Capitolo 16

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-Adam- il rosso si girò sorridendo in direzione di Ian che era appena entrato nella camera con un segno di rossetto evidente vicino le labbra -grazie e scusa-

-tranquillo, avevo invitato Kaitlyn solo perché mi sembrava leggermente spaesata e poi parlando con lei ho scoperto che voleva ballare con te quindi sono venuto a consegnarti la tua dama-

-come stai?- gli chiese il castano sedendosi sul suo letto cercando di non pensare per un momento alle morbide labbra di Kait che aveva baciato poco prima per salutare la ragazza.

-meglio, mi ha fatto bene staccare per un giorno- rispose sinceramente Adam guardando per un momento in direzione del letto di Miles -devo trovarmi un altro luogo dove dormire però- sussurrò ricordandosi parte della discussione avvenuta con Miles stesso.

-no, e poi stasera probabilmente non ritorna nemmeno a dormire qui- gli fece notare Ian.

-come vuoi ma se poi lo sento urlare ci pensi tu- gli puntò il dito contro Adam prima di aprirsi in un sorriso -allora? Non mi devi raccontare niente? Hai del rossetto sul volto-

-cosa?- chiese confuso Ian andando in bagno per controllare e appurare che si, il rossetto di Kait gli aveva lasciato il segno sul volto. -ci siamo solo baciati-

-ti piace?-

-mi ha colpito dal primo momento che l'ho vista- rispose sinceramente Ian mentre Adam era felicissimo di quella risposta. Ian era forse una delle uniche persone che poteva diventare il ragazzo di Kait senza trovarsi ammazzato da lui. -e quando ieri te ne sei andato via con lei le stavo per chiedere di venire al ballo con me-

-scusa Ian, Zach mi aveva detto di andare da lei e aiutarla visto che veniamo entrambi dalla terra e lo sai che mi ha fatto un grosso favore-

-non ti preoccupare- rise Ian -per un bruttissimo momento ho pensato che ti potesse piacere e che ci stessi provando con lei-

-lo sai perfettamente che sono gay- rise Adam sentendosi ancora più in colpa. Voleva dire al suo migliore amico che Kait era sua sorella ma non poteva, non se voleva continuare a cercare di celare il più possibile la sua identità. Se fosse successo qualcosa doveva tenere nascosta l'esistenza della sorella il più possibile.

-questo è vero ma mi è comunque venuto il dubbio. Non capita spesso che mi piaccia qualche ragazza e non ho mai avuto a che fare con la gelosia quindi vedere il mio migliore amico che me la portava via mi ha fatto impazzire. Ma adesso sono più calmo- Adam sorrise al ragazzo scuotendo la testa, era un caso perso, per poi cambiarsi velocemente per indossare la sua comoda divisa da notte (pantaloni della tuta e maglia a maniche corte) e buttarsi a peso morto sul suo letto.

-con me non avrai mai questi problemi Ian- rise ancora Adam chiudendo momentaneamente gli occhi. Era felice di aver trovato la sorella viva e vegeta li e di esserle riuscito a parlare prima di che lei facesse qualcosa di pericoloso. L'unica nota dolente in tutta quella questione era stato il fatto che il ragazzo si era accorto chiaramente che l'albero sacro stava anche peggio di quanto si ricordasse.

-a cosa stai pensando adesso? Il tuo sguardo è diventato improvvisamente cupo e la cosa non mi piace per niente- disse Ian riportando su di se lo sguardo del rosso che sospirò.

-non ho visto l'albero sacro per solo un giorno e adesso che sono ritornato lo vedo quasi peggio di prima. La situazione sta diventando ancora più critica in pochissimo tempo-

-sappiamo perfettamente che l'albero sta morendo anche se non vederlo per un po' di tempo ti avrà fatto pensare al peggio sicuramente-

-tu non capisci Ian! È peggiorato tantissimo, io...io non so cosa faranno quelli del consiglio adesso perché sono certo che se ne sono accorti anche loro di questo peggioramento-

-non possono fare niente visto che i loro metodi non hanno funzionato e l'ultima volta che hanno provato a fare quello stupido rituale del passaggio di energie ci è anche scappato un morto, non possono fare davvero niente- concluse il discorso Ian. Era ovviamente preoccupato anche lui per il loro albero sacro visto che era il centro di tutti i loro poteri e gli servivano considerando che le bestie feroci presenti intorno alla città stavano assorbendo sempre più potere dall'indebolimento dell'albero e si stavano intrufolando senza problemi nei villaggi adiacenti ma davvero non sapeva come poter risolvere quella situazione e di certo non era il momento quello. Erano appena tornati dalla festa di primavera ed era notte fonda, non potevano pensare a quelle cose. -cambiando discorso tu e Miles dovreste parlare-

-io non ho niente da dirgli Ian, è lui che mi ha insultato quindi se vuole continuare ad essere mio amico e mi parla del perché è scattato in quel modo è un conto ma se pensa veramente quelle cose preferisco chiudere i rapporti così-

-non credo le pensi davvero-

-non se sarei così sicuro. Sembrava serio e poi oggi non abbiamo per niente parlato quindi sono più della seconda ipotesi- sussurrò Adam chiudendo gli occhi per non pensare al fatto che Miles non lo avesse minimamente pensato per tutto il giorno. Credeva che dopo gli insulti del moro avesse realmente messo una pietra sopra sulla sua cotta colossale per Miles ma a quanto pareva no.

-ci credo visto che quando si è parata l'occasione oggi alla festa tu hai chiesto ad Imogen di ballare- gli fece notare Ian per poi zittirsi di colpo: aveva sentito dei passi avvicinarsi e anche Adam gli aveva sentiti iniziando a tremare visto che poteva benissimo essere Miles che portava in camera la preda di quella serata.

La porta della loro camera si aprì rivelando veramente la presenza di Miles ma il ragazzo, nonostante avesse la camicia sbottonata e i capelli in disordine, era da solo.

-perché mi stai guardando in quel modo Ian?- chiese il moro osservando confuso l'amico dopo aver lanciato una veloce occhiata ad Adam che era sdraiato sul suo letto.

-nessuna preda?- chiese Ian dando voce anche alla domanda del rosso che stava cercando in ogni modo di sembrare invisibile.

-nessuna preda- confermò Miles con lo sguardo spento prima di buttarsi a peso morto sul suo letto.

OroWhere stories live. Discover now