16. «Incubo o realtà?»

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' S L E E P L E S Swithout you '

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' S L E E P L E S S
without you '

ANGOLO AUTRICE:
Mi dispiace per il ritardo...sto passando un periodo un po' strano 🥲 l'ispirazione va e viene, chi scrive lo sa meglio di me. L'angst avrà una fine, lo giuro! Il punto è che non so quando nemmeno io 😂
Grazie in anticipo per il supporto!!

Love u.

Ros.

Il salone appariva stranamente calmo, soprattutto ordinato. Nessun piatto o bicchere rotto, nessun mobile rovesciato. Il pianoforte intatto. La famiglia Park ne aveva cambiati diversi nel corso degli anni, proprio perchè Taehyung non aveva scelta se non scagliarsi ogni dannata volta su tutto ciò che lo urtava, sia fisicamente che mentalmente. Erano anni che odiava e non toccava quell'ammasso di legno lucido incastrato tra i tasti bianchi e neri ed era stato liberatorio poter suonare di nuovo, una sorta di sfogo finalmente ritrovato e che temeva di aver perso per sempre tra le pieghe della sua mente contorta.

Taehyung si era appisolato alle prime luci dell'alba, dopo una notte passata a fissare strane ombre seduto sul divano. Aveva consumato tutto il whiskey presente nel mobiletto dei liquori e si era diretto a passi incerti e malfermi al piano di sopra, lasciando il pianoforte aperto e alla luce del sole. Luccicava tanto, forse troppo, tanto che fissandolo fu costretto a socchiudere gli occhi. Salì le scale piano piano, trascinando i piedi uno sopra l'altro e finì di fronte alla stanza di Jimin. Una dolorosa stilettata gli trafisse il cuore per metà e una mano si strinse debolmente sul tessuto leggero della maglietta che indossava. Magari sarebbe morto d'infarto, non si sarebbe di certo lamentato. Poteva essere una punizione adatta a lui, ma ancora una volta non sarebbe bastata. Non c'era niente che gli bastava in quella vita.

Aprì la porta con estrema lentezza e si soffocò tra le lacrime, deglutendo con forza. Quelle quattro mura erano intrise dal profumo di Jimin, ogni cosa lo era. Il letto e le lenzuola perfettamente rifatte. L'armadio con dentro i suoi vestiti. La scrivania su cui passava la maggior parte del tempo a studiare per l'università. La calcolatrice gigante che Taehyung gli aveva regalato per il suo ventesimo compleanno per prenderlo in giro. Jimin era davvero bravo nel suo lavoro e nonostante Taehyung lo deridesse spesso, in realtà la sua era tutta ammirazione travestita e adesso avrebbe tanto voluto dirglielo, confidarsi. Perchè suo fratello gli mancava da morire. Ogni cosa all'interno di quella stanza era al proprio posto in maniera impeccabile, come se non ci avesse mai abitato nessuno. E Taehyung ebbe il fortissimo impulso di dare fuoco a tutto quanto, di distruggere ogni cosa di fronte a lui. Perchè ancora una volta, si odiava e ormai era diventata un'abitudine per lui. E le abitudini si sa, sono difficili da sradicare quando piantano le unghie dentro di te.

Aprì il grande armadio con forza e agguantò la prima cosa che trovò tra le sue mani. La felpa verde che Jimin usava sempre per andare ad allenarsi in palestra. La strinse a sè e le sue narici vennero invase dal profumo dolce del più basso. Quell'odore era talmente forte che Taehyung fu costretto a voltarsi. Lo era così tanto che al corvino parve di averlo accanto. Ma non c'era nessuno in quella stanza oltre a lui.

Sleepless Without You | TaekookWhere stories live. Discover now