treinta y ocho

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Il campanello squillò una, due, tre volte, ma fuori c'era un tempo da lupi e la pioggia torrenziale produceva un tale baccano da sovrastare qualsiasi altro suono. Carlos era in cucina, impegnato a sbucciare delle patate, per cui, appena si accorse che qualcuno insisteva alla porta, chiamò forte il nome della figlia, rintanata in camera sua a studiare.
"Lisa! Scendi a vedere chi è" tuonò l'uomo, per farsi sentire sopra il tumulto del temporale.
"Oh no, papà" si lamentò la ragazza ad alta voce, comparendo dopo pochi secondi sulla soglia della cucina. "Fa freddo!"
"Anche la persona che è là fuori ad aspettare ha freddo" ribatté Carlos. "Dai, sbrigati, che tra poco è pronta la cena."
Lisa scese di corsa gli scalini che separavano il loro appartamento dall'atrio e aprì il portoncino, venendo investita da una raffica di vento freddo che la fece barcollare. Di fronte a lei, un individuo incappucciato attendeva pazientemente di essere introdotto in casa.
"Scusami, chi sei?" domandò la ragazza, stringendo gli occhi per cercare di indovinare l'identità di quell'inaspettato ospite.
"Ciao, sto cercando Anita" cominciò quello stravagante soggetto, avanzando di un paio di passi. "È scomparsa, Pilar mi ha mandato a vedere se fosse qui, visto che sei sua amica... non risponde nemmeno al telefono, e con questo tempaccio... a pensarci bene ci si potrebbe quasi scrivere una poesia, non credi?"
"Una poesia..." ripeté Lisa, sconcertata da quel breve discorso dal quale si riuscì a riprendere solo dopo un paio di attimi. "Anita è scomparsa? Oddio, in che senso? Non avete idea di dove sia? Magari ha solamente il cellulare scarico..."
"Quindi non è qui?" la interruppe preoccupato Raul, poiché era di lui che si trattava.
"No... e non ho idea di dove possa essere" rispose la ragazza. "Ma aspetta, non andare via subito, vengo con te. Un minuto che prendo la giacca e arrivo! Aspettami, eh."
La pioggia scendeva a secchiate e camminare per la strada significava affondare nello spesso strato d'acqua che la ricopriva; i tombini erano colmi e alcuni avevano iniziato a strabordare, talmente eccessivo risultava essere il flusso di liquido entrante.
"È tanto tempo che la state cercando?" domandò Lisa al suo interlocutore.
"No, non molto: sono venuto qui appena ce ne siamo accorti, perché Pilar diceva che sarebbe stato probabile trovarla a casa tua" spiegò Raul. "E invece... sicura di non avere proprio idea di dove possa essere andata? Magari aveva qualcosa da fare ed è rimasta bloccata da qualche parte. Non vorrei dover pensare al peggio..."
"Non mi viene in mente nulla..." si morse le labbra la ragazza, allungando il passo per non restare indietro.
Anita attese che le due figure si dileguassero dietro l'angolo, poi attraversò la via deserta e, approfittando dello spiraglio lasciato aperto da Lisa, si infilò nel portoncino dal quale l'amica era uscita poco prima.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora