Capitolo 24

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Caleb pov's

Pentirsi. Il momento esatto in cui capisci di aver sbagliato inizia la fase di pentimento. Nei Sirase era fisica, una punizione che ti faceva ricordare perfettamente quello che avevi fatto, a distanza di giorni. In questo modo si accertavano che non commettessi di nuovo lo stesso errore.
Una volta diventato istruttore mi sono ripromesso di non torturare nessuno come avevano fatto con noi, mai, per nessun motivo. 

Guardo la fasciatura sulla mia mano e sorrido appena. Essermi allontanato da lui per meno di due giorni mi ha fatto impazzire. Sentivo la spinta a parlargli. Un filo che veniva tirato continuamente.

Dopo essermi girato e rigirato nel sacco a pelo, mi metto in piedi e noto, tristemente, che è passata circa un'ora da quando Al è uscito dalla mia tenda. Esco anch'io, infilando gli stivali fuori. Al è seduto su un tronco, l'arco sulla schiena insieme alla sua faretra. Sull'impugnatura dell'arco è inciso il muso di una volpe, sopra e sotto dei piccoli fiori, probabilmente per sua sorella. Sorrido appena, chissà come deve essere? Avere una famiglia, qualcuno da cui tornare a casa? Magari sua sorella è scossa da uno stato di angoscia in questo momento.

Se è davvero un'incantamenti, avranno trovato il modo di comunicare, utilizzerà lo stesso principio che usa con Li anche con lei. Un lampo improvviso di emozione mi assale, una fitta mi prende la bocca dello stomaco. Loro possono entrargli dentro, io no. Non mi ha permesso di oltrepassare i suoi muri, non mi ha risposto ieri sera, anche se so perfettamente che mi ha sentito.

Mi avvicino e lui mi sorride. <<Ti avevo sentito.>> dice con la voce più bassa del solito.

<<Non hai trovato altri animaletti con cui parlare?>> scuote la testa divertito e si schiarisce la voce.

<<Dormono...persino il gufo se ne è andato, si sarà infastidito per la nostra presenza.>> sorrido in risposta.

<<Come conosci Sil? Di solito è uno che dà poca confidenza.>> torna serio e si guarda le mani.

<<Eravamo in una delle nostre escursioni, l'ho trovato che era a terra. Un Demagon lo inseguiva...mio padre stava perlustrando la zona e sapevo che quelle creature hanno un udito incredibile, ma che non ci vedono come la maggior parte delle creature che abitano i boschi.- annuisco -Così, Li mi ha aiutato a tirarlo su e siamo saliti su un albero.>>

<<Tu e Li avete spostato Sil?>> inclina la testa guardandomi.

<<Sì...Li era spaventato a morte dal toccare un Sirase, io no...sai, si dice che un Sirase è più letale mentre dorme. Ma non ci ho mai creduto...abbiamo aspettato su quell'albero che tornasse mio padre, lui ha ucciso il Demagon senza esitare e ci ha aiutati a scendere. Lo abbiamo portato a casa.>> alzo le sopracciglia.

<<Immagino la felicità di tua madre.>>

<<Lei era la guaritrice della nostra città, curava tutti e non faceva distinzioni. Una volta lì, lei lo ha curato...almeno fisicamente.>>

<<Per la parte mentale ci ha pensato tua sorella..- schiude le labbra e si volta verso di me spaventato -...So...il re sa che è un'incantamenti, penso che sia una cosa bella.- abbassa lo sguardo, visibilmente a disagio per la mia rivelazione -Ho detto qualcosa di sbagliato?>>

<<Mia sorella si è imposta contro la morte varie volte...rischiando, fin troppo per gente che non conosceva...non credo che tu possa capire cosa voglia dire vederla esausta, osservarla star male per gli altri...cerco di proteggerla ogni giorno, anche se è uno dei compiti più difficili che mi siano stati mai affidati.>> gli porto una mano sulle spalle e le stringo delicatamente.

<<Sono convinto che sia orgogliosa di te...il re comunque, non le farebbe mai del male.>> trattiene una risata ed io aggrotto le sopracciglia in risposta, mentre lui guarda l'orizzonte.

<<Ci hanno promesso di tutto pur di farla andare in un qualsiasi palazzo e farla sposare ad uno qualsiasi dei principi minori...per cosa poi? Farle fare la bella statuina? Lei non vuole questo.>> asserisce con sicurezza.

<<E cosa vorrebbe fare? Cosa pensi che farebbe in un qualsiasi altro matrimonio?>> mi fulmina con lo sguardo e posso affermare, con assoluta certezza, che dei fulmini d'ombra gli abbiano attraversato le iridi.

<<Farà quello che vuole...mia sorella sarebbe sprecata in un qualsiasi matrimonio. Sa tirare con l'arco, sa cacciare, sa leggere e scrivere...è più coraggiosa di molti che sono qui.- sorrido alle sue parole, le vuole molto bene -Riuscirebbe a battersi anche con te, o almeno sarebbe abbastanza testarda da provarci e provocarti.>>

<<Ah sì...beh potresti presentarmela e dirle che sono disposto a competere con lei.>> alza un sopracciglio, poi scuote la testa divertito.

<<Andreste sicuramente d'accordo.>>

<<Puoi stare tranquillo, il re non la obbligherà a fare nulla e nemmeno le Alte, te lo prometto.>> alza di scatto la testa e mi guarda sorpreso.

<<Ma nemmeno la conosci..>> scrollo le spalle. 

<<Conosco te, ed oggi mi hai salvato la vita...quindi, penso che hai dimostrato di avere abbastanza fegato e lealtà...ci potremmo considerare, amici?>> annuisce ripetutamente per la sorpresa, schiude le labbra incredulo.

<<Amici.>> ci stringiamo la mano e sorridiamo entrambi. Finalmente un macigno si è spostato dal mio petto. Amici è meglio di niente. Penso Amici è qualcosa. Amici significa che non dovrò più stargli lontano.

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora