di vendetta e giustizia attraverso un velo di zucchero, così che, una volta disfatta del guscio, gli paia più familiare e meno spaventosa.

Mi tira su di scatto, contemporaneamente abbattuto dai mille dubbi che ciò che stavo facendo portava e motivato a fare del mio meglio per far funzionare il piano.
Diedi un'occhiata veloce all'orologio e, notando che fosse ancora presto, mi diressi alla lega per comunicare a Dabi che presto mi avrebbe dovuto sopportare come membro della sua famiglia.

-Buon giorno signori assassini- quasi urlai entrando nella base tirando letteralmente un calcio alla porta per aprirla.
Mi guardarono tutti preoccupati, come a chiedersi chi fossi e cosa ne avessi fatto del loro compagno, tranne uno, dato che ,come sempre, doveva fare il duro, quindi il fiammifero si limitò a fare un gesto infastidito verso di me, ma sta volta ero intenzionato a mantenere il buonumore.
-Dai, ti sembra il modo di trattare il tuo futuro cognato?- gli chiesi, avvicinandomi.
All'inizio mantenne il tono scocciato ma, non appena realizzò cos'avevo appena detto, si voltò di scatto e mi guardò come se avessi appena detto che uscivo con suo fratello...ok, forse lo avevo detto.