1.15 Dancing on the edge

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"Siamo d'accordo?", ripeté Swan di fronte alla sua immobilità e al suo silenzio.

Raven si riscosse dal suo ragionamento e si affrettò ad assentire.

"Se Phoenix accetterà...", cominciò.

"Phoenix accetterà".

La voce di Ailleann li sorprese alle spalle e li obbligò a girarsi verso il cottage. La sua figura sottile quasi si perdeva nel vano della grande porta a vetri, eppure Raven stimò in un solo sguardo che quella donna sarebbe stata capace di sorreggere l'intera casa sulle proprie spalle. Quel pensiero gli trasmise un sollievo inspiegabile e profondo. Un soccorso che non pensava di poter ricevere in quel momento, quando ogni possibile passione sembrava intenzionata a minare le sue certezze.

Si sforzò di recuperare la sua abituale compostezza e si concentrò su Ailleann, provando a cancellare Swan dalla scena. Si staccò da lei e si diresse verso l'altra donna, assumendo l'aria più seria e contrita di cui era capace.

"Ailleann, mi dispiace davvero. Non era mia intenzione metterti in difficoltà".

Lei lo interruppe con il semplice gesto della mano.

"Non è successo nulla che non possa essere risolto con un po' di buona volontà. Prima o poi lui capirà. In realtà ha già capito, è solo dura da digerire. Sa perfettamente che hai ragione, ma gli è difficile ammetterlo. Sai com'è fatto".

Raven sorrise lievemente e annuì. In effetti, in tutti quegli anni, Ailleann aveva sempre mostrato di avere quel bizzarro potere su di lui: gli infondeva sicurezza quando dubitava, e dubitare era qualcosa che gli faceva particolarmente paura.

In quell'occasione tuttavia, dopo averlo scrutato per qualche istante, lei sembrò voler smorzare in parte il suo sollievo.

"Non ti aspettare grande collaborazione da parte sua. È già tanto che abbia detto sì, alla fine".

"Me lo farò bastare", assentì Raven con il tono di chi è disposto a promettere qualsiasi cosa.

"Dovrai farlo davvero. In questi anni, Phoenix ha sempre voluto credere che fosse tutto passato, che ci si potesse lasciare Fulham alle spalle, anche se in realtà la nostra vita dipende esclusivamente da loro. Io, però, non mi sono mai fatta illusioni. Ho sempre pensato che, un giorno o l'altro, sarebbero venuti a presentarci il conto. Nessuno ti regala mai niente".

La sua voce era tirata, venata di preoccupazione, ma il viso di Raven si distese ugualmente in un'espressione serena, mentre i suoi occhi si appoggiavano su di lei.

"Hai ragione. Considera, però, che anche loro hanno un paio di conti da pagare", rispose pacato.

La donna chinò lievemente il capo e lo scosse appena, rivelando in quel movimento quanto fosse in realtà disillusa su quel punto.

Una figura silenziosa si materializzò sulla scena e avanzò sull'erba molle senza che né Raven né Swan la notassero, concentrati com'erano sulla reazione di Ailleann.

"Conti da pagare, sì. E in sospeso da troppo tempo, aggiungerei", completò Eagle, fermandosi accanto a lei e sfiorandole il braccio con un gesto di affettuoso conforto.

Alla vista dell'amico, il cuore di Raven ebbe un sussulto, che soffocò immediatamente. Se fosse arrivato appena cinque minuti prima, sarebbe riuscito a mantenere integra la sua facciata di calma costruita? O sarebbe crollata assieme alla sua coscienza che già scricchiolava pericolosamente?

"Ti stavo cercando", scandì Eagle puntando lo sguardo su di lui, anche se fu subito chiaro che intendeva rivolgersi a tutti i presenti. "Volevo dirti che ho deciso di non partire per il momento".

Laminae [SEQUEL di OPERA]Where stories live. Discover now