Capitolo 44 parte 1

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Caleb pov's

Abbracci. Ci sono contatti che durano un secondo, altri che vorresti non finissero mai. L'abbraccio tra Dan ed Althea era uno di quei contatti, che sarebbe dovuto durare per sempre.

Dan le ha sussurrato qualcosa, mentre con le lacrime l'ha stretta a sé. Lei ha semplicemente continuato ad annuire come se fosse in una specie di trance.

Il suo corpo esile è stato stritolato da quello gigantesco di Dan, mentre gli altri, compresi Clark ed io, guardiamo in disparte la scena.

<<Si può sapere che è successo?- mi chiede Clark -Sembrava che non volesse più parlargli...parlarle, ed ora si abbracciano.>> sorrido alla confusione del mio amico, mentre io mi sto abituando al fatto che ci saranno sempre cose che non conoscerò di lei, e tutto sommato non mi dispiace come cosa.

<<Gli ha salvato la vita.- dice Tolin intromettendosi nella nostra discussione -È la prima volta che vedo qualcuno tornare vivo da un'illusione di un ergasia...Althea è molto più forte di quanto possa sembrare.>> nella sua voce c'è una nota di preoccupazione, o forse rammarico, non so dirlo con esattezza.

Dopo qualche altro secondo l'abbraccio tra i due si scioglie e loro si uniscono a noi, Althea è distrutta, e non oso immaginare cosa possa aver visto o sentito nella mente di Dan. Quando alza lo sguardo da terra e lo posa su di me, abbozza un sorriso e si sistema alla mia destra.

Partiamo silenziosamente, i Mong hanno fatto tanto ed abbiamo scoperto che hanno anche rifornito il nostro carro, ormai praticamente privo di provviste.

'Come stai?' le chiedo mentalmente.

'Stanca...possiamo parlarne stasera? Ti dispiace?' aggiunge, quella voce che sapeva di miele e mosto, che scivolava tra le dita come un fiocco di raso, è ora provata e spinosa.

'No...tranquilla.'

<<Althea.- la richiama Kane e lei si volta immediatamente verso di lui, infastidita, pensando ad una nuova discussione -Ho saputo cosa hai fatto, sali.>> lei lo guarda interrogativa, finché lui non la prende sulle spalle.

<<Mettimi giù...non c'è bisogno.>>

<<Sta ferma...hai alzato i muri intorno a noi cosicché nessuno potesse farci del male. Eri già stanca e non so cosa avrei fatto a posto tuo, ma sicuramente non mi sarei preoccupato degli altri. Quindi ora silenzio e andiamo.>> Althea mi guarda ed io le sorrido, so quanto è stanca, lo sento sotto la mia stessa pelle.

È come se il suo battito cardiaco fosse anche il mio, come se i nostri corpi si fossero fusi in una cosa sola. Annuisco verso di lei, so quanto è orgogliosa, quanto vuole dimostrare di potercela fare da sola. Ma se c'è una cosa che ho capito in questi mesi, è che anche i migliori hanno bisogno di un po' di supporto. Lei finalmente si lascia trasportare per un po' da Kane, il super forzuto del gruppo.


Alla fine della giornata Althea non è stata in grado di posare un passo a terra, gli altri hanno fatto a cambio, inventandosi scuse di ogni tipo pur di prenderla in braccio e portarla per un po'.

A quanto pare, i Mong gli hanno fatto provare cosa significhi fare quello che fa Althea, mentre erano intorno al fuoco ieri sera. E da lì si sono resi conto di quanto sia realmente faticoso e dispendioso di energie tenere i muri sempre alti ed attivi.

<<Non hai idea di quello che è successo ieri sera.- inizia Clark -Quando siamo andati intorno al fuoco i Mong erano tutti entusiasti.>> aggrotto le sopracciglia, decisamente confuso dalla cosa.

<<Per quale motivo?>> gli chiedo, gli altri stanno cercando la legna per il fuoco di questa sera.

<<A quanto pare conoscevano Althea, erano eccitati all'idea che fosse lì.>>

<<Ti devo dire una cosa anch'io, l'anziana della dinastia è la nonna di Althea, ma non l'aveva mai vista...non è assurdo?>> lui cambia espressione.

<<Non è possibile...i Mong hanno detto che conoscevano Althea, che ci hanno parlato diverse volte, ma che ha sempre rifiutato di entrare nella loro dinastia.- fa spallucce -Poi, una ragazza, una certa Paula, ci ha fatto provare cosa significa proteggere la propria mente...a quanto pare è una specie di fata o una cosa del genere, Kane è quasi svenuto dallo sforzo, ed ha passato tutta la sera a chiedersi come facesse uno scricciolo come Althea a sopravvivere a tutto questo.>> sono ancora bloccato alla rivelazione che mi ha appena fatto, che senso ha avuto mentirmi?

<<Come facevano a conoscerla?>>

<<Se la nonna è a capo della dinastia...andiamo Caleb, l'hai vista in azione, è una macchina da guerra formato tascabile...ed è probabilmente l'ultima incantamenti al mondo, hai idea di cosa vorrebbe dire, averla in una dinastia come la Mong.- respiro profondamente, perché ci tengono sempre così tanto a sottolineare che lei è fortissima? Ho capito che al confronto potrebbe spazzarmi via senza che nemmeno me ne renda conto, però dai. -Caleb, chiediglielo...sono sicuro che l'unica persona che possa darti una risposta, sia lei.>> mi volto e noto che è seduta a terra, intorno al fuoco che hanno appena finito di accendere.

<<Vado.>> lui mi afferra il polso.

<<Magari non adesso davanti a tutti, stasera ha preso un turno di guardia, l'ultimo, vacci a parlare dopo.>>

Spazio autrice:

Salve bella gente!

Questo è uno di quei capitoli dove si va poco avanti con la narrazione, ma c'è un concetto fondamentale che vorrei venisse fuori più spesso: Althea non è invincibile, e tante volte anche le persone che sembrano forti ed indistruttibili avrebbero bisogno di un abbraccio, di una carezza e di sapere che semplicemente andrà tutto bene.

Sono sentimentale negli ultimi giorni, mi devo riprendere.

Che ne pensate del capitolo?

Un abbraccio,

Belle

La guardia del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora