tres

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La casa di Pedro lasciò Anita senza fiato: era una bellissima cascina con un giardino gigantesco, costellato di alberi da frutto di ogni genere, e tra un ramo e l’altro di quelle possenti piante correvano fili di lampadine che emanavano una soffusa luce gialla. La ragazza aveva sempre creduto che posti del genere esistessero solamente nei film.
Si avvicinavano le nove di sera e il cielo, da celeste, cominciava a tingersi di blu. Anita, fasciata nel suo vestitino beige, venne accolta dalle altre ragazze, anch’esse molto eleganti, radunate sotto un albero e tutte intente a chiacchierare e a scambiarsi notizie riguardo le novità del momento. Appena notarono la nuova amica, però, troncarono a metà i loro discorsi e le si fecero attorno entusiaste.
“Uau, cara, sei stupenda” la salutò Lucrezia, quella che a prima impressione le era sembrata la più smorfiosa.
“Sì, stai benissimo” aggiunse Cayetana.
“Pure voi, ragazze, siete bellissime” ricambiò Anita, che non avrebbe per nessuna ragione al mondo voluto risultare scortese.
“Ho visto che ti sei stupita appena hai visto la casa di Pedro” rise Camila.
“Non preoccuparti, anche noi la prima volta che siamo venute qui siamo rimaste a bocca aperta per un buon quarto d’ora” rincarò Lucia.
“Ah, non te l’abbiamo detto, Anita! Lo sai chi altro verrà stasera, alla festa?” chiese maliziosa Laura, cambiando argomento.
“Il cugino di Pedro, Pablo!” esclamò Ines, senza lasciar tempo a nessun’altra di intervenire. “Forse l’avrai già visto, è un calciatore di quelli che si vedono in televisione.”
La ragazza rimase per un attimo senza parole.
“Ma Pablo Gavi, intendete?” domandò poi alle compagne.
“Sììì” esclamarono loro in coro.
Anita scosse il capo, incredula. Dunque, non si era sbagliata quando le era parso di notare delle somiglianze tra il noto calciatore e Pedro.
“Non è mica la prima volta che viene, sai” precisò Lucrezia. “Noi lo abbiamo già visto.”
“Eh sì, puoi immaginarti che bello spettacolo” aggiunse Camila con un sorrisetto.
“Comunque non ci ha mai degnate di uno sguardo” disse Laura.
“Sì, è sempre così impegnato! Mai una volta che arrivi alle feste in orario” commentò Lucia. “Viene qui ogni tanto per stare con la sua famiglia ma non smette un attimo di pensare al calcio.”
“Hai ragione” si associò Ines. “E la partita di qui, e l’allenamento di là, e il fisioterapista, il preparatore... mamma mia, stargli dietro non dev’essere affatto facile.”
“Già, non ha mai tempo per concentrarsi su qualcos’altro, ma ognuna di noi, nel profondo, desidererebbe avere una chance con lui. Non ci è ancora riuscita nessuna, ma magari sarà proprio Anita a farlo innamorare” ridacchiò Cayetana.
“Mh, io non credo” tagliò corto Lucrezia. “Vogliamo raggiungere i ragazzi?”

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora