5. «Occhi grandi, rotondi»

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' S L E E P L E S S without you '

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' S L E E P L E S S
without you '

Quella mattina Jungkook aveva dato un esame molto importante ed era nervoso, perché non passarlo sarebbe stato piuttosto deludente e controproducente.
Tuttavia era distratto, non faceva altro che pensare a quella notte a lavoro in cui aveva fatto la conoscenza - se poteva essere definita in tal modo - di quel cliente, forse abituale, fin troppo strano e scontroso. Sembrava odiare il mondo. E Jungkook continuava a domandarsi come facesse a conoscere il suo cognome. Se stesse bene.

Per quale motivo il suo cuore appariva spezzato ma lo nascondeva con ogni mezzo?

Oppure, perché aveva sentito la necessità di bere talmente tanto da riempire il bancone di bicchierini puzzolenti? In qualche modo, quel ragazzo dai capelli ricci, bassi a ombreggiargli la fronte, aveva attirato la sua attenzione e la sua mente non riusciva a reprimere quella immagine. Probabilmente perché fin da piccolo aveva sviluppato una sorta di affetto incondizionato per chiunque si sentisse triste o stesse male, era per questo che aveva deciso di diventare un medico. E in qualche modo, il suo obiettivo di vita era diventato quello di aiutarlo, sebbene non sapesse il suo nome, seppur non sapesse letteralmente niente di lui.

"Kook-ah," Era la terza volta che Yoongi lo chiamava. Jungkook distolse lo sguardo dalla grande vetrata illuminata di quel locale in cui avevano deciso di fermarsi per pranzo, incrociando finalmente gli occhi assottigliati del menta. "Si può sapere che ti prende oggi?" Gli chiese stizzito, chiudendo il menu con fare irritato.

"Scusa Hyung...è che sono sicuro di aver fatto un casino all'esame. Tutto qua." Gli spiegò Jungkook sbuffando, giocherellando con gli angoli plastificati del tavolo. La verità era un'altra.

"Jungkook, tu ami ciò che studi. Inoltre sei sempre impeccabile in ogni prova, chiunque capirebbe che questa è la tua vocazione." Sottolineò il maggiore, richiamando la cameriera con un gesto fulmineo della mano. Jungkook era silenzioso, non parlava com'era solito fare e Yoongi sapeva che l'esame era solo una scusante. Tuttavia ordinarono i rispettivi piatti e fortunatamente dopo poco, cominciarono a mangiare senza troppi intoppi.

Quando arrivò l'ora del dolce, Yoongi parlò di nuovo. "Tuo fratello come sta? La terapia procede?" A quel punto, Jungkook sembrò tornare in sé e lo guardò negli occhi pulendosi la bocca con un tovagliolo. "Per i soldi che costa, fortunatamente funziona. Non essendoci cure vere e proprie, era l'unica soluzione possibile, ma questo già lo sai. Per il resto lui è okay...ha sempre i soliti sbalzi di umore ma è normale." Rispose il minore, gesticolando. Yoongi sapeva tutto, ma sapeva anche che quella vita stava lentamente esaurendo il suo migliore amico e ogni giorno sperava potessero esserci dei miglioramenti più importanti.

"Mhmh-" Il menta annuì, mordicchiandosi i bordi delle dita. "E il lavoro come sta andando? Il tuo capo fa sempre la testa di cazzo?" Si informò poi, passandosi le dita tra i capelli.

"Bene, come al solito...lo sai che per il momento non posso perderlo. Almeno non fino a quando terminerò gli studi." Ribadì il minore, conoscendo il punto di vista alquanto contrario dell'altro. Yoongi aveva ragione, ma non poteva permettersi di perdere quell'entrata di soldi, lo pagavano piuttosto bene e negli ultimi tempi era difficile che un cameriere potesse guadagnare discretamente.

"Kook, lo capisco...ma guardati. Hai due occhiaie terribili e dovresti riposarti. La tua vita è un continuo affanno tra gli studi, il lavoro e tuo fratello." Disse serio Yoongi, ricevendo uno sguardo stanco e sconfitto da parte dell'altro.
Per un po' rimasero in silenzio con solamente la musica del locale a fargli da compagnia, poi Jungkook decise di vuotare il sacco.

"Hyung, ho conosciuto un ragazzo strano l'altra sera a lavoro...è questo che mi rende irritabile e distratto...mi ha fatto correre da un lato all'altro del locale come un idiota e poi per sbaglio ho fatto cadere a terra tutti i bicchieri e-gli ho rovinato i pantaloni bianchi che indossava e poi lui mi ha detto-" Jungkook dovette bloccarsi perché Yoongi aveva strabuzzato gli occhi, sollevando poi una mano in aria a mo' di stop.

"Frena, frena, frena." Il menta si pizzicò il ponte del naso con il pollice e l'indice.
"In che senso gli hai rovinato i pantaloni? Hai dovuto risarcirlo? Cristo santo-"

Jungkook gli raccontò tutto per filo e per segno e l'altro stette ad ascoltarlo attentamente anche se ogni tanto inarcava il sopracciglio infastidito. Yoongi odiava la gentaglia altezzosa che sbatteva in faccia la propria ricchezza in quel modo.
Tuttavia dovette ammetterlo, era incuriosito, perché Jungkook grazie al suo lavoro conosceva tantissime persone e questa era la prima volta che qualcuno riusciva a turbarlo così tanto.

Alla fine il menta lo aveva rassicurato dicendogli di non pensarci più perché tanto non lo avrebbe più incontrato, era stato un caso, e che da quella gente era meglio star lontani.
Jungkook comprendeva l'amico, tuttavia era più forte di lui, non riusciva a svuotare la mente dai pensieri che riguardavano quello sconosciuto maleducato. Il suo viso era come un'istantanea incollata nel cervello impossibile da staccare, e più di tutto, da dimenticare.
Yoongi aveva ragione, sicuramente non l'avrebbe più rivisto per cui era inutile rimuginare su qualcosa di insensato.

Tuttavia, quando più tardi quella sera aveva iniziato il suo solito turno al locale, non c'era stata nessuna traccia di quel ragazzo. Neanche l'ombra.
Jungkook portava avanti e indietro le solite ordinazioni ai soliti tavoli e ogni tanto gli capitava di guardare quello sgabello in prima fila, di fronte e attaccato al lungo bancone di legno, oppure fissava il punto preciso dello scaffale in cui tenevano le bottiglie di tequila. Come mai lui non c'era? Forse non era un cliente abituale, e forse Yoongi aveva ragione. Non si sarebbero incrociati mai più.

Una manciata di ore più tardi, Jungkook percorreva la strada verso casa. Indosso, vestiti scuri. Una felpa con il cappuccio, le mani in tasca e la schiena rotta. Le mani tagliate dai i vetri e consumate dall'acqua gelida e i saponi che sopportava quando la sua mansione diveniva quella di un lavapiatti.

Non vedeva l'ora di tornare a casa, di cambiarsi i vestiti e dormire.

Mentre in un'altra casa, seduto ai piedi del letto e con una sigaretta incastrata tra i denti, Kim Taehyung era abituato a odiare la notte, a non dormire e soffrire. A impiegare il tempo in qualunque maniera possibile per non abbassare quelle dannate palpebre. A volte desiderava staccarsi gli occhi a mani nude per non soffrire più. Ma poi ci si metteva la sua mente e giocava con lui, gli schiantava addosso i ricordi, i rumori, gli odori. I rimorsi di una vita passata a replicare sempre la stessa scena, lo stesso finale tragico. E se ne stava lì, con un album da disegno appoggiato sulle gambe e questa volta non usava il compasso o la squadra. Non disegnava linee rette e angoli spigolosi. Non disegnava ciò per cui stava vivendo, e nemmeno ciò che lo aveva tenuto saldo alla realtà fino a quel momento. Non disegnava case o edifici.

No, questa volta disegnava qualcuno.
In particolare i suoi occhi.

Grandi, rotondi. Con il timore dipinto a mano all'interno.
E lo sapeva, anche quella notte non avrebbe dormito, ma almeno sarebbe stato capace di sognare ad occhi aperti e non accadeva da anni.

ANGOLO AUTRICE:
Eccoci ad un altro capitolo!
Che ne pensate? Domande? Dubbi?
Oggi pomeriggio ho finito la stesura del capitolo 13 (si lo so, avevo progettato di farla breve questa storia tipo 3/4 capitoli HAHAAHHAAH) che sfigata sono...
Comunque...SWY sta venendo fuori più crazy e devastante di quello che pensavo LMAO dunque vi prego assolutamente di tenervi forte. Plus, il character di Jungkook mi sta davvero tanto a cuore perché caratterialmente mi assomiglia tantissimo 🥹🥹 è una perlina !!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto 💜

Grazie per tutto.

Sleepless Without You | TaekookWhere stories live. Discover now