Parte 28 - "Calci tu capitano?"

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Dopo quel litigio, Lorenzo ha affrontato delle settimane terribili. Nulla sembrava avere senso, in un attimo aveva perso tutto ciò che di bello aveva nella vita. Non riusciva a capacitarsi di non essere più il capitano della sua Roma e questo lo faceva lavorare male e rendere ancora peggio. Ben presto si è ritrovato in panchina e il vortice di sofferenza e paura lo ha risucchiato ancora più in profondità. "Lollo devi reagire!" gli ripeteva il Faraone ogni volta che notava il suo sguardo smarrito e i suoi occhi tristi, ma lui non sapeva proprio come riuscirci. Non era più il ragazzo volenteroso e sorridente che tutti conoscevano, ma una sorta di involucro svuotato da ogni tipo di emozione. Tornava a casa e si buttava sul letto crogiolandosi nel suo dolore e versando fiumi di lacrime. Francesca gli mancava da morire e la consapevolezza di averla ferita gli lacerava il cuore. Voleva scriverle, chiamarla, chiederle scusa, ma alla fine si ritrovava semplicemente a fissare il suo nome sul display del cellulare senza mai trovare il coraggio di digitare il suo numero. Era caduto nel baratro e non sapeva come uscirne. Dopo circa un mese e mezzo però, la sorte ha finalmente deciso di tendergli la mano.

Era seduto in panchina, come al solito nell'ultimo periodo, e osservava i suoi compagni lottare durante il derby di ritorno per riscattare il risultato dell'andata. Ad un certo punto, verso il ventesimo minuto, Cristante si è infortunato e il mister gli ha fatto cenno di prepararsi per sostituirlo. In quel momento il respiro gli è diventato più affannoso e le gambe hanno incominciato a tremare più del dovuto. Non era più abituato a giocare nel "suo" olimpico e farlo senza preavviso in una partita così importante, aveva riportato a galla tutte le sue insicurezze e paranoie. I primi dieci minuti si è limitato a subire il pressing avversario vagando per il campo un po' spaesato, ma poi qualcosa è cambiato. Ha alzato gli occhi verso la curva sud e ha capito che doveva risvegliarsi dal suo torpore e dare il massimo per la sua gente, anche senza fascia al braccio. Da vero capitano ha preso per mano la Roma e, dopo aver recuperato un buon pallone al centro campo ha servito l'assist perfetto per Dybala che ha ribattuto in rete.

Il boato dell'Olimpico l'ha colpito in faccia come uno schiaffo e, con un grido liberatorio, si è lasciato alle spalle tutta la sofferenza delle settimane precedenti. Era come se avesse ripreso a respirare dopo un lungo periodo di apnea e provare di nuovo quella gioia lo faceva sentire bene. Ha ripreso a giocare senza pensare più a nulla, ricominciando ad incantare tutti con le sue magie. Ad un tratto, verso il settantesimo, Mourinho ha sostituito Mancini che, prima di uscire si è diretto verso di lui con la fascia in mano. "Questa è tua" ha detto stringendogliela attorno al braccio. "Bentornato capitano" ha aggiunto poi abbracciandolo. Lorenzo era senza parole: era riuscito a riconquistarla, era di nuovo il capitano della Roma e nulla lo avrebbe più distratto dal suo compito. Nonostante la stanchezza ha continuato a giocare dando il cento per cento e, proprio allo scadere, il suo sacrificio è stato premiato con un calcio di rigore a favore dei giallorossi. Pellegrini si è posizionato fuori dall'area per esultare con Dybala in caso di gol, ma il numero ventuno gli si è avvicinato con la palla e gli ha detto: "Lo calci tu capitano? Te lo meriti".
Lorenzo ha posizionato la sfera sul dischetto e ha fatto qualche passo indietro per prendere la rincorsa. Aveva paura, ma la voglia di tornare ad esultare con la sua gente era più forte e così, senza pensarci troppo ha calciato e ha spedito la palla in rete. È corso a perdifiato verso la curva sud e ha pianto come un bambino circondato dai suoi compagni e dall'amore giallorosso di cui finalmente è tornato ad assaporare il dolce sapore.

Francesca aveva affrontato la separazione in maniera completamente diversa. Era delusa, arrabbiata, amareggiata e non riusciva a spiegarsi l'improvviso comportamente deplorevole del suo ex fidanzato. Continuava a chiedersi se avesse sbagliato qualcosa, se avesse fatto tutto il possibile per supportarlo e si era quasi convinta di essere nel torto. Riflettendo meglio però, aveva capito che non avrebbe potuto fare altro per lui e che era stata solo una sua scelta quella di far finire la loro relazione.
Inizialmente c'era stata male, aveva pianto, si era disperata, si era chiusa in sé stessa, ma poi aveva reagito trasformando il suo dolore in qualcosa di meglio. Si è barricata per giorni nel suo studio e in meno di una settimana ha registrato il suo nuovo album. Fin da subito ha capito di avercela fatta. Le sue canzone sono andate virali e migliaia di copie sono state vendute in giro per l'Italia. La gente la fermava per strada a chiederle foto e autografi e il suo produttore le aveva addirittura organizzato un tour nei palazzetti principali. Da un giorno all'altro era riuscita a realizzare il suo sogno e ancora non riusciva a credere di non poterlo condividere con lui.
Ogni tanto si prendeva una pausa dalla sua nuova vita frenetica da pop-star e ripensava a quei due occhi nocciola che l'avevano fatta innamorare tanto tempo prima. Aveva scritto almeno due canzoni dedicate al numero sette giallorosso e continuava a domandarsi: "Le ascolterà mai?". Con il passare delle settimane questo pensiero è passato in secondo piano ed è tornata a concentrarsi solo sulla musica.

Se solo avesse saputo che lui si struggeva ogni notte ascoltando la sua voce in loop senza riuscire a smettere di piangere. Aveva capito che quelle parole erano dedicate a lui, avrebbe voluto complimentarsi con lei, scusarsi e fare pace, ma vederla felice e realizzata lo frenava dal chiamarla.
Stava vivendo il suo sogno anche lontana da lui e proprio la loro rottura l'aveva fatta brillare più di una stella, non poteva rovinare tutto ricomparendo all'improvviso e rischiando di oscurarla un'altra volta.

Hey💕
Ecco il capitolo! Preparatevi perché con il prossimo la storia finirà...

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora