veintitres

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Indecisa riguardo le parole da usare, Lisa osservò l'amica, seduta sul bordo di un marciapiede, incurante dello sporco che sicuramente albergava sulle strade di quel quartiere quasi disabitato.
"Stai tranquilla, è assolutamente normale" assicurò la ragazza, nonostante i suoi pensieri non corrispondessero per nulla a ciò che aveva appena affermato.
"No, no che non lo è!" esclamò Anita disperata. "Ho visto Pablo tre volte in tutta la mia vita e lui si permette di modificare in questo modo la mia esistenza?! La prima volta, non ho nemmeno trovato il coraggio di salutarlo che già il suo nome e il suo viso si erano accampati nel mio cervello, proprio in mezzo, dove confluiscono tutti i ragionamenti e le sensazioni. La seconda volta, ha cominciato a parlarmi come se ci conoscessimo da una vita, e non si era neanche accorto di avermi già incontrata: sì, perché se non gliel'avessi detto io non penso affatto che si sarebbe ricordato della nuova amica di suo cugino, a Siviglia... E la terza volta, ovvero ieri sera, se ne esce dicendo che paga lui! Paga lui! Ma dove sono finita? A chiedere l'elemosina in giro? Io proprio non me ne capacito, non me ne capacito!"
"Hey, calmati un attimo, adesso" la interruppe Lisa. "Guardami. Pablo ha detto che avrebbe pagato, ma ciò non significa che lo farà. Poi, gliel'hai forse chiesto tu? La risposta è no, per cui non hai la minima responsabilità di quello che lui ha deciso di fare. E, inoltre, se lui paga ma tu desideri tornare dalla tua famiglia, a Saragozza, nessuno può obbligarti a rimanere qui: è una tua scelta, un'opportunità che ti viene data. Chiaro?"
"Tu vorresti che io restassi?" domandò Anita, un po' più tranquilla.
"Certo che lo vorrei! Ora sei una mia amica, e per inciso sei l'amica più interessante che io abbia mai avuto… attirare l'attenzione di un calciatore senza ricorrere all'uso della forza o allo stalking! Chi altra ci riuscirebbe?" replicò la ragazza. "Però non sono io che decido: purtroppo, non faccio nemmeno parte della tua famiglia; perciò, sicuramente non posso essere io a impedirti di tornare a Saragozza."
"Non lo so, non so che fare" sospirò Anita. "Da una parte, la mia vita a Barcellona si sta rivelando molto più elettrizzante di tutte le mie aspettative, però non vorrei nemmeno illudermi: come hai detto tu prima, chi mi assicura che Pablo farà davvero ciò che ha a malapena accennato?"
"Da quello che mi hai raccontato, sembrava abbastanza deciso" puntualizzò Lisa. "E poi, non dimenticartelo: ognuno, prima o poi, deve vivere il suo film americano... questo potrebbe essere proprio il tuo momento!" concluse sorridendo.
"Vorrei davvero che lo fosse..." rispose la ragazza, volgendo il capo verso l'alto con aria sognante.
"Sì... dai, ora andiamo" interruppe i suoi vagheggiamenti Lisa. "Tra poco si cena, e domani abbiamo il test di anatomia. Ci converrebbe ripassare, e sarebbe preferibile evitare di distrarsi pensando a chissà cosa..."

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora