14 . Mamme

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C'era questo "ballo di Natale" alla Karasuno, palesemente copiato dalle scuole americane. Hinata voleva andarci: aveva sempre sognato di vivere la propria vita scolastica in un istituto di quelli che si vedono nelle serie TV, con balli, feste e quasi nessuna ora di lezione. Quella era una buona opportunità per cominciare, o almeno fingere per qualche ora.

Invece Kageyama si rifiutava. <<Ci sono diversi motivi>> diceva. <<Numero uno, non so ballare. Numero due, le persone mi infastidiscono. Numero tre- okay forse non sono così tante>>

Ma Shoyo desiderava così tanto di andarci con Kageyama. Sentiva che era la cosa giusta. Si era convinto che con quel ballo si sarebbe aggiustato tutto. Che poi tutto cosa? Le sue idee erano così confuse.

E quindi eccoli lì, mentre camminavano verso casa di Tobio come ogni sabato, bisticciando come loro solito, avvolti nelle loro solite sciarpe. Certe cose non sarebbero mai cambiate.

<<Dai Kags, il ballo è stasera! Ci vanno tutti i nostri compagni di classe e di squadra!>>
<<Come ho detto prima: vacci tu. Non mi interessa quello che penseranno gli altri, ma non voglio andare. Tu sei già più bravo con le persone>>
<<Ma non capisci? È la cosa giusta!>>
<<Per cosa?>>
Silenzio.
<<Non lo so.>>
Kageyama alzò le spalle.
<<Vedi? Non è necessario che ci sia, starai benissimo anche senza di me. Sei ancora in tempo per tornare indietro>>
<<Kageyama, ho addosso ancora la tuta di ricambio>> gli fece notare il rosso mentre l'altro infilava la chiave nella toppa della sua casa.
<<Allora adesso ti fai una doccia e ti cambi. Ti presto qualcosa io, come al solito>>

Aprì la porta e Hinata si affrettò ad entrare in casa. <<Ciao Miwa! Siamo arrivati!>> urlò, non sapendo bene dove fosse la ragazza.

Miwa spuntò dalla cucina, un cucchiaio di legno in mano e addosso un grembiule sporco di sugo.
<<Ciao Shoyo! Prima che tu me lo chieda, vanno bene i pronomi femminili>>

<<Miwa, ti prego dimmi che non stai veramente di nuovo cucinando la pasta al sugo>> Tobio si avvicinò alla sorella dopo aver tolto le scarpe, sgranando gli occhi vedendo lo stato della cucina: il piano cottura era rosso pomodoro, la tovaglia macchiata. Però i piatti erano già sul tavolo e sembravano commestibili. Si ricordò di quella sera dopo il primo giorno di scuola, a lanciarsi spaghetti come se fosse la cosa più naturale esistente.

<<Mamma li ha assaggiati per me e ha assicurato che sono commestibili; non c'è pericolo di morte>> rassicurò la sorella.
Tobio sospirò e andò in camera sua seguito dal mandarino.

<<Ma sei sicuro che non vuoi andarci al ballo?>> chiese di nuovo.
Kageyama era esasperato ormai. <<Per la trentesima volta, SI. Ripeto, se ci vuoi davvero andare ti presto qualcosa e ti aspetto qui finché non torni. Oppure ti accompagno e poi ti vengo a prendere>>
<<Così passiamo per una coppia madre-figlio delle elementari>>

Hinata scosse la testa. <<Senti, non ci voglio andare da solo. Il mio obiettivo era passare del tempo con te. Rimanere qui non è un problema>>
Il più alto fece finta di non averlo sentito, intento nel svuotare il borsone di pallavolo per mettere le robe sudate a lavare.
<<Okay>> disse soltanto. <<Vuoi darmi la tuta così te la sciacquo? Anche i tape se ti va>>

Shoyo posò per terra la borsa, frugando all'interno e porgendo al ragazzo i panni sudati. Tobio li prese e se ne andò in lavanderia.

L'arancione guardò il suo futon, pronto come sempre. Si accasciò sopra, prendendo il cellulare e messaggiando Yamaguchi.

Yama-Yama

yams, non sono riuscito a
convincerlo :(

Binder ── KagehinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora