Capitolo 11

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Adam sospirò osservando con interesse i vestiti della sorella. Una volta finito di parlare con il padre aveva deciso di andare nella camera della ragazza prima che nella sua per vedere com'era cambiata in tutti quegli anni e subito era stato attirato dalla miriade di foto che la ragazza aveva appese alle pareti, successivamente si era diretto verso l'armadio della stessa guidato da un senso di iperprotettività che non sapeva di avere dopo aver visto una foto dove la sua sorellina era circondata da ragazzi e aveva addosso un vestitino troppo corto e troppo attillato.

-che stai facendo?- chiese curioso Kynan al figlio appoggiato allo stipite della porta della camera di Kaitlyn.

-volevo vedere com'era cambiata mia sorella- rispose sinceramente il ragazzo con un mezzo sorriso sulle labbra -è diventata davvero bella- aggiunse poi riguardando quella che doveva essere una delle ultime foto.

-già e ogni giorno di più assomiglia a vostra madre- aggiunse Kynan osservando anche lui le foto della figlia.

-spero di trovarla li- sospirò Adam -è meglio che vada-

-no aspetta- lo bloccò Kynan -rimani un po' con me, almeno per questa sera e poi domani ritorni. So che puoi stare via un giorno almeno in questo modo passerò un po' più tempo con te-

-va bene papà- concesse Adam, anche lui voleva restare un po' con l'uomo visto che era consapevole che non sarebbe riuscito a vedere il padre per molto altro tempo dopo quella giornata.

-vado a preparare la tua camera- Adam annuì alle parole del padre e continuò a girare per la camera della sorella cercando di capire qualcosa in più sulla personalità di Kaitlyn. Se la ricordava come una bambina pestifera che non faceva altro che ridere delle sue disgrazie e quasi gli sembrava impossibile fosse cambiata. Ma come era cambiato lui, forgiato in parte anche da quegli anni passati una dimensione differente, così era cambiata anche la sorella e doveva semplicemente accettarlo. Quello che non avrebbe accettato da bravo fratello iperprotettivo sarebbe stato un possibile ragazzo delle sua sorellina. Era troppo piccola per avere un ragazzo la sua sorellina.

-tesoro mi sono dimenticato di chiederti cosa vuoi per cena- disse Kynan ritornando nella camera di Kaitlyn.

-pizza?- chiese Adam con un sorriso. Certo l'aveva mangiata la sera prima ma suo padre quello non lo sapeva quindi poteva mangiarla nuovamente proprio come voleva.

-allora la ordino. Ti piace sempre la diavola?-

-certo che si- rispose il rosso togliendosi momentaneamente gli occhiali e sospirando, ogni tanto gli veniva mal di testa portandoli per molto tempo ma non poteva toglierseli solitamente. In quel momento però poteva visto che il padre era a conoscenza dei suoi occhi dorati. Kynan rimase un secondo ad osservare i bellissimi occhi di suo figlio che avevano finalmente il loro colore naturale. Alcune volte era davvero una tortura vedere quelli azzurri che venivano creati dagli occhiali che lui aveva incantato al figlio quando si erano trasferiti sulla terra. Aveva sempre adorato quegli occhi lucenti che aveva Adam ed era più che certo che anche Reyna la pensasse come lui.

-quando eri piccolo- iniziò Kynan fermandosi un momento e sospirando -dicevi sempre delle ali di Kaitlyn. Cosa vedevi realmente?-

-delle ali papà- rispose sinceramente il ragazzo -delle semplici ali che erano richiuse dietro la schiena di Kait, non mi ricordo bene com'erano fatte perché è passato tantissimo tempo ma erano normali-

-capisco. Volevo capire cosa potesse essere il suo potere, sai diversamente dai tuoi occhi il suo non era esposto e non ho potuto fare niente per aiutarla in tutti questi anni quando mi diceva che aveva dolori alla schiena-

-dolori? Pensi che siano dovuti a quelle ali?- chiese curioso Adam sedendosi momentaneamente sul letto della sorella.

-probabilmente si ma non ne sono sicuro, ho evitato di usare i miei poteri da quando sono sullo terra per non farmi rintracciare grazie a quello. Anche i tuoi occhiali li ho creati li, poco prima di partire per la terra in modo da non dover usare poteri qui-

-quindi mi stai dicendo che sono vent'anni che non usi la magia?- Adam era sconvolto, da quando aveva scoperto la magia non riusciva a farne a meno e pensare che suo padre ci avesse rinunciato per tutto quel tempo lo faceva sentire quasi in colpa.

-più o meno si, non potevo rischiare di farci scoprire e farvi portare via. Tua madre e io ci abbiamo messo tanto impegno per riuscire a farvi scappare e lei è rimasta li, non mi sembrava minimamente il caso di usarla- rispose sinceramente l'uomo che ormai si era abituato, certo ogni tanto pensandoci gi veniva voglia di usarla ma poi se la faceva passare.

-già tanto impegno per farci scappare e io a dodici anni ci sono finito in quella dimensione-

-ma non hai rivelato la tua vera identità Adam è questo è qualcosa che non mi sarei mai minimamente aspettato da parte tua-

-già ma sta diventando difficile, ho litigato con i miei amici per via degli occhiali visto che vogliono vedermi senza e io non posso perché scoprirebbero i miei occhi dorati e fa male- sussurrò Adam che sinceramente non aveva avuto la minima voglia di ricordare il perché era realmente li. La litigata con Miles era ancora fresca ed era quasi sicuro che le cose con il ragazzo non sarebbero mai tornate come prima.

-mi dispiace-

-non è colpa tua papà, sono nato con questi occhi e non posso farci niente- Adam sospirò -spero solo di non essere realmente la minaccia che credono che io sia, abbiamo già l'albero che sta morendo e non servono altri problemi-

-credimi non siete tu e Kaitlyn il problema, ne sono più che sicuro-

OroWhere stories live. Discover now