2.10 Back to black

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"Allora, cerchiamo di fare il punto della situazione".

Raven sventagliò di fronte a sé un mazzo di carte e si sedette al tavolino della terrazza. Estrasse alcune lame dai Tarocchi e cominciò a disporle ordinatamente sul centro della superficie di vetro che lo separava da Eagle. Questi spostò la sedia e si avvicinò, sporgendosi per poter osservare meglio la sequenza di immagini colorate.

"Gli Arcani sono citati in ordine, dal X al XXI", proseguì l'altro, "quindi sembrerebbero indicare un percorso preciso, non una lettura casuale".

"Partiamo dagli elementi che riusciamo a decifrare", ribadì Eagle sfiorando le carte con le dita.

"La prima frase sembra riferirsi al passato", cominciò Raven. "Giove, La Ruota della Fortuna... è l'Uroboro, è l'Opera. Phoenix non poteva saperlo allora, ma per noi è già accaduta".

"Però sottolinea che in ogni fine è racchiuso un inizio, quindi ci sta parlando di cosa sarebbe potuto succedere dopo, giusto?".

L'altro annuì.

"La seconda frase, infatti, sembra una raccomandazione", concordò. "La Forza è un attributo del Fuoco, quindi potrebbe riguardare il nostro attuale Phoenix, e l'Appeso... be', per l'alchimia è il Sale della Terra, quindi...".

Lasciò cadere la frase senza completarla e Eagle prese a torturarsi il mento con la punta delle dita.

"Se Phoenix avesse scoperto qualcosa, qualche Protocollo della Congrega riguardo ai Custodi, e avesse cercato di informarci? Avrebbe senso, no? Avrebbe senso anche che loro...".

Quella volta fu lui a interrompersi. L'altro sollevò lo sguardo e lo inchiodò con le sue iridi di metallo.

"Che loro lo abbiano fatto fuori?".

Eagle trattenne il respiro e non rispose. Raven si lasciò sfuggire una risatina amara.

"Non riesci nemmeno a dirlo, eppure sai che è possibile. Sei più vicino al vero tu di chiunque di noi. Il messaggio è chiaro: perfino il nostro sacrificio per portare a compimento l'Opera non sarà considerato sufficiente se ci allontaniamo troppo dalle richieste e dalla volontà della Congrega. Da quando ha messo piede a Fulham, il nostro focoso Phoenix non si è dimostrato esattamente un agnellino. Non hanno mai saputo contenerlo, fin dal principio. Solo che prima dell'Opera gli era necessario, mentre adesso... Non mi sorprenderebbe se la fretta che hanno di trovargli un pezzo di ricambio sia dovuta alla decisione di liberarsi definitivamente di lui".

Un velo di tristezza si distese sugli occhi dell'altro Custode.

"Pezzi di ricambio. Dici sempre così. Non potresti trovare qualcosa di più... umano?".

"Non c'è niente di umano", replicò Raven inflessibile.

A Eagle non restò altro da fare che rassegnarsi di fronte a quella sentenza tanto definitiva.

"A questo punto", concluse, "se hanno potuto farlo allora, non vedo perché non potrebbero rifarlo adesso. Soprattutto appena avranno la certezza che Charles può prendere il suo posto".

Per alcuni, interminabili minuti, nessuno parlò. I due ragazzi rimasero a fissare le figure complesse disposte sul tavolo, senza osare scambiarsi lo sguardo. Poi Raven sospirò, si drizzò sulla sedia e si sforzò di proseguire in quella lettura.

"La lama della Temperanza dovrebbe riguardare te. In fondo sei tu che passi la vita a tenere in equilibrio l'Acqua e il Fuoco. Quello che è scritto dopo, però, è parecchio confuso".

Per un istante le sue dita passarono sopra la nera figura del Diavolo. Un fremito gli attraversò il cuore e gli salì alla gola, e lui dovette sforzarsi per contenerlo, per non mostrarlo.

Laminae [SEQUEL di OPERA]Where stories live. Discover now