cuatro

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Le altre ragazze avrebbero preferito rimanere ancora un po’ in disparte, soprattutto per scambiarsi nuove impressioni riguardo al riservato calciatore che spesso si aggregava ai loro party, ma Lucrezia e Ines furono talmente convincenti da trascinare tutto il gruppetto verso la cascina.
Pedro e i suoi amici erano ancora all’interno della casa: si notavano le luci accese ad alcune finestre, probabilmente quelle della cucina e del salotto, e il suono delle loro voci arrivava fino al giardino. Fuori erano rimasti solamente Alberto e Jaime, i quali stavano finendo di posizionare le caraffe di sangria sul lungo tavolo che campeggiava vicino al portico. Gli alcolici spiccavano come piccole torri in mezzo alla brulla distesa delle ciotole di patatine, salatini e arachidi, e in un angolo una pila di bicchieri di plastica attendevano solo di essere riempiti.
“Buonasera Jaime” chiocciò Lucrezia, alquanto leziosamente.
“Buonasera Lu” rispose lui alzando appena lo sguardo.
Lei, seccata dal poco interesse che il ragazzo aveva dimostrato nei suoi confronti, cambiò immediatamente discorso.
“Siamo venute per sapere a che ora ha intenzione di farsi vivo il nostro ospite speciale” ridacchiò melliflua.
“Chi, Pablo?” chiese Alberto. “Non è sicuro che venga, è molto stressato per la prima partita di Champions.”
“Cosa?” esclamò Camila. “E rimane a casa solo perché mercoledì sera deve giocare? Non è mica la finale della Coppa del Mondo… insomma, che si rilassi un po’ anche lui.”
“Sono d’accordo con te: una festicciola se la potrebbe pure permettere” si imbronciò Ines. “Non è giusto.”
“Dai, ragazze, lo sapete anche voi che per lui non è semplice” cercò di calmarle Jaime.
“Già: tra due giorni il Barcellona giocherà contro il Viktoria Plzeň e, benché non si tratti di uno scontro decisivo, secondo le parole di Pablo il peso psicologico non è poco” confermò Pedro, sbucando dalla porta.
Sconsolate, le ragazze si guardarono tra loro.
“Anita, sei venuta alla fine!” riprese il padrone di casa. “Stai proprio bene con quel vestito.”
Lei per tutta risposta chinò il capo, un po’ impacciata: in realtà i complimenti di Pedro non le interessavano, ma non voleva fargli capire che l’unico motivo per cui lo trovava intrigante era la sua parentela con Pablo Gavi.
Il nome del calciatore stava risuonando armonioso nella sua mente e Anita quasi non fece caso alla figura che era comparsa in fondo al giardino, nei pressi di un boschetto di pini marittimi. Ci pensarono gli strilli delle altre ragazze a farla tornare alla realtà.
“Pablo! Allora non è vero che stasera non ci sei!”
Nonostante stesse calando l’oscurità, Anita scoprì di essergli abbastanza vicina da riuscire a intravedere i tratti del suo volto: d’improvviso sentì uno sciame di farfalle turbinarle nello stomaco, e non poté fare a meno di sorridere.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora