18.

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Avrebbe giurato di non esserci rimasta male, di esserselo aspettato. Ma quel dolore lancinante al altezza de cuore tradiva il muro di finta indifferenza che aveva eretto una volta essersi svegliata all'interno di un letto ormai freddo, vuoto se non per la sua metà.

Aveva aspettato qualche minuto, cercando di ascoltare se dal bagno arrivasse il rumore dell'acqua scrosciante della doccia e dopo una buona mezzora si era arresa all'idea che non ci fosse nessun'altro oltre a lei. L'ultima speranza era svanita quando, dopo essersi guardata attorno, scostando addirittura i cuscini, non aveva trovato nessuna nota che giustificasse l'assenza di Mikhail dalla camera da letto.

Con un sospiro si era alzata andando verso il bagno per potersi risciacquare il viso. Era già tardi e la sera prima non era nemmeno passata a controllare come stesse Viktor. Si gettò dell'acqua fredda contro il volto ancora accaldato al ricordo di quello che era successo con Mikhail e si ritrovò a sorridere davanti al suo riflesso.

Sciolse i capelli e ci passò le dita in mezzo per poterli districare alla bene e meglio dai nodi che si erano formati durante la notte, scostandoli poi su una spalla per riuscire ad intravedere nel suo riflesso all'interno dello specchio il tatuaggio sulla nuca, ancora coperto dalla pellicola ma ben visibile sulla pelle candida. Erano poco più di tre centimetri ma il significato che gli attribuiva andava ben oltre quella minuscola porzione di pelle.

Sorrise per poi tornare all'interno della stanza per poter indossare quantomeno i jeans del giorno prima, in modo tale da non dover andare in giro solamente con i boxer di Mikhail a coprirle le gambe lunghe e pallide.

Arrossì al ricordo di come si era preso cura di lei, lavandola accuratamente e infilandole degli indumenti con cui poter dormire. Allargò il sorriso quando ricordò il gelato che avevano condiviso la sera prima, con il calore del corpo di Mikhail contro la schiena e le sue braccia ad avvolgerla. Quel momento le era sembrato così intimo e così speciale da averle fatto desiderare di vivere ogni sera della sua vita assieme a Mikhail in quel modo.

Le sarebbe piaciuto svegliarsi e trovare il suo corpo incastrato a quello possente dell'uomo ma evidentemente lui non era stato della stessa idea. Sospirò uscendo dalla stanza, infilando la maglia larga di Mikhail all'interno dei jeans cargo cercando di sembrare un minimo in ordine, e avviandosi infine verso la camera dove sapeva avrebbe trovato Viktor.

Non c'era nessuno per i corridoi della Villa, non una guardia né uno dei fratelli Petrov, e la cosa la lasciò leggermente perplessa. Non era più abituata al silenzio che invece regnava all'interno della sua vecchia casa, interrotto solamente dalle grida del padre e dalle voci che provenivano dalla televisione quando questa era accesa.

Bussò leggermente alla porta prima di entrare a seguito del comando fatto con tono apatico dall'altra parte della porta. Si affacciò con il viso prima di lasciare entrare anche il resto del corpo all'interno della stanza, accolta solamente da uno sbuffo da parte del ragazzino che se ne stava sdraiato sotto le coperte con la sua fedelissima console tra le mani.

-"Ciao"- sorrise la ragazza avvicinandosi al letto dove giaceva Viktor, non ricevendo alcuna risposta -"Come ti senti? Stai prendendo gli antidolorifici?"- domandò avvicinandosi con cautela.

Lo vide roteare gli occhi per poi riportarli al videogioco che sembrava impegnare le sue giornate durante tutta la sua convalescenza, senza degnarla di una risposta da parte sua.

Thalia storse il naso per poi chinarsi verso di lui, appoggiando le mani sulle cosce e sporgendosi in avanti con il busto -"Mi lasci dare un'occhiata alla ferita? Te la medico e cambiamo la fasciatura, poi se non ti fa piacere che io resti qui con te me ne vado"-. L'unica cosa che aveva ben chiaro era l'astio di Viktor nei suoi confronti e, dato che non sambrava tollerare la sua presenza più del dovuto, l'unica cosa che avrebbe potuto funzionare sarebbe stato arrivare ad un compromesso.

ZARWhere stories live. Discover now