11 . Palleggi

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Shoyo era seduto sul futon accanto al letto di Tobio, scrollando sul cellulare la chat del club di pallavolo. Il giorno dopo era sabato e ci sarebbero dovuti essere gli allenamenti mattutini, ma il capitano diceva che aveva dovuto cedere la palestra al club di pallavolo femminile. Quindi niente allenamenti.

Non si accorse del moro accanto a lui fin quando non gli toccò una spalla, facendolo sussultare.
<<Devo lavare la mia divisa da pallavolo. Vuoi che metta nella lavatrice anche la tua?>>
<<Ah sì, grazie>> rispose l'arancione, alzandosi e dirigendosi verso l'armadio, dove aveva messo il borsone. Si piegò, prendendo la maglietta e canottiera sporche. Lo sguardo cadde sulle fasce che aveva usato per il club, ancora un po' madide di sudore.

<<Oi Kageyama, posso darti anche un tape da lavare? Cercherò di sdebitarmi appena possibile>> chiese, girando la testa verso il ragazzo seduto sul letto. Stavolta era lui a leggere i messaggi sul cellulare.
<<Certo, non è un problema>> rispose, mettendosi il telefono in tasca e alzandosi per prendere le robe sporche di Shoyo.
<<Domani non ci sono gli allenamenti>> aggiunse, avviandosi verso la porta della camera.
<<Sì, ho letto i messaggi>>
Non aveva la certezza che il moro lo avesse sentito, fatto sta che Kageyama andò verso la lavanderia.

Lo sguardo di Hinata vagò ancora per la camera, fin quando non trovò un pallone accantonato ai piedi del letto. Allungò un braccio per prenderlo, avvicinandolo con le dita verso di sé.
Se lo passò tra le mani due o tre volte, poi si alzò e cominciò a palleggiare, cercando di non farlo andare sui muri.

Palleggiava sempre con la palla a casa, anche se da soli non aveva chissà quale miglioramento nella pallavolo. Però lo rilassava, sentire il pallone rimbalzargli sui polsi e l'aria fresca della sera sfiorargli il viso. Si allenava sempre fuori in giardino perché la madre non voleva tenere la palla dentro casa, quindi aveva il terrore di farsela scappare da un momento all'altro e combinare qualche disastro nella camera del compagno.

Sentì la maglietta scivolare sulla sua spalla, il che gli fece perdere per un millisecondo la concentrazione. Il pallone gli sfuggì, andando dritto verso la porta.
Fece per riprenderlo, ma in quel preciso momento tornò il moro che lo prese al volo, prima che gli si spiaccicasse in faccia.

<<Ops. Scusa>> fece Shoyo, risistemando la maglia del pigiama.
<<Vuoi fare qualche palleggio?>> propose Kageyama, mettendosi davanti al più basso e facendo girare la palla tra le mani.
Shoyo aprì bocca per confermare, ma un'idea improvvisa gli passò in mente.
<<Vuoi fare un gioco mentre palleggiamo?>>

Tobio ciondolò la testa sul lato sinistro, guardando l'amico confuso.
<<Sarebbe?>>
<<Io ricevo la palla e dico una cosa su di me. Tu ricevi la palla e fai lo stesso. Così ci conosciamo meglio, che ne pensi?>>

Il moro fece una smorfia, pensandoci su. Sembrava una trappola di Miwa per fargli avere finalmente un vero amico. Ma non doveva mica dire dei segreti, quindi quale sarebbe stato il problema?
<<Okay>>  sbadigliò, lanciando il pallone in grembo all'arancione. <<Non ci perdiamo nulla dopotutto>>
Hinata sorrise, lanciando il pallone verso il più alto che lo ricevette in palleggio.

<<Mi piace un sacco l'anime "Death parade">>
Hinata prese la palla in bagher.
<<Adoro "One piece">> tornò indietro.
<<Il mio film preferito è Robin Hood>>
<<Ho una sorella più piccola. Si chiama Natsu>>
<<Vivo in una casa arcobaleno. Hai visto mia sorella?>>
<<Il mio idolo è il Piccolo Gigante>>
<<Ho avuto delle cotte per Oikawa e Iwaizumi dell'Aoba Johsai>>

Il pallone stavolta finì in faccia al più basso, che si massaggiò il naso dolorante. <<Oikawa e Iwaizumi? Erano i tuoi senpai o sbaglio?>>
La faccia di Kageyama era tranquilla come al solito, ma Hinata potè giurare di aver visto del rosso sulle sue orecchie.
<<Ero in prima media>> bofonchiò il moro, mentre il più basso riprendeva il pallone. <<Non è nulla di sconvolgente, in prima si è stupidi>>
<<Non posso darti torto>>

Tornarono a palleggiare, ma non ci fu più nulla di così interessante: parlavano di colori preferiti, musica che ascoltavano, animale preferito e cibo.

Comunque, quei piccoli dettagli rendevano felice Shoyo: Tobio stava parlando di sé stesso. Un po' a scatti, ma lo stava conoscendo. Sperava vivamente che anche il ragazzo di fronte a lui pensasse lo stesso, mentre gli raccontava di figuracce fatte alle medie e sei suoi fallimenti in cucina quando cercava di preparare la cena per la famiglia.

Quando poi Kageyama prese la palla al volo e la posò per terra, Shoyo capì che il gioco era finito.

Si stese sul futon, prendendo il telefono e notando dei messaggi da parte della madre.

Mamma :)

Tesoro domani mattina papà ha detto che può venirti a prendere verso le dieci. Per il tuo amico va bene?

<<Kageyama, mio padre può venire per le dieci domani?>> chiese, guardando il moro che si infilava sotto le coperte del letto accanto al suo misero futon.
<<Non penso sia un problema>> rispose l'altro, girandosi dando le spalle al compagno.
Hinata scrisse un veloce messaggio di affermazione alla madre, poi mise il cellulare nello zaino dall'altra parte della stanza e si stese al suo posto.

Guardò la schiena del moro illuminata dalle flebili luci dei lampioni della strada che si infiltravano nella stanza.  Anche se era nemmeno a un braccio di distanza rispetto a lui, Tobio sembrava così lontano.

Certo, ora qualche stupidaggine come il suo cibo preferito lo conosceva, ma cosa c'era dietro quelle parole che gli aveva tirato fuori dalla bocca con un tranello? Non poteva neanche affermare la veridicità di quelle frasi. Quella felicità che provava prima mentre raccontava dei pezzetti della sua vita al moro era quasi svanita. Non sembrava essere cambiato quasi nulla.

<<Hinata?>> sussurrò Tobio, così piano che Hinata quasi non lo sentì.
<<Cosa?>> rispose, ancora un po' perso nei suoi pensieri.
Ci fu qualche secondo di silenzio - che sembrarono anni - mentre Shoyo continuava a fissare la schiena di Kageyama, aspettando impazientemente che parlasse.

<<Grazie per tenermi compagnia. Non solo a scuola intendo. Cioè, grazie per oggi anche se non abbiamo fatto un granché insieme>> detto questo si rannicchiò sotto le coperte, borbottando una buonanotte.

Hinata arricciò le labbra. Okay, forse quelle cose che stava pensando poco prima si potevano definire cazzate.
Girò la testa verso il soffitto, ascoltando le macchine passare per la strada e guardando il soffitto illuminarsi delle loro luci.

Non sapeva come rispondere. Improvvisamente il vocabolario della sua lingua si era ridotto a cinque pagine.
<<Non pensavo potessi essere così sentimentale>> ridacchiò, e anche se sentì il moro sbuffare era sicuro che quella frase valesse più di mille parole.

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Primo aggiornamento del 2023 (in ritardo ikr) wowo

Binder ── KagehinaWhere stories live. Discover now