2 . Sorella

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Kageyama Tobio non aveva mai avuto problemi con la storia "coming out" nella sua famiglia. Non che ci avesse mai pensato troppo, a dire il vero. Viveva in una "famiglia arcobaleno" , da lui rinominata così per scherzo.

Sua madre Hiromi era bisessuale. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, bluastri come quelli di Tobio, e gli occhi castani. Teneva alla privacy dei figli e non si era mai intromessa nella loro vita privata. Se i suoi ragazzi avessero avuto qualcosa da dirle, lei li avrebbe sempre ascoltati con piacere.

Invece la madre Katsumi era pansessuale. Lei era castana, con l'acconciatura disordinata che le arrivava a stento alle orecchie, ma con gli occhi azzurri come il cielo.
Amava i suoi figli e sua moglie come nessun'altra cosa al mondo, e faceva di tutto per renderli felici, portando dai suoi viaggi in giro per il mondo decine di souvenir e regalini.

La donna era un'aviatrice e una ricercatrice. Negli ultimi mesi era raro trovarla a casa, ma ci teneva a passare ogni secondo libero con la propria famiglia.

E poi c'era sua sorella, Miwa Kageyama. Portava i capelli mori legati in una coda completamente disordinata, cosa che spesso faceva innervosire Hiromi. "Dovresti essere più ordinata" diceva. Non che la ragazza le desse completamente ascolto.

Comunque sia, la famiglia aveva da poco scoperto che Miwa fosse lesbica genderfluid. A contrario del fratello, la ragazza aveva avuto difficoltà nel coming out, scoppiando a piangere appena sette le fatidiche parole "vi devo dire una cosa".

Tobio invece non aveva mai detto a parole alle madri e alla sorella di essere gay demiboy. Si era limitato ad appendere in camera entrambe le bandiere pride ed a indicare a sua madre Katsumi i ragazzi che secondo lui erano carini. La donna non poteva negarlo, in fatto di ragazzi suo figlio aveva buoni gusti.

Quindi, alla fine, la sua vita famigliare era più che okay. La sua famiglia lo amava, lo accettava e lui anche.

<<Tobio?>> la voce di Miwa arrivò da dietro la porta, interrompendo la lettura del ragazzo di un articolo sul computer.

<<Cosa?>> rispose, abbastanza scocciato.
<<Puoi aprire la porta? Ti ho portato la divisa stirata e pronta per domani>>
Tobio si alzò dal letto sospirando, e fece strisciare i piedi fino alla porta. Sbadigliò e, appena la serratura scattò, l'altrə entrò in camera con la nuova divisa del fratello tra le mani.

<<Te la metto qui>> disse, mettendo il completo su un appendiabiti accanto all'armadio. Il moro annuì, poco convinto, per poi girare le spalle e tornare alla sua lettura sul computer, certo che Miwa se ne sarebbe andata presto.

E invece no.
<<Che stai leggendo?>> Chiese curiosa, dando un'occhiata allo schermo. Tobio lo chiuse di colpo.
<<Assolutamente nulla>> rispose, assottigliando gli occhi.
<<Non è che leggi porno?>>
<<Miwa!>>
<<Che c'è?>> Domandò, con aria innocente. <<È sempre una lettura>>

Kageyama odiava quando sua sore- suo fratel- insomma avete capito, odiava quando si impicciava nei suoi affari. Era tutto il contrario di Hiromi, da dove avesse preso tutta questa curiosità era un mistero.
La ragazza allungò un braccio senza farsi vedere dal fratello, sorridendo soddisfatta appena i suoi polpastrelli sfiorarono la superficie liscia del pc.

Lo prese di scatto con entrambe le mani, facendo saltare in aria Tobio per la sorpresa. Aprì il computer e mise la password, trattenendo con un braccio il fratello che intanto era appiccicato al letto, incapace di muoversi. La forza di Miwa faceva quasi paura.

<<Eddai Miwa, lo sai che mi dà fastidio!>> Si lamentò Kageyama, dimenandosi inutilmente sul materasso.
L'altrə lo ignorò. Aspettò che la schermata caricasse, tamburellando le dita sui tasti.
<<Ricordati di comprarne uno nuovo, questo sembra uscire da una discarica per quanto è lento>>
<<Mamma!>> Gridò Tobio come un bambino, cercando di attirare l'attenzione della madre.
<<È a fare la spesa- Ah, ha caricato!>> Ridacchiò il maggiore soddisfatto.

La schermata si illuminò, mostrando l'articolo: "come gestire la rabbia. Ecco 7 consigli per ritrovare la tranquillità"
Un'ondata di sensi di colpa colpì Miwa, che iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore. Sotto il suo braccio, ormai il più piccolo aveva smesso di dimenarsi, puntando lo sguardo in un posto non definito della stanza.

<<Oh Tobi, scusami>> la ragazza tolse il proprio braccio dal corpo del fratello portandosi le mani tra i capelli, come faceva quando era nervosa.
Intanto l'altro non la guardava. Puntava lo sguardo in basso, fingendo che oltre a lui, in quella stanza non ci fosse nessun altro.

<<Tobio?>> Chiamò la sorella preoccupata, prendendo il volto del ragazzo tra le mani e cercando di guardarlo in faccia.
Kageyama continuava a guardare in basso. Aveva gli occhi lucidi, e le nocche delle mani erano bianche per quanto stesse stringendo i pugni.

Miwa cominciò ad accarezzargli le guance con i polpastrelli, cercando di calmarlo.
<<Non è colpa mia- giusto?>> Domandò il moro con la voce rotta, alzando lo sguardo e cercando conforto negli occhi della sorella.

<<No- no Tobio, non è per nulla colpa tua. Tu non c'entri nulla. Vuoi solo fare il meglio che puoi, volevi tirare il meglio anche dagli altri>>
La ragazza abbracciò il fratello, passandogli le mani tra i capelli. <<Non si rendono conto della fortuna di averti incontrato. Sono solo degli stupidi. Vedrai che nella Karasuno ti troverai più che bene. Te lo prometto>>

Tobio fece scorrere le dita sulla schiena della maggiore, sospirando.
<<E se non mi accettassero in squadra? Le voci ormai si sono sparse>> ipotizzò, quasi tremando.
<<Chi non ti accetterebbe in squadra?>> Sorrise Miwa. <<Sei un ragazzo stupendo, hai gli occhi color mirtillo così belli che perfino zia Kae ha detto che farebbe di tutto per averli. Sei un prodigio nella pallavolo, sembri nato solo per quello. Non sei esattamente un genio nei compiti e nei sentimenti, ma cerchi comunque di aiutare chi è in difficoltà. Ora dimmi, sotto questo punto di vista ci sarebbe qualcuno che ti caccerebbe dalla squadra?>>

Il moro strinse tra i pugni la maglia della sorella, come suo modo di dire grazie.
<<E chi lo sa>> ridacchiò l'altrə. <<Potresti anche trovare il tuo futuro marito tra di loro>>
Il minore stavolta le tirò un pugnetto sul fianco.
<<Ow! E va bene, niente marito. Ora, ti va di fare merenda? C'è il latte al cioccolato>>
Tobio mugugnò, il viso nascosto nell'incavo del collo dell'altra.
Miwa sorrise. <<Lo prendo come un sì>>

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Non so il motivo del perché abbia letteralmente ricreato tutta la famiglia Kageyama presentandola e descrivendola all'inizio, cosa che avrei potuto fare tra qualche capitolo, ma l'idea mi piace.

Btw, chiedo scusa prima di tutto se per la mia hc dei pronomi di Miwa nel capitolo ci sia un po' di confusione. Mi piace pensare che non ha preferenza nei pronomi e ama che la gente le si rivolga ogni volta con pronomi diversi. In più, se ci sono verbi sbagliati potete tranquillamente dirmelo: ho scritto di getto e non mi va di rileggere tutto da capo a dir la verità.

So che la parte iniziale è inutile e il resto è penoso- però volevo creare un momento intimo tra i due fratelli e non avevo idea di come fare lmao.

Binder ── KagehinaWhere stories live. Discover now