treinta y siete

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"Che state guardando?" domandò Anita, raggiungendo i suoi coinquilini in salotto.
Per la prima volta da diverso tempo, si era svegliata nel tardo pomeriggio priva di mal di testa, febbre, o di qualsiasi altro sintomo riconducibile all'influenza: finalmente, era pronta per tornare a una vita normale. Tuttavia, pareva che quegli importanti sviluppi non interessassero a nessuno di coloro che in quei giorni avevano dovuto subire i suoi starnuti e, soprattutto, le sue lamentele.
Tutti quanti, infatti, compresa Pilar, erano accalcati di fronte al televisore, e soltanto la squillante voce della presentatrice di Socialitè spezzava il religioso silenzio nel quale l'intera stanza era immersa.
"Shh" intervenne Esmeralda, facendo segno di tacere. "Sta parlando della principessa Leonor" spiegò poi, infrangendo lei stessa la regola che aveva appena imposto. "Dicono che abbia adocchiato un nuovo ragazzo... bello, famoso... tra pochissimo approfondiscono l'argomento, e si scoprirà chi è!"
"Mh, interessante" commentò Anita, prendendo posto accanto agli altri sullo spazioso divano.
Trascorsero pochi minuti; dopodiché, la conduttrice sfoderò il suo più sfavillante sorriso, guardò dritto in camera e affermò, scandendo per bene tutte le parole, che il gran momento era giunto. Amalia si lasciò scappare un gridolino, subito ripresa con bonarietà da Pilar, la quale proprio non sopportava l'eccessiva attenzione alle vicende riguardanti personaggi celebri per nascita. Anita scosse allegramente la testa, perché fino a quell'istante non si era affatto resa conto di quanto le chiacchiere e i pettegolezzi le fossero mancati: venire a conoscenza dei fatti altrui era, per lei come per tantissime altre sue coetanee, fonte di inevitabile divertimento.
Tuttavia, quando venne dichiarato il nome del fortunato su cui la signorina Leonor aveva poggiato gli occhi, alla ragazza mancò il respiro.
"Pablo Gavi, Pablo Martin Paez Gavira... Gavi..."
La conduttrice continuava a ripeterlo, sembrava che non dovesse più smettere.
"Non può essere..." mormorò confusa Anita. "No, no, no..."
"Come dici, cara?" le chiese Pilar, non riuscendo a intendere quelle poche parole farfugliate.
"No, nulla... vado un attimo in giardino, mi manca un po' l'aria..." balbettò la ragazza, e corse fuori sbattendo la porta.
Con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite, sudando freddo e con un enorme groppo alla gola, Anita si aggrappò alla maniglia, il copro scosso da potenti singhiozzi. La testa iniziò a girarle e dovette sedersi appoggiando la schiena al muro.
"No, no..." disse di nuovo, rivolgendosi a sé stessa con voce flebile.
Incapace di muoversi da quella posizione, la ragazza volse lo sguardo al cielo, già buio eppure privo di stelle, e lungo le sue guance si fecero strada, lente ma inesorabili, due lacrime, rese luccicanti dalla fitta serie di lampioni che illuminavano la via.
"Ma chi sono io, in confronto a lei?" ragionò ad alta voce Anita, cercando di non venire interrotta dai singulti. "Che cosa posso fare in più di lei? Che ci posso fare io se lei è una principessa?!"

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora