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⚠️Prometto di darci un'occhiata domani mattina per correggere eventuali schifezze grammaticali, portate pazienza e in caso aspettate domani pomeriggio se preferite leggerlo senza erroracci.⚠️


-"Quanto credi che sia arrabbiato secondo te?" domandò la ragazza stringendosi al petto la scatola di gelato che si era fatta confezionare nella gelateria in cui si erano fermati prima di tornare a casa. Tutto d'un tratto si sentiva incredibilmente in colpa per essere uscita di casa senza dire nulla a Mikhail, lasciandolo con un messaggio vocale che non dava nessuna spiegazione su dove fossero. Gli aveva promesso giusto quella mattina di fare in modo di non essere più un peso per lui, di essere degna del titolo che ora ricopriva. Era la sua Compagna e doveva iniziare a prendere in considerazione anche tutto ciò che comportava.

Quando Dimitri aveva parcheggiato all'interno del garage privato della Villa , erano già le sette di sera e il sole pallido di gennaio era tramontato da un pezzo. Dopo essere usciti dal negozio di tatuaggi, si erano fermati a mangiare un gelato in una delle gelaterie più prestigiose di tutta New York, spendendo una cifra esorbitante per una pallina di nocciola.

Quando era più piccola non aveva mai avuto la possibilità di mangiarlo e, solo dopo essere diventata finanziariamente indipendente, si era potuta concedere un vasetto di Ben & Jerry ogni tanto, per festeggiare i suoi successi in solitaria o per affogare qualche dispiacere. Sicuramente suo padre non si era mai preso il disturbo di portarla al chiosco dei gelati del parco dietro casa quando era più piccola, lasciandola spesso senza nulla in frigo con cui potersi sfamare.

Un brivido le corse lungo la schiena al pensiero di quella che fino a poco prima era stata la sua vita. Le si strinse lo stomaco al ricordo della paura che le faceva tremare le gambe ogni qualvolta che doveva rientrare a casa, l'ansia di dover avere a che fare con quel mostro che avrebbe dovuto ricoprire una figura paterna e che invece non aveva fatto altro che arrecarle dolore, fisico e mentale. Che fine aveva fatto John? Ricordava ancora bene le parole di Mikhail quando l'aveva trovata in preda ad un attacco di panico a causa dei lividi che le macchiavano la pelle, rendendole impossibile dimenticare tutto quello che le era stato fatto.

"Deve morire." aveva detto e lo aveva fatto con una serietà di chi non avrebbe pensato ad altro fino al raggiungimento di quell'obbiettivo. Doveva parlare con Mikhail, anche perchè in pochi giorni avrebbe anche dovuto pagare la rata mensile del mostruoso debito di studio che aveva dovuto aprire per poter permettersi di frequentare l'università e che ancora gravava su di lei. Per non parlare dell'affitto e delle bollette. Quella consapevolezza le fece mancare l'aria, soffocandola con quella che in realtà era stata la sua quotidianità fino a poco prima. Che cosa le stava succedendo? Da quando era stata portata alla Villa aveva perso di vista tutti i suoi doveri che la tenevano ancora irrimediabilmente ancorata a quella vita che aveva tanto odiato.

Doveva parlare con Mikhail non appena ne avrebbe avvuto l'occasione.

-"Nah, basterà che tu gli faccia un po' di occhi dolci e vedrai che è tutto a posto" ridacchiò scompigliandole i capelli castani che aveva sciolto poco prima, probabilmente insicura se mostrare o meno il nuovo tatuaggio allo Zar.

Bugia più grande di quella non avrebbe potuto dirla. Mikhail sarebbe quasi certamente esploso. Odiava non essere messo al corrente delle cose che accadevano attorno a lui e il fatto di non aver risposto a nessuna delle quindici chiamate e degli infiniti messaggi che gli aveva mandato, lo aveva sicuramente mandato in bestia.

Guardò il riflesso della ragazzina al suo fianco nello specchio dell'ascensore e un sorriso gli si formò spontaneo sulle labbra. Le guance arrossate a causa delle basse temperature, le braccia esili che stringevano la confezione di gelato che aveva voluto portare a casa per suo fratello e le gambe fasciate dai jeans che si muovevano nervose, probabilmente al pensiero di dover affrontare Mikhail di lì a poco.

ZARWhere stories live. Discover now