Capitolo 1

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Althea pov's

La paura. E' incredibile quanto un sentimento possa condizionare l'intera vita di un individuo. La spinta della paura è una delle più forti al mondo, il cuore si contrae ad un ritmo crescente mentre in circolo si libera l'adrenalina.

Con la liberazione di quell'ormone succedono le cose più disparate, come eccessi di forza, corse a perdi fiato che sembrano nulla, i sensi si acuiscono, tutto appare chiaro ed amplificato.

Dopo l'adrenalina però, quando quell'effetto magico è finito, ti rilassi, inizi a tremare e ti rendi conto di quello che è appena successo.
Forse è per questo che ora sono tremante nella mia tenda. Anche se di motivi ne potrei trovare parecchi. Ho mentito al mio popolo. Mi sono presentata sotto mentite spoglie davanti al re.

Ho preso in giro il mio generale. Ho omesso di essere un'incantamenti e credo che la lista sia ancora molto lunga.

Mi guardo le mani e sospiro, queste mani morbide abituate a sfiorare i tasti di un pianoforte o a far vibrare le corde di un violino, non assomigliano affatto a quelle di un uomo.

Sono bassa e magra. "Troppo magra...inadatta a procreare" aveva detto la mediatrice ormai dieci anni fa. Stendo le gambe sul sacco a pelo, sono snelle ma muscolose. Del resto nella mia vita ho praticato solo tre sport, la corsa, principalmente per scappare dai bulli a scuola, quindi non so se è considerabile come sport, la lotta, prevalentemente per colpa di mio fratello, e il nuoto, ero abbastanza brava ed ho vinto qualche gara.

Devo spegnere la candela, domani sarà una lunga giornata e rimanere sveglia a confabulare non mi aiuterà di certo.

Una volta che la flebile fiamma si è dissolta c'è qualcos'altro che mi tiene sveglia, dentro la mia mente continuo a sentire le sensazioni degli altri, in particolar modo Li spaventato quanto me nella sua tenda.

Mi giro e rigiro nel sacco a pelo, tentando di zittire quelle voci che mi tormentano da quando sono bambina, infine mi arrendo ed alzo gli scudi mentali, non sentirò nemmeno Li, ma almeno potrò dormire in silenzio per qualche ora.

<<Essere nella guardia del re è il più grande privilegio che possa toccarvi nella vita.- siamo tutti schierati e il generale Caleb Osav ci passa davanti -Siete tredici, avete già superato le prime due prove, fisica e mentale, l'addestramento andrà ad evidenziare le vostre lacune...se non vi riterremo all'altezza dovrete andarvene. Intesi?-tutti annuiamo all'unisono, nessuno proverebbe ad obbiettare, siamo reclute, l'ultimo anello della catena alimentare, valiamo meno dei nostri stessi cavalli.-Bene...in tutto ne rimarranno cinque di voi, non fatemi pentire...ora dieci giri di campo.>> iniziamo la corsa sull'erba bagnata di rugiada.

Sento già la puzza di sudore dei miei compagni pizzicarmi le narici. Ora io voglio seriamente sapere chi è quel decerebrato che ha messo in giro la voce che l'uomo deve puzzare. Sospiro e cerco di superarne il più possibile. Se mi porto avanti non posso sentire la loro puzza. Sono di fianco a Li, l'unico che sa del mio piccolo segreto, è il mio migliore amico, che svetta per altezza.

Porta la maglia grigia dell'addestramento che mette in risalto la potenza del suo bicipite, mentre su di me cade estremamente morbida. I capelli biondo cenere sono raccolti in una mezza coda e mi sorride appena mi nota di fianco a lui. Davanti a noi c'è il generale Caleb Osav, che mostra fiero i suoi dorsali, coperti da due ali d'angelo tatuate, è alto come Li, forse con uno scarto di qualche centimetro.

Si volta a guardare il suo schieramento, ci scruta con i suoi occhi glaciali, la prima volta che quegli occhi azzurri avevano indugiato su di me avevo avuto un tuffo al cuore. Ha un sorrisetto compiaciuto che si stende sulle labbra rosee, è soddisfatto di quanto vede, del fatto che nessuno di noi stia battendo ciglio al sesto giro consecutivo. Si volta di nuovo ed io cerco di concentrarmi, sicuramente per me le cose miglioreranno con l'arrivo dell'inverno, magliette a mani lunghe, giacche, sarà decisamente più facile nascondere il seno.
Finiti i nostri dieci giri passiamo ai circuiti, addominali, deep, trazioni e flessioni, finché non ci vede quasi stramazzare al suolo.

Li ha trovato un posticino ai piedi di un albero di ciliegio, quegli occhi color caffè si voltano con dolcezza verso di me, ha il viso leggermente arrossato, le labbra schiuse alla ricerca di ossigeno.

<<Al, stanco?>> mi chiede con il fiato corto. Scuoto la testa non riuscendo nemmeno a parlare, bevo dalla borraccia e cerco di calmare il battito cardiaco. Mentre lui se la ride sotto i baffi, sapevo che sarebbe stato difficile.

<<Non fare quella faccia...mancano dieci minuti al pranzo e sto morendo di fame.>> scrocchio le mani e guardo gli altri, come ogni fine allenamento Caleb si volatilizza.

I candidati sono quasi tutti più alti di me, fatta eccezione per Cho, che è addirittura più basso di due centimetri, sembrerà stupido, ma questa per me è una conquista. Sarei spiccata negativamente se fossi davvero stata la più bassa del gruppo.

Sono tutti stanchi, appoggiati ad altri alberi o alle pareti dei bagni e della mensa, luoghi ancora poco esplorati per me, sia per il tanfo che aleggia là dentro sia perché sarebbe difficile farsi una doccia senza spogliarsi o senza farsi scoprire. Fortunatamente, abbiamo escogitato un piano con Li, farà da palo fuori dalla porta e mi avvertirà se dovesse arrivare qualcuno, inoltre valuteremo bene gli orari.
<<Pensi che arriveremo alla fine entrambi?>> mi chiede all'improvviso, facendomi distogliere lo sguardo dagli altri per concentrarmi su di lui e sulle sue iridi scure.

<<Perché non dovremmo?>> lui fa spallucce, distoglie lo sguardo.

<<Non lo so...è un dubbio che mi si è alzato all'improvviso>>

<<Abbiamo promesso che saremmo arrivati alla fine insieme e sarà così.>> ci stringiamo la mano e sorridiamo.

<<Piccioncini? Se avete finito hanno aperto la mensa.>> ci richiama Kane, un uomo alto, dal fisico muscoloso, ma mai quanto quello di Dan, alto quanto Kane ma con i gruppi muscolari doppiamente sviluppati. La differenza più grande tra i due però non sta nei muscoli, ne nei capelli, bensì nel fatto che Dan è simpatico ed alla mano, probabilmente potremmo diventare amici, mentre Kane mi odia, dal momento in cui mi sono presentata, mi ha squadrata dall'alto in basso e con una naturalezza fuori dal comune mi ha fatto il dito medio. Dan si avvicina a Kane e lo squadra dall'alto in basso, il secondo si sgonfia subito di quell'aria strafottente che si porta dietro.

<<Qualche problema?-gli chiede con voce profonda, l'altro scuote la testa-Allora vai in palestra e non importunare i miei amici.- Kane se ne va con la coda tra le gambe, mentre Dan ci aiuta a metterci in piedi-Era convincente o devo scendere ancora?>> ci chiede con la voce squillante con cui si è presentato la prima volta.

<<Convincente? Se l'è quasi fatta sotto...sei un grande.>> gli dice Li e lui annuisce soddisfatto, mentre un sorriso divertito si fa largo anche sulle sue labbra, ieri gli ho insegnato come utilizzare il diaframma e da allora ha iniziato ad abbassare la voce.

<<Non mi sta bene che prenda in giro te ed Al...anche se foste una coppia chi se ne frega.>> Li ed io ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.

'Sarebbe divertente farglielo credere.' mi confessa lui attraverso il nostro collegamento mentale.

'Ma smettila..' lo rimprovero io.

<<Tranquillo, non corriamo questo pericolo...siamo troppo amici.>>

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora