Capitolo 17

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Althea pov's

Consapevolezza. Credo che la consapevolezza sia il sentimento più bello ed importante che possa essere presente in un individuo, è anche quello più invidiato dalla sottoscritta. Infatti, una delle tante cose che mi manca è proprio la consapevolezza di me e delle mie capacità.

Al terzo mese di allenamento ho finalmente capito perché i ragazzi si iniziano ad allenare all'età di sei anni per intraprendere questa strada. Dopo il fantastico tiro con l'arco, il generale Osav ha deciso che fosse il momento giusto per sperimentare qualcosa di nuovo, quindi siamo passati ai coltelli, fortunatamente di legno, che lasciano comunque ematomi e leggere escoriazioni sulla pelle.

Dopo ieri notte ci siamo allenati come se nulla fosse, Caleb è momentaneamente sparito ed io mi sto chiedendo se oggi sarà davvero il giorno dell'esame. 

<<Più su quelle braccia, non distrarti Al.>> paro velocemente l'ennesimo colpo di Li, mentre le parola di Clark mi sfondano penetranti i timpani.

'Pensi che sarà sui coltelli l'esame?' mi chiede Li ed io sospiro appena. Le braccia mi stanno lentamente salutando, il dolore agli arti superiori è destabilizzante.

'Non lo so...a volte è come se si schermasse contro il mio potere...ieri sera ho provato per diverso tempo ad estrapolare qualcosa, ma niente.'

'Forse sta capendo cosa sei?' mi chiede con una vena di preoccupazione, mentre continuiamo a combattere come se nulla fosse. 

'Non credo...scusa.' lo butto giù e gli posiziono un coltello alla gola. 

<<Bravo Al, hai un talento innato per le armi.>> sorrido al complimento di Clark, Kane ha appena finito il suo combattimento.

<<Secondo me è solo fortuna...Li, lo accontenti così poi scopate? O ti piace farti comandare anche sotto le coperte?>> gli chiede, Li si è rialzato e sta per rispondere alla provocazione. 

<<Al contro Kane, tappeto 5...così potrai toglierti ogni dubbio Kane.>> dice Clark con voce sicura ed entrambi annuiamo. 

'Te la senti?' ignoro totalmente la voce di Li e chiudo il legame in un secondo, si dissolve come aria, lo sento grattare sul mio muro scuro. Vuole parlarmi mentre io non voglio le sue rassicurazioni e non ho bisogno dei suoi dubbi. Voglio solo Althea, ho bisogno solo di Althea adesso. Sospiro e mi metto in posizione di attacco. 

Kane mi sovrasta di altezza e forza, esattamente come Li e Dan. So con sicurezza che nessuno dei miei amici mi lascerebbe vincere, ma ho altrettanta sicurezza nel dire che Kane sa giocare sporco. 

La sua potenza gli dà un grande limite, lo stesso di Dan, è lento a spostarsi e spreca molte più energie di me. Le braccia però sono più veloci di quelle del mio gigante buono, le paragonerei a quelle di Li. 

Sono per l'ennesima volta sul bordo del tappeto, se uscissi l'incontro sarebbe finito, così mi abbasso e con una capriola gli passo in mezzo alle gambe. Torno immediatamente in piedi mentre cerco di capire la sua prossima mossa. 

<<Non ti lascio vincere come il tuo amorino.>> la lama di legno fende di nuovo l'aria, con l'ennesimo colpo andato a vuoto. Veloce, Althea, sii veloce, non potrai giragli intorno ancora per molto. Continuo a ripetermelo in profondo senso autolesionistico credo, così, tanto per andare a rimarcare ancora le disparità tra me e lui. Si ferma, ha bisogno d'aria ed io uso la sua stessa tattica.

'Paura Kane?' lo sussurro nella sua mente, una provocazione innocente, fatta con la mia vera voce che si aggiunge a quella della sua coscienza, stranamente femminile e sensuale. Mi sto sentendo persino in colpa, mentre vedo quanto lui si senta fragile, quanto la voce della sua coscienza possa essere bastarda come la mia.

Lui scatta, non ci ragiona un attimo e si butta in un attacco mosso dalla rabbia, non dalla parte analitica della sua mente. Così, in questi movimenti abbozzati, riesce a darmi un calcio sul costato, sento il carro armato del suo stivale piantarsi sul mio sterno e buttarmi giù. Non ho tempo di riflettere sul dolore attutito dalle bende e soprattutto dall'adrenalina in circolo. Rotolo di lato e finalmente si apre un varco, colpisco col piede la mano che porta il coltello, lo faccio volare via, si guarda la mano ormai sprovvista d'arma, aveva la vittoria in pugno. 

Gli afferro le gambe ed inverto le posizioni puntandogli il coltello alla gola. Respiriamo affannosamente entrambi, inizio a sentire un tremore invadermi nel momento in cui mi rendo conto di aver vinto. 

<<Bravi...in piedi.>> ci esorta Clark ed io mi alzo ancor prima che possa finire la frase. Kane non è della stessa idea, secondo lui il combattimento non è finito. Mi butta giù di nuovo, mentre io cerco di togliermelo di dosso, riesco a colpirlo sul viso, ma il suo peso addosso non mi consente di muovermi più di così. Si mette a cavalcioni sopra di me e mi porta le mani al collo, cercando di soffocarmi. 

<<Stronzo.>> mi dice, a denti stretti. Vedo Li, Clark e Dan avvicinarsi, ma gli tiro un calcio in mezzo alle gambe e lo spingo di lato. Lui si accascia senza dire niente mentre io mi trascino velocemente fuori dal tappeto, porto la mano alla gola e cerco di riprendere fiato. Li e Dan si avvicinano a me, ma solo Li mi prende il viso tra le mani e controlla che io stia bene, continuo ad annuire e cedo alla richiesta graffiante dei suoi pugni contro il mio muro. 

<<Che ti è saltato in mente? Portatelo in infermeria.- dice Clark verso Kane, poi si alza e viene verso di me, si abbassa e mi scruta il viso -...Stai bene?- annuisco di nuovo -Fai dei respiri profondi, se non ti senti bene va in infermeria...hai preso una bella botta alla testa, vedi sfocato o altro?>> 

<<No.- deglutisco a fatica -...devo solo respirare.>> dico in un esalazione unica. Lui annuisce, è la prima volta che mi sta così vicino e i suoi lineamenti si sono addolciti mentre mi parla. La mascella non è più serrata, le labbra sono distese in un sorriso rassicurante, mentre i suoi occhi scuri mi esaminano alla ricerca di qualcosa che tradisca uno stato di malessere.

<<Che diamine è successo?>> chiede una voce che sto imparando a riconoscere. Sposto lo sguardo da Clark al generale Osav. Hanno preso Kane su di peso e lo stanno portando in infermeria. Lui si avvicina e si abbassa di fianco a Clark. 

<<Al e Kane erano usciti vincitori dai loro combattimenti e li ho fatti sfidare. Ha vinto Al e Kane non l'ha presa bene.>> annuisce sovrappensiero, mi guarda, gli occhi color tè verde sono fissi su di me. Mette la mano in tasca e ne estrae un fazzoletto di stoffa, me lo preme sulla tempia ed io mi ritraggo appena. Sono ferita e nemmeno me ne sono accorta.

<<Li, disinfettagli questa ferita, se servono punti venitemi a chiamare.- dice Caleb rimettendosi in piedi -Noi due dobbiamo parlare.>> dice atono verso Clark che si alza di fianco a lui e lo segue senza dire altro. 

Li continua a premere il fazzoletto sulla mia tempia, mentre Dan è andato a prendere una cassetta del pronto soccorso. 

'Perché mi hai chiuso fuori? Avrei potuto aiutarti.' sospiro.

'Avevo bisogno di affrontarlo da sola e di concentrarmi solo su di lui...tutto sommato è andata bene.' emetto un gemito quando preme di nuovo il fazzoletto contro la ferita.

'Se lo dici tu..'

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora