trece

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Dopo un paio d’ore, con grande gioia di tutti gli studenti suonò la campanella che annunciava l’intervallo.
Anita aveva trascorso la lezione di spagnolo e poi anche quella di scienze con un unico pensiero in testa: durante la ricreazione sarebbe stata sola. La sua vita scolastica, fino a quel momento, non si stava rivelando semplice: a parte Lisa, nessun altro le si era avvicinato, e nemmeno i due professori che si erano susseguiti alla cattedra avevano dato segno di averla notata.
La ragazza pensava che, in occasione dell’arrivo di un nuovo alunno, tutti si dimostrassero cordiali e accoglienti e aveva persino temuto che la obbligassero a pronunciare un discorso di presentazione alla classe. Invece, era passata completamente inosservata.
Quindici lunghi minuti di pausa dalle lezioni le si paravano ora davanti, e Anita osservava impotente i suoi compagni che, a coppie o in piccoli gruppi, stavano abbandonando in fretta l’aula. Alla ragazza rimaneva solamente un’ultima speranza: si voltò trepidante, augurandosi con tutto il cuore di trovare dietro di sé il viso sorridente di Lisa. Fortunatamente, lei era ancora lì, e pareva proprio attendesse un cenno di Anita per alzarsi e seguire gli altri studenti in corridoio.
Le due ragazze raggiunsero la porta senza pronunciare una sillaba, ma appena furono fuori dalla classe Lisa cominciò a parlare e, seguendo il flusso concitato delle sue parole, procedeva fin troppo velocemente, scansando senza alcun riguardo chiunque incontrasse e trascinandosi dietro l’amica, che, a causa del gran baccano, a stento riusciva a seguire i suoi discorsi.
Finalmente, raggiunta un’ampia scalinata, i loro occhi vennero catturati da un gradino su cui non si era ancora seduto nessuno, e subito lo occuparono, contente di aver scovato così velocemente un posto tranquillo dove poter chiacchierare in pace.
“Beh, hai capito?” domandò Lisa, che a quanto pare si era dilungata a spiegare qualcosa per lei molto importante.
Anita le fece notare che non le era stato possibile ascoltare nulla, viste le circostanze in cui la conversazione si era svolta fino a quel momento.
“Ok, non ti starò a ripetere tutto” rise la ragazza, per niente risentita nonostante avesse fino ad allora parlato al vento. “Ho visto che nella cover del telefono tieni un adesivo del Barça; quindi, ti volevo chiedere se mercoledì prossimo vuoi venire con me a vedere la partita.”
“Mercoledì c’è Barcellona-Inter, giusto?” si infervorò Anita, entusiasta della proposta.
“Proprio così! Dovrebbe essere una bella sfida” confermò Lisa. “Ah, non ti preoccupare per l’acquisto dei biglietti: mio padre lavora come magazziniere e, se ne fa richiesta, ottiene sempre qualche ingresso omaggio.”
“Veramente?” fece tanto d’occhi la ragazza, che già si immaginava un incontro non proprio fortuito con Pablo Gavi. “Magazziniere del Barcellona?”
“Sì” sorrise l’amica. “A volte vado ad aiutarlo, ma solo quando ne ha bisogno, se qualche collega è assente o se ci sono eventi più impegnativi del solito.”
“Uau” esclamò Anita estasiata.
Lisa rise.
“Allora ricordati che mercoledì passo a prenderti due ore prima della partita” concluse. “Mh, facciamo davanti alla chiesa di San Vicente, che non ho voglia di camminare fino a casa di Pilar.”

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora