Capitolo 49

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Althea pov's

Ricongiunzione.

Ritrovare qualcuno o qualcosa non è sempre positivo. Ritrovare l'avviso di una tassa da pagare non è esattamente piacevole, come vedere la lettera di un caro amico.

Rivedere il bulletto della scuola che ancora ti prende in giro per la tua altezza è una delle cose più seccanti che possa esistere, ma riavere mio fratello tra le braccia è la sensazione più bella del mondo.

Il cuore è impazzito nel petto, il nostro legame, rimasto sopito per mesi, si è gonfiato di nuovo.

Il tunnel ha ripreso colore e vita, e quel muro massiccio che si era formato in mezzo, si è semplicemente disintegrato, lasciando milioni di pezzi lungo il nostro legame.

I suoi occhi corrono su di me percorrendo ogni singolo centimetro. Si muovono velocemente alla ricerca di qualunque segnale che possa dirgli che si tratta di un'allucinazione.

<<Althea...sei davvero tu?- mi accarezza i capelli mentre continua a tenermi stretta a sé. -Come ci sei arrivata qui? E dove sono i tuoi bellissimi capelli?>>

<<Li ho tagliati...è una storia lunga...usciamo da questa foresta, poi ti spiego.>> mi alzo in piedi e lui mi segue, non abbandonando nemmeno per un secondo la mia mano.

Fuori da quella grotta c'è ancora Adax ad aspettarci, in questo momento non assomiglia minimamente alla dea della morte tanto temuta dai mortali. Gli occhi sono vispi, allegri e sorride. Un sorriso fatto di gioia liquida.

Alec ci guarda confuso, non capendo chi sia questa donna, che attendeva il nostro arrivo, giocherellando con le proprie dita.

<<Alec, lei è Adax, la dea della morte e della paura.- sta per portare la mano sulla spada legata al suo fianco -Ed è stato solo grazie a lei se ti ho trovato.>> Adax gli rivolge un sorriso.

<<Caro Alexander, a meno che quella non sia una spada di titanio dubito che possa esserti d'aiuto. Oltretutto ripudio in maniera assoluta l'utilizzo delle armi, è così demodè.>> Alec sgrana gli occhi verso di me.

'Ma li trovi tutti tu i soggetti?' - schiudo le labbra, lo sento di nuovo. La sua voce armonica è dentro di me e risuona in ogni centimetro, va a sbattere contro le ossa e riverbera in ogni muscolo. -'Mi sei mancata anche tu.' scivola lentamente lungo il legame come miele sotto il sole di una giornata d'estate. Io sorrido come un ebete, completamente priva di parole.

Ho immaginato in mille modi questo momento, pensando a tutto ciò che sarebbe potuto succedere. Ogni scenario era peggio dell'altro. Ed ora che siamo qui, uno di fronte all'altra, non riesco a dire nulla.

<<Mmm...mmm.- ci voltiamo entrambi verso la donna dai capelli scuri, che si sta schiarendo la voce per sottolineare la sua impazienza -Tesorini è meglio andare, devo farvi vedere un paio di cose..- poi scopre il polso e guarda in una piccola pietra azzurra -Meglio andare.>> la seguiamo senza aggiungere altro, ma continuando a tenerci per mano. La paura di perderci continua a superare l'emozione di esserci ritrovati.


Adax, per essere la dea della morte, è decisamente logorroica, più di quanto credessi possibile. Sono venti minuti che proseguiamo su questo sentiero e lei non ha smesso nemmeno per un secondo di parlare.

All'inizio ne ero infastidita, poi lentamente un'idea ha preso forma nella mia mente. È una delle prime volte che può parlare con persone vive, in carne ed ossa. Persone che non sono terrorizzate da lei.

È la prima volta forse che i suoi interlocutori non cercano di cacciarla via. Chissà come si è sentita dopo la presa del suo incarico? Chissà come sta vivendo la consapevolezza che ci sono pochissime persone al mondo che non la odiano?

Questi pensieri mi hanno fatto scorrere una goccia gelida di tristezza lungo la spina dorsale, e mentre lei continuava a parlare le ho sorriso. Lei lo ha ricambiato con dolcezza.

<<Manca poco..>> continuiamo a seguirla silenziosamente. Alec ed io siamo decisamente più impegnati a disfare le nostre matasse di pensieri per prestare davvero ascolto alle sue parole.

Il manto erboso sta diventando lentamente sempre più verde, gli alberi sono passati dall'essere querce a degli splendidi alberi da frutto, rigogliosi e pieni di fiori, anche se manca ancora un bel po' alla primavera.

Ma la vera sorpresa si palesa davanti a noi quando alziamo lo sguardo e si staglia un castello di non so quanti piani, completamente bianco, con finestre con archi a sesto acuto, prive di vetri.

Il marmo che compone le scalinate, le finestre e le mura è lucido e brilla sotto la luce raggiante del sole, rivelando milioni di sfumature sul rosa, verde e blu, delle venature sottilissime che tracciano linee sul bianco, come pastelli su un foglio bianco.

Alec ed io siamo senza parole.

Solo in un secondo momento mi rendo conto dell'odore che c'è nell'aria, menta piperita, anemone, tabacco, cioccolato, vaniglia e cannella.

Guardo Adax negli occhi che annuisce lievemente, un movimento quasi impercettibile.

Mi volto alla mia sinistra, ci sono Dan e Kane decisamente provati da ciò che hanno dovuto affrontare, Clark con gli occhi vispi di sempre, Li sotto forma di lupo e Caleb che sta scendendo da Neve.

Istintivamente lascio la mano di Alec e corro verso la mia seconda famiglia, venendo subito accolta dall'abbraccio rincuorante di Caleb. Un contatto che adesso sa di casa.


Spazio autrice:

Salve bella gente,

come procede l'estate? Cosa ne pensate del capitolo?

Sì, li ho fatti sopravvivere tutti, nonostante qualcuno in privato fosse convinto del contrario. 😅 Qualcuno mi ha anche mandato le sue supposizioni su chi sia il re e sul possibile finale della storia, ed inizio a sospettare che la mia immaginazione sia davvero contorta, perché nessuno si è nemmeno avvicinato al reale epilogo.

Vi do una comunicazione, sembra assurdo anche a me, ma mancano sei capitoli alla fine. 👀

Un abbraccio,

Belle

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora