20. «Esci con me»

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' S L E E P L E S Swithout you '

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' S L E E P L E S S
without you '

Taehyung dovette pizzicarsi una coscia quasi tre volte per rendersi finalmente conto di come lui fosse lì. Di come lui fosse reale, proprio sotto al suo naso e non più solo il protagonista dei suoi strani sogni. L'ultima volta che si erano visti non era andata proprio bene. In realtà era stato un disastro di cuori martellanti ed emozioni rimaste imbottigliate per fin troppo tempo, ma Taehyung era stato chiaro. O almeno era convinto di esserlo stato, perché o era stato maledetto da qualcuno, oppure avrebbe dovuto accettare quella strana realtà che non sentiva propria. Di vederlo dappertutto, anche al buio, anche nei sogni, anche tra le pagine di Storia dell'Arte e per uno strano caso della vita, anche nel reparto di terapia intensiva, in quell'ospedale che ospitava e curava Jimin.

"Questo dev'essere uno scherzo..." Sussurrò Taehyung, convinto che l'altro non potesse sentirlo.

"Taehyung...cosa ci fai tu qui?" Il maggiore era confuso e d'istinto corrucciò la fronte com'era solito fare in situazioni che lo mettevano molto a disagio. L'altro strinse la mascella e tentò di distogliere lo sguardo ma non ci riuscì. Qualcosa di più forte glielo impedì e la verità era che avrebbe voluto accarezzare quelle rughe adorabili sulla sua fronte con le labbra, senza la possibilità di staccarsi mai.

"Potrei farti la stessa domanda, Jungkook. Ma credo che la risposta sia piuttosto ovvia dato ciò che indossi."

Il maggiore abbassò brevemente lo sguardo sulla targhetta attaccata al camice bianco e sorrise, volendo disperatamente trovare il sé stesso bambino per poterlo abbracciare e assicurargli di come i suoi sogni fossero finalmente sul punto di realizzarsi. Nonostante la sua vita andasse costantemente a rotoli, in quel momento era felice e per quanto gli ospedali fossero intrisi da quella sensazione dolce amara tra le vite che ogni giorno nascevano e quelle che invece se ne andavano, era felice. Felice di essere sulla strada giusta per rincorrere quel suo sogno che custodiva gelosamente fin da bambino. E allo stesso tempo agitato, in preda a una forte scossa di emozioni contrastanti. Perché per quanto potesse essere auto-distruttivo, mentre una parte di lui gli suggeriva di ignorare Taehyung, di allontanarlo dalla sua vita perché era negativo, perché non faceva bene alla sua sanità mentale già precaria, l'altra gli conficcava le unghie sulle spalle e lo spingeva sempre di più verso il precipizio che non era mai stato tanto attraente.

Jungkook si voltò, mordendosi il labbro inferiore per la frustrazione e cambiò con fare ormai esperto la flebo.

"Come stai?" Avrebbe voluto chiedergli tante cose e altrettante erano le cose che gli vorticavano nella testa in quel momento, tuttavia quelle due parole scapparono flebili e più coraggiose solamente perché gli stava dando le spalle. Scappare sarebbe stato senza dubbio più semplice, ma Jungkook aveva smesso di farlo da tempo. Dall'altra parte, Taehyung strabuzzò gli occhi e le sue mani cominciarono a tremare, già umide di sudore. Un lato di lui avrebbe voluto ridere a crepapelle fino a cadere dalla sedia su cui ora stringeva le estremità. Tra tutte le domande che avrebbe potuto fargli, perché proprio quella? Non ricordava l'ultima volta che qualcuno glielo avesse chiesto e sebbene risultassero due paroli semplici, ebbe la forza di ammettere a sé stesso quanto invece ne avesse avuto bisogno.

Sleepless Without You | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora