Capitolo 21

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Althea pov's

<<Che ha fatto?- mi chiede Li a cui ho appena raccontato tutto, è seduto sul tappetino di fronte a me. -Io lo ammazzo..- prova ad alzarsi, io però gli afferro un braccio -Al..>>> lo guardo e sospiro.

<<Gli ho dato uno schiaffo...gli sono entrata nella testa, Li...e tu non hai idea di quanto sia buio là dentro.>> schiude le labbra per la sorpresa, poi aggrotta le sopracciglia ancora più confuso.

<<Che hai fatto?>> è sconcertato.

<<Non l'ho fatto di proposito è solo successo...comunque non mi ha sentito. Provava un rimorso incredibile, sembrava pentito di quello che stava facendo.>> sospiro appena e guardo un punto casuale della tenda scura. Durante quel bacio ho sentito qualcosa dentro di me, una presa salda intorno ad un filo che sembrava essere lì da secoli. Mi arriva un colpetto sul braccio, che mi fa riprendere dal mio stato di trance.

<<Non ti azzardare.>> commenta serio e con il dito teso.

<<A fare cosa?>> gli chiedo e lui mi guarda con disapprovazione, ruota gli occhi al cielo.

<<A sentirti in colpa...smettila. Ha sbagliato lui.>> mi passo una mano tra i capelli che ho appena sciolto, mentre continuo a rimuginare su quanto fosse doveroso lo schiaffo.

<<Quando mi ha baciato c'è stata una puntina di colore, sembrava una lucciola azzurra che svolazzava intorno.- lui sorride e scuote la testa -Cosa c'è?>> gli chiedo.

<<C'è qualcosa che non capisco di te...non c'entra niente con la tua 'peculiarità'. Tu entri nel cuore delle persone, prima ancora che nella loro testa. Lo giustifichi, ha fatto una cosa brutta e tu cerchi di capirne il motivo.- mi stringe le mani ed io torno a guardarlo -Non cambiare mai. Qualunque cosa ti dicano, Al, tu non prestargli ascolto, sei perfetta così. Con le tue insicurezze e quel sorriso che esce fuori raramente.>> avvolgo le braccia intorno al suo collo e lui mi stringe a sé. Avevamo entrambi bisogno di questo abbraccio, ma ce lo eravamo proibiti per mesi.

<<Domani ci saranno i combattimenti.>> dico appena.

<<E dopodomani si parte..- alzo la testa di scatto -...Lo ha detto Clark a cena.>>

<<Ma dai combattimenti ne usciranno tre domani.>> dico con fare ovvio e lui scuote la testa.

<<Jen è andato via stasera insieme a Gio. Non so perché. Ho provato a chiederglielo ma hanno fatto le valige e se ne sono andati.>> abbasso lo sguardo sul tappetino bordeaux, perché così?

<<Ad un passo dalla fine..>> commento e lui fa spallucce.

<<Prova a dormire...domani sarà l'ultimo giorno in questo campo...chi l'avrebbe mai detto?>>

<<Io dal primo giorno..>> commento sorridente, beccandomi una spinta da Li, che però è felicissimo di avermi fatto sorridere.

Una volta da sola in questa tenda riprendo il mio vortice di pensieri. Pensando a cosa ho visto là dentro. Quanti orrori ha dovuto vivere da bambino per arrivare ad una cosa del genere?

C'era stato un momento, intorno ai dodici anni, in cui ero riuscita ad entrare nella testa di mio padre. Era ferito gravemente ed aveva abbassato ogni difesa. Volevo sapere se stava bene, se sarebbe tornato l'uomo di sempre.

Dopo aver visto la sua mente, quanto fosse oscura in alcuni tratti, mi sono chiesta seriamente come facesse a sorriderci, come riuscisse a dividere le due cose.


Sono con le mani giunte a pregare chiunque abbia intenzione di ascoltarmi. Ho bisogno di lui. Ho ancora bisogno di essere guidata nelle mie scelte. Dobbiamo ancora fare tantissime cose insieme.

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora