2. «Prima o poi crollerai»

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' S L E E P L E S S without you '

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' S L E E P L E S S
without you '

Jungkook richiuse il libro di anatomia funzionale con un tonfo. Era stanco e non vedeva l'ora di prendersi un caffè per tirarsi un po' su, così uscì dall'enorme aula universitaria gremita di studenti, ma nel farlo si scontrò con qualcuno.
Quel qualcuno aveva i capelli color menta, i lineamenti duri e gli occhi affilati come due lame. E aveva il nome di Min Yoongi, più comunemente rinominato dal minore come 'Hyung scassapalle'.

Jungkook abbassò quasi d'istinto il capo, in procinto di scusarsi per lo scontro. Tuttavia quando notò quelle sneakers colorate ai piedi, rialzò il volto di scatto e sorrise raggiante come se tutta la spossatezza di pochi minuti prima, fosse improvvisamente svanita.

"Hey Hyung!!" Trillò Jungkook, scuotendo l'amico per le spalle con fin troppo entusiasmo. "Yah, giù le mani. Lo sai che il contatto fisico indesiderato mi urta." Sottolineò il maggiore, inarcando un sopracciglio, a tratti disgustato da quel contatto. Yoongi era un suo compagno di corso universitario, si erano conosciuti al primo anno dopo una rissa finita male nel parcheggio e adesso erano inseparabili. Jungkook aveva imparato a conoscerlo e nonostante avesse quella sorta di scudo duro e impenetrabile sul viso, era una persona molto premurosa e si prendeva cura a modo suo dei propri cari.

"Dove andavi così di fretta? E' per caso successo qualcosa?" Il minore sorrise di soppiatto. Eccolo, il Min Yoongi che si preoccupava e a tratti diventava paranoico. "No Hyung, andavo a prendermi un caffè, tutto qua." Lo rassicurò Jungkook, e nel farlo si passò il dorso della mano sugli occhi. Sembrava davvero esausto.

"Quella merda del tuo capo ti ha fatto lavorare dinuovo fino alle tre, non è così? Giuro che passo di lì e-" Yoongi iniziò a gesticolare, visibilmente irritato e l'altro lo bloccò immediatamente. "Calmati Yoon, lo sai che quel lavoro mi serve...non sarei qui e non potrei comprarmi questi maledetti libri tra le altre cose, altrimenti." Il minore indicò lo zaino che portava in spalla, contenente tutto il materiale fottutamente costoso che richiedeva quel corso di medicina generale. Yoongi sospirò scompigliandosi i capelli colorati. "Lo so ma prima o poi crollerai, Jungkook." Il bruno abbassò lo sguardo, afflosciando le spalle. Sapeva che Yoongi aveva perfettamente ragione ma non aveva altra scelta.

Due ore e mezza dopo, Jungkook era tornato finalmente a casa.

Lasciato il mazzo di chiavi sul mobiletto all'entrata, era poi entrato in cucina. Sua madre aveva appena finito di lavare i piatti e lui sorrise nell'osservare la figura della donna, che stanca si destreggiava per mantenere un minimo di ordine e pulizia in quella casa in cui vivevano in tre da praticamente tutta la vita.
Il padre di Jungkook non esisteva, o meglio, aveva abbandonato lui, suo fratello e sua madre per rifarsi una vita con un'altra donna. Una più giovane, dall'altra parte del mondo.

Una parte di Jungkook lo odiava, perchè per colpa sua avevano vissuto male e con difficoltà, costringendolo a rimboccarsi le maniche fin da molto piccolo per dare un aiuto a suo fratello malato e a sua madre.
"Mamma, sono tornato." Pronunciò, fingendo di essere appena arrivato quando invece era rimasto per dieci minuti buoni ad osservare la donna. Quest'ultima si voltò immediatamente, accogliendo il figlio con un sorriso raggiante, seppur con quella costante nota di malinconia sul volto sciupato anche per via degli anni che cominciavano a sommarsi tra loro.

"Kookie, tesoro. Com'è andato il corso di stamattina? Hai gli occhi piccoli piccoli..." Disse sua madre, avvicinandosi a lui. "Tutto regolare, come sempre. Joonwoo è pronto? Non possiamo fare tardi all'incontro." Rispose, prendendo un bicchiere dalla credenza per poi riempirlo d'acqua fredda. "Hyung!!! Sono qua, sono pronto! Mi sono addormentato di nuovo." Suo fratello sbucò dal corridoio zoppicando, mentre con entrambe le mani cercava di infilarsi una scarpa.
Jungkook e sua madre scoppiarono a ridere a quella vista, quasi inteneriti dalla goffaggine del più piccolo della famiglia. "Bene, andiamo, o faremo tardi! Forza."Jungkook baciò sua madre sulla fronte e spinse il fratello fuori di casa per poi fare il giro dell'auto e mettersi alla guida in direzione della capitale.

Ormai era un appuntamento fisso, due volte alla settimana.

Il fratello di Jungkook soffriva di un raro disturbo del sonno più comunemente chiamato 'la sindrome di kleine-levin'. Ne era affetto da quando aveva più o meno quindici anni e non esisteva ancora nessuna cura effettiva. Dicevano che con il passare degli anni si sarebbe affievolito in autonomia, tuttavia c'erano periodi in cui la situazione si aggravava e non poco. Tutto era cominciato quando una mattina presto, Jungkook lo aveva trovato addormentato sugli scalini del vialetto di casa. Dormiva profondamente e nonostante non fosse ferito in nessun modo, Jungkook e sua madre si erano preoccupati tantissimo.
Pareva svenuto, a tratti morto, sebbene respirasse. Lo avevano portato di corsa all'ospedale perchè non riuscivano a farlo svegliare in nessuna maniera e dopo una miriade di controlli, esami e venti ore contate sull'orologio appeso in quella sala d'attesa fredda e bianca, Joonwoo aveva finalmente aperto gli occhi.

I medici dicevano di non capire come potesse aver sviluppato quella sindrome tanto rara quanto bizzarra. Poteva trattarsi di un fattore genetico, un trauma cranico o qualsiasi altra cosa. Il trattamento era altrettanto complesso, venivano utilizzati dei farmaci psicotropi per controllare i sintomi e in ogni caso l'unica strada percorribile sarebbe stata quella della psicoterapia con uso di tecniche cognitivo-comportamentali.

Suo fratello era spesso di cattivo umore, a sprazzi diventava violento e dormiva in continuazione per ore. Altre volte invece non riusciva a dormire ed era iperattivo. Non poteva guidare o fare attività normali come tutti, e Jungkook se ne prendeva cura da sempre, fin da quando era molto piccolo.

Perchè c'era chi dormiva troppo e chi non dormiva affatto.

Il sogno di Jungkook era sempre stato quello di diventare un medico, di curare e aiutare le persone più deboli e in difficoltà. Stava studiando per diventarlo e la notte lavorava come cameriere in un locale per pagarsi gli studi e una parte della terapia molto costosa di Joonwoo.
Tante erano le volte in cui si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se suo padre fosse stato presente, se non li avesse abbandonati quando lui aveva solo cinque anni e suo fratello a malapena uno. Se fosse stato lì a sostenere sua madre quando piangeva chiusa a chiave in bagno perchè rimasta sola e abbandonata con due figli da portare avanti, da accudire, da amare.
Si sentiva carico di problemi, carico di preoccupazioni e di dolore perchè un ragazzo di soli ventiquattro anni dovrebbe divertirsi.

Dovrebbe amare ed essere amato.

Lui amava la sua famiglia o quel che ne restava e avrebbe fatto di tutto per mantenerla in piedi.

Tutto il necessario.

Così incassava tutto, ogni colpo, ogni pugno e ogni parola di troppo che suo fratello sputava inconsapevolmente. Non era colpa sua se si ritrovava in questa condizione di estremo disagio e finché ci sarebbe stata anche solo una piccola briciola di speranza, lui avrebbe stretto i denti e sarebbe andato avanti.

ANGOLO AUTRICE

Capitolo breve ma pieno di informazioni sulla vita/famiglia di Jungkook.
Che ne pensate? Volevo farvi avere un'idea più o meno limpida anche della realtà in cui vive ed esiste il Jungkook di Sleepless Without You. Vi anticipo già che nel prossimo capitolo ci sarà il primo incontro taekook ed è in assoluto uno dei miei capitoli preferiti 🤭🤭

Mi raccomando, se avete domande o considerazioni personali, commentate o scrivetemi in privato ❤️

Grazie per il supporto, come sempre.

Ros.

Sleepless Without You | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora