Parte 5 - "Dov'è Zale?"

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"Non ci si crede, non ci si crede" ripeteva Lorenzo girando attorno al perimetro della sua stanza d'albergo sotto gli occhi confusi del Faraone. "Lollo fermati un secondo, mi pari scemo! A cosa non puoi credere?" gli ha chiesto El-Sharawy fermando la sua camminata senza meta. "Quella stronza è la nipote di Bruno Conti! È intoccabile!" è esploso il numero sette lasciandosi cadere a sedere sul letto. "Ma a chi ti riferisci?" ha domandato il numero novantadue sempre più confuso. "A Francesca! Poco fa abbiamo avuto un confronto e mi ha spiegato che suo zio è Bruno Conti. Non mi libererò mai di lei" ha spiegato il capitano coprendosi il volto con le mani. "Che ti frega Lorè, non è una minaccia che va eliminata! Se non ti piace stalle lontano e basta" lo ha rimproverato Stephan un po' spazientito. Lorenzo era deluso dal fatto che il suo amico non lo sostenesse, ma sapeva che in fondo aveva ragione. Se quella ragazza fosse rimasta, lui l'avrebbe evitata ad ogni costo, anzi avrebbe finto che non esistesse proprio. Con questa nuova convinzione ha cominciato a prepararsi per la cena che lo staff aveva organizzato in un locale poco lontano per festeggiare la prima vittoria stagionale.

Quella sera in albergo si respirava un'atmosfera allegra grazie alla partita vinta dai giallorossi. Francesca era in camera sua convinta di passare una serata tranquilla in hotel mentre i ragazzi celebravano i tre punti al ristorante e ascoltava distrattamente la sua playlist sdraiata sul letto. Ad un tratto qualcuno ha bussato alla porta e, convinta che fosse nuovamente Pellegrini venuto per dirle di abbassare la musica, è andata ad aprire già pronta ad un'altra sfuriata.
Davanti a lei però si è trovata Nicola, con un completo elegante e un sorriso a trentadue denti. "Non dovresti essere con gli altri alla cena?" ha chiesto confusa la ragazza. "Ho chiesto al mister se potevo rimanere con te e lui ha accettato" ha risposto strizzandole l'occhio il ragazzo. "Chissà come la prenderà quello stronzo del tuo capitano" ha riso allora Francesca pensando alla faccia che avrebbe fatto il numero sette giallorosso. Nicola ha alzato le spalle e poi ha aggiunto prima di uscire dalla stanza: "Mettiti un bel vestito, stasera festeggiamo insieme".

Lorenzo si è seduto a tavola accanto a Zaniolo ed El-Sharawy, contento e rilassato per il risultato della partita. Ad un tratto però, una sedia vuota ha attirato la sua attenzione. "Dov'è Zale?" ha chiesto a voce alta affinché tutti lo sentissero. Nella sala è calato un silenzio imbarazzato, rotto solamente da qualche risatina. "Si sta divertendo sicuro più di noi Lollo!" ha esclamato Mancini scatenando l'ilarità generale. Il capitano ha incassato il colpo in silenzio mentre qualcosa bruciava dentro di lui, forse rabbia, forse gelosia. Nonostante le sue raccomandazioni Zalewski aveva fatto comunque di testa sua e aveva preferito stare con quella sconosciuta piuttosto che con i suoi compagni. Non ci poteva credere, era furioso e non vedeva l'ora di tornare in albergo per dirgliene quattro.

Francesca e Nicola hanno cenato a lume di candela nella sala ristorante dell'hotel che, senza nessun altro, si era rivelata un ottimo posto per trascorrere una serata intima e tranquilla. Hanno chiacchierato a lungo e si sono conosciuti un po' meglio.
Nicola le ha raccontato di quanto fosse il suo sogno, fin da piccolo, quello di giocare nella Roma e di quanto avesse lottato per realizzarlo. Le ha parlato di suo padre, della mancanza che aveva portato nella sua vita la sua morte improvvisa, della sua sofferenza e della sua voglia di renderlo fiero anche ora che non c'era più.
Francesca gli ha preso una mano commossa e lo ha abbracciato forte. Quel ragazzino non era poi così stupido e superficiale, forse lo aveva semplicemente giudicato male. Ha deciso di aprirsi a sua volta e gli ha spiegato il motivo per cui aveva accettato quel lavoro. "Quindi vuoi fare la cantante?" le ha chiesto Nicola accarezzandole il viso. Lei ha annuito. "Beh, con la voce che hai sono sicuro che saresti la migliore" ha aggiunto il calciatore prima di concentrarsi sulle sue labbra. Ben presto la situazione si è scaldata e i due ragazzi, con il rientro del resto della squadra, sono saliti in camera per trovare un po' più di intimità.

Appena è arrivato in albergo Lorenzo ha immediatamente cercato Zalewski con lo sguardo per fargli la ramanzina che si era preparato. Lo ha visto salire le scale abbracciato a Francesca e strizzare l'occhio a Zaniolo mentre la ragazza era girata per assicurargli che, entro quella notte, avrebbe vinto la scommessa. Li ha rincorsi per bloccarli: non poteva accettarlo, lei doveva sapere cosa c'era sotto.

Francesca ha visto con la coda dell'occhio il capitano giallorosso affrettarsi per raggiungerli e, prima che potesse farlo, gli ha chiuso la porta in faccia trascinando Nicola con sé. Non capiva come mai fosse così contrario alla loro storia, ma cominciava a pensare che potesse essere geloso e questa cosa la faceva impazzire. Adorava vederlo arrabbiato e provocarlo le riusciva meglio di ogni altra cosa. Pensava che dopo la sua sfuriata lui avrebbe lasciato perdere e invece continuava senza sosta a tormentarli.
Le cose con Nicola sono andate come previsto: una notte di sesso,niente di più.
La sua testa era altrove e per quanto si sforzasse non riusciva proprio a sentire nulla per quel ragazzino. Gli voleva bene, ma più come ad un amico o ad un amante di una sera. Nonostante ciò però, non poteva negare che ci sapesse davvero fare a letto. Quell'attrazione che li legava da sempre l'ha trasportata in una notte colma di passione che difficilmente avrebbe dimenticato.

"Senti Nico quanto si diverte!" ha esclamato El-Sharawy ascoltando i rumori inequivocabili provenienti dalla stanza accanto. Lorenzo lo ha fulminato con lo sguardo e si è sdraiato sul letto attappandosi le orecchie con il cuscino. Odiava quella ragazza, ma odiava ancora di più che lei in quel momento fosse a letto con uno dei suoi migliori amici.
Era confuso e furioso allo stesso tempo e non sapeva più cosa pensare. Doveva parlare con Nicola, dirgli che stava sbagliando e che non poteva provarci con una solo per vincere una stupida scommessa, ma allo stesso tempo aveva paura della sua reazione. Era stanco di sentirsi additare come il rompipalle del gruppo, quello sempre pronto a fare la morale. Gli altri non potevano capire il senso di responsabilità che provava nei confronti di quella maglia e che con la conquista della fascia si era moltiplicato senza fine. Nessuno lo capiva, lo giudicavano e basta, ma lui voleva essere solamente un buon leader per la squadra che amava. Si sforzava al massimo per far sì che i suoi amici facessero la cosa giusta, ma alla fine deludeva sempre tutti.
Lui però era il capitano, doveva risolvere quel casino al più presto, anche a costo di risultare uno stronzo.

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Where stories live. Discover now