Ma papà

2.1K 98 51
                                    

- Ma papà...

- Lucia, quante volte te lo devo dire? Hai appena 14 anni, per la miseria!

- Ma tutte le mie amiche già escono la sera!

- E sentiamo, a che ora avrebbero il coprifuoco?

- All'una, a volte all'una e mez...

- Scherzi?! Figlia mia, ma tu sei matta! Non se ne parla assolutamente, non oggi almeno. Stanotte io e tua madre torneremo tardi da lavoro e tu starai con la nonna. Lei andrà presto a dormire, è anziana, lo sai, perciò non farla dannare. So che sai badare a te stessa, ma non essendo in casa, se ti succedesse qualcosa non so che farei. Sai com'è, di notte, in questo paese, con tutti i malintenzionati che ci sono in giro... Su, saluta tua madre, fra poco partiamo, o faremo tardi.



- Notte mamma...

- Notte piccola stella, vai a dormire presto, non mi deludere.



Deluderla. Queste erano le uniche parole che in un certo senso ti frenavano, eri sempre stata una ragazza ligia al dovere e obbediente; ma ormai avevi già preparato un piano per sfuggire al debole controllo della vecchia. Sarebbe andata a dormire come suo solito verso le 21, ma prima sarebbe passata in camera tua a controllare se tu stessi dormendo o parlando al cellulare con qualche compagna di scuola, magari mentre fingevi di star finendo un compito per il quale ci fosse il bisogno di un lavoro di coppia. A quel punto avresti aspettato silenziosa nel tuo letto una manciata di minuti e saresti sgattaiolata fuori dalla finestra del terrazzo nella stanza opposta alla tua, cercando di fare in modo che le porte non cigolassero e le maniglie non stridessero.

Sapevi di aver mentito ai tuoi, in realtà le tue amiche, Agnese e Perpetua in particolare, non sono mai tornate a casa così tardi, ma quel giorno era un giorno speciale,quel giornoi loro due lo avrebbero fatto, ti avrebbero seguito ovunque. 14 anni, l'adolescenza si sa, gioca brutti scherzi, e voi avevate un buon motivo quel giorno per trovarvi fuori dai vostri letti a mezzanotte inoltrata per le vie della periferia del paese.I ragazzi più grandi, 16 anni, per provocare il vostro gruppo di "bambine", come amavano chiamarvi, vi aveva proposto una sfida di coraggio per dimostrare che eravate "mature" per questo genere di cose. Più che una proposta era una mera provocazione. Avreste potuto rifiutare, sarebbe stata la scelta migliore probabilmente, ma anche la meno vantaggiosa, voi amavate quei ragazzi. Così grandi, così belli, avevate gli ormoni a mille ogni volta che li vedevate.

Renzo in particolare vi aveva lanciato la sfida. Quanto ti piaceva, lo sapevano tutti, d'altronde non riuscivi a celare il rossore che ti veniva in volto quando lui ti parlava. Renzo si era basato su una di quelle leggende popolari che circolano ancora per i paesi dell'entroterra lombardo, nel vostro caso, di alcuni avvenimenti strani che da sempre si tramanda che accadano nel vostro centro abitato. Secondo la storia che vi aveva raccontato, oltre la campagna si trovava un antico convento seicentesco con un ampio giardino ormai pieno di sterpaglie. Esso era abbandonato da oltre due secoli, tuttavia per qualche strana ragione aveva sempre destato un certo mistero per i paesani, tanto che i vecchietti cercavano sempre di cambiare argomento quando se ne parlava. Secondo la leggenda una volta varcatane la soglia si sarebbero potute sentire le voce delle anime purganti dei frati cappuccini che pregavano il rosario, le quali dopo che ci si fosse inoltrati all'interno della struttura aumentavano d'intensità sino a diventare agghiaccianti e strillanti litanie funerarie; pare infatti che i frati avessero compiuto un suicidio di massa impiccandosi, e che nella stanza centrale ci fossero ancora i cappi. Inoltre sembra che questi in determinate ore del giorno e della notte si appesantissero come se i corpi delle loro vittime fossero ancora appesi. Ora quel luogo si dice venisse utilizzato per riti di qualche setta satanica, o dai giovani per i loro giochi erotici.

CreepypastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora