19.

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-"Organizziamo una cena di gala al Conrad"- spiegò Mikhail con un tono di voce calmo, giocherellando con il bicchiere di liquore tra le dita -"Siamo in un terreno neutro e nessuno si metterebbe a fare cazzate. Non con il sindaco e tre quarti della polizia del dipartimento lì presenti"-.

Doveva andare tutto per il verso giusto, non poteva lasciare nulla al caso. Non se quella ragazzina sarebbe stata lì in mezzo a loro per tutto il tempo. Ormai era fottuto, con un punto debole che lo rendeva vulnerabile agli occhi dei suoi nemici. Un uomo come tutti gli altri.

Quando era uscito di casa quella mattina si era concesso una buona mezzora per godersi il calore del corpo di Thalia contro il suo, contemplando le labbra socchiuse e le la guancia morbida spalmata contro il suo petto duro. Aveva affondato il naso in quella marea di capelli scuri che aveva legato in una crocchia morbida sulla nuca quando la sera prima quando l'aveva lavata con tutta la delicatezza di cui era capace, respirando a pieni polmoni quel profumo delicato che non poteva far altro che riportargli alla mente quegli occhi grandi da cerbiatta che ora erano chiusi in un'espressione tranquilla. Aveva inclinato il collo leggermente per poter guardare meglio come le ciglia lunghe e prive di trucco si andavano a posare sugli zigomi e si era dovuto sforzare per trattenere una risata nel constatare che un rigolo di saliva stava lasciando l'angolo sinistra della bocca socchiusa della ragazza, andando a depositarsi sul suo petto. E, nonstante la sensazione di bagnato sulla pelle, non era riuscito a non ritenerla una creatura stupenda.

Quando l'aveva sentita rabbrividire, probabilmente a causa della maglia che le era risalita fino a poco sotto al seno lasciandole scoperto l'addome, le aveva ricoperto il corpo con fare protettivo tirandole la coperta fin sotto al mento. Thalia si era mossa leggermente, affondando se possibile ancora di più il viso contro il suo petto, allungando una mano sull'addome, come a volersi aggrappare meglio a lui. La vide richiudere le labbra, masticando a vuoto come se avesse la bocca impastata dal sonno.

-"Sei la mia piccola tentazione, uccellino"- le aveva sussurrato tra i capelli mentre le percorreva la schiena in modo distratto con le punte delle dita, sentendo una scossa lungo la spina dorsale al ricordo di quello che avevano condiviso la sera prima. Il vederla abbandonarsi completamente a lui, riponendo nelle sue mani grandi e ruvide tutto quello che era senza remore. Si era fidata di lui anche in quell'occasione e non avrebbe potuto chiedere nulla di più prezioso della sua fiducia.

Quando il telefono aveva preso a vibrare in modo dannatamente rumoroso a seguito di una serie di messaggi, si era allungato per poter scaraventare contro il muro quell'oggetto che avrebbe potuto minare la tranquillità del sonno di Thalia. Con la coda dell'occhio si apprestò a controllare che la ragazza stesse ancora dormendo, trovandosi a sorridere come un idiota quando la vide ancora nel mondo dei sogni stretta contro al suo corpo.

Il sorriso gli era presto morto sulle labbra quando aveva letto il primo di una serie di messaggi che gli erano arrivati. Gli ci era voluto del buon autocontrollo per non dare in escandescenza risvegliando quella creatura che sembrava aver trovato finalmente un po' di pace al suo fianco. Inspirando ancora per qualche secondo si era limitato a digitare rapidamente una risposta prima di lasciare un bacio morbido tra i capelli di Thalia, liberandosi poi lentamente dalla presa delicata della ragazza su di sé.

Doveva ammettere però che, mentre si allontanava dal calore delle lenzuola, una strana fitta al cuore gli impediva di farlo con disinvoltura. La stava lasciando sola dopo che aveva tenuto tra le mani la sua anima. E dovette farsi violenza per riuscire ad uscire da quella stanza, non concedendosi nemmeno un'ultima occhiata verso quel bozzolo di coperte avvolte attorno alla ragazza. Se l'avesse fatto sarebbe tornato indietro e in quel momento non poteva permetterselo.

-"Credi sia necessario? Questa sceneggiata con la polizia e tutto il resto?"- domandò Zakhar leggermente perplesso, appoggiandosi con i palmi delle mani contro la scrivania dell'ufficio di Mikhail.

ZARWhere stories live. Discover now