Capitolo 35 parte 1

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Althea pov's

Serenità. È questo quello che sento mentre sono sdraiata su di un prato. Il manto erboso è umido e mi bagna i vestiti, ma non mi importa, perché di fianco a me c'è il mio tutto. 

Mi accarezza la mano e le nostre ombre si sfiorano, volendosi incastrare tra loro per riempire ogni frammento lasciato libero.

Sorrido guardando il cielo stellato sopra di noi, contornato dalle chiome folte degli alberi. Tutto è calmo, tranquillo e perfettamente al suo posto. Una cacofonia bella e buona considerando quello che è successo negli ultimi giorni.

<<Chissà perché siamo così attratti dalla luna?>> chiede con la stessa voce che mi cullava in ogni momento di debolezza.

<<Perché siamo suoi figli...sai la leggenda della prima incantamenti.>> gli rispondo e lui scuote la testa.

<<È solo una storia...mentre lassù ci sono miliardi di stelle, noi siamo attratti da una sfera di luce...sembra un paradosso.>> porta un braccio sotto alla testa ed io sospiro.

<<Proprio perché ce ne sono miliardi noi guardiamo l'unica cosa diversa...pensaci, chi è che notiamo in mezzo a tutti? Il più particolare, quello vestito meglio, quello che emana ombre dalla pelle.>> lui trattiene una risata e sento di nuovo quella leggera stretta allo stomaco, quella che mi fa presagire un addio.

<<La donna delle mille risposte ha parlato..- mi colpisce il braccio ed io gli sorrido -..Ti stuferai mai di avere sempre ragione?>> faccio finta di pensarci.

<<Solo se tu ti stancherai di avere sempre torto.>> a questo punto una risata esplosiva si libera nel silenzio notturno di quel bosco a pochi metri da casa nostra.

<<Hai proprio un bel caratterino sorellina...- si mette a sedere ed io lo seguo, mi afferra le mani e torna serio, mentre un paio di rughe gli solcano il viso, in mezzo alle sopracciglia. -...Non entrarmi dentro.- mi ordina -Devo trovarle da solo stavolta le parole.- annuisco e lo lascio riflettere. Mi accarezza il dorso della mano con il pollice ed io sorrido a quel gesto così intimo. -Althea da sempre c'è stato un noi, non mi ricordo nemmeno un giorno della nostra vita dove non siamo stati insieme, dove non abbiamo condiviso qualcosa. Dal tuo primo pianto, alla prima notte insonne, al primo sorriso eravamo sempre insieme.- mi guarda negli occhi, il tè si mescola all'acqua del mare -Negli anni sono entrate e uscite dalla nostra vita diverse persone, per motivi più o meno belli, la costante eravamo noi due. Questa volta, invece, non ci sarà un noi, questa parte di vita devo affrontarla da solo.- abbasso lo sguardo e quella stretta allo stomaco si fa più pesante -Ma sappiamo - mi alza il volto con due dita, mentre io ricaccio indietro le lacrime -che nessuno dei due uscirà mai dalla vita dell'altro, ci sarò sempre per te, Althea. Ogni volta che ti sentirai sola alza lo sguardo e guarda la luna, perché le nostre stelle saranno sempre lì. Del resto, come diceva papà 'A volte per vedere uno spettacolo, basta solo alzare la testa.'>>

Ed è ora, mentre mi tuffo su di lui, con un desiderio di abbracciarlo più forte di quanto avessi mai creduto possibile, che spalanco gli occhi e mi rendo conto che era solo un'illusione.


Ho ripreso la mia posizione di fianco a Neve, mentre mi preparo all'ennesima giornata di silenzio tra Caleb e me, mentre il nostro nodo urla e si stringe sempre di più intorno al cuore. Respiro profondamente, è un dolore con il quale dovrò imparare a convivere a quanto pare.

Li si è posizionato di fianco a me e guarda Caleb di sfuggita, mentre semplicemente continuo ad andare avanti. Siamo su una strada sterrata e ci siamo dovuti posizionare ai lati del carro delle provviste per evitare di farlo uscire fuori di strada.

<<Ci fermiamo tra un chilometro, non manca moltissimo al punto di bivacco per stanotte.>> dice Caleb in tono piatto. Proseguiamo senza lamentarci ed arrivati alla sosta tanto desiderata, gli altri si siedono a terra mentre io rimango di fianco a Neve. La accarezzo con delicatezza, mentre ripenso al sogno di stanotte, a quanto mi manchi.

<<Stai bene?- mi chiede il generale avvicinandosi, annuisco semplicemente mentre deglutisco a fatica -Sai che dal legame sento le tue emozioni vero? Non tutte ma...sento che c'è qualcosa che non va.>> sgrano gli occhi e mi guardo attorno.

<<Non parliamo di questo ora.>> lo riprendo, decisamente spaventata che qualcuno possa sentirci.

<<Senti, mi dispiace, è la seconda volta che mi scuso perché sono un cretino. Io ti voglio capire, davvero, ma così non è fattibile...non puoi semplicemente decidere cosa è meglio raccontarmi e cosa no...non mi permetti di conoscere niente di te.- sospiro ed abbasso lo sguardo -Ho sbagliato l'altra notte e mi dispiace, sul serio. Sono giorni che ci rimugino sopra e non avrei dovuto farlo, eppure sono convinto che questa stretta al cuore la senti anche tu.>> Li si avvicina a me a passo spedito.

<<C'è qualche problema?>> chiede il mio amico e Caleb scuote la testa.

<<Nessuno, gli stavo facendo i complimenti per come gestisce Neve...- Li mi porta una mano grande sulla spalla e la stringe -...Pensa a quello che ti ho detto, ti chiedo solo questo.>>


Hey,
salve a tutti, come state? Vi è piaciuto il capitolo? Domani, come regalo di Pasqua, uscirà la parte 2 del Capitolo 35. Ammetto che nello scrivere il dialogo tra Althea ed Alec mi sono un po' emozionata (ho la lacrima facile negli ultimi giorni 🙂).
Che ne pensate delle parole di Caleb? E del dialogo tra Althea ed Alec?
Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo la storia, che la stanno aggiungendo ai loro Elenchi di lettura e a tutti i nuovi follower che hanno iniziato ora a leggere. 
Grazie, un abbraccio,
Belle

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