Parte 9 - "Giochiamo alla Play?"

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"Mi dici dove stiamo andando?" ha chiesto Lorenzo senza distogliere gli occhi dalla strada. Guidava da quasi mezz'ora nel traffico della capitale e la ragazza accanto a lui continuava a dargli indicazioni senza però svelargli la loro destinazione. "Se non me lo dici ti lascio a piedi eh" l'ha minacciata scherzosamente buttando un'occhiata di tanto in tanto sul suo sedile. "Mamma mia quanto rompi!" ha esclamato lei sbuffando platealmente. "Gira a destra che siamo arrivati" ha aggiunto poi con aria misteriosa. Lorenzo ha obbedito con un sospiro rassegnato e ha parcheggiato di fronte ad un locale in zona Ostiense. "Perché siamo qua?" ha chiesto scendendo dalla macchina e seguendola verso l'entrata. "Mi serviva un passaggio, ho le prove tutta la mattina e questa sera canto qui" ha risposto Francesca con un'alzata di spalle. "Mi hai solo sfruttato quindi?" ha insistito Lorenzo incredulo. "Si" ha ammesso la ragazza armeggiando con la porta d'ingresso del locale. "E la tua utilità non è ancora finita" ha aggiunto facendogli cenno di seguirla.

Il locale era organizzato con più tavoli, già apparecchiati, rivolti verso un piccolo palco sul quale si sarebbero esibiti gli ospiti.
"Che cosa dovrei fare?" ha chiesto sospettoso Lorenzo guardandosi attorno e seguendo la ragazza in un magazzino sul retro pieno di strumenti musicali e casse. "Mi devi aiutare ad allestire l'impianto audio" ha affermato lei indicandogli dei pesanti amplificatori da trasportare di là. "Non ci pensare nemmeno!" ha esclamato Lorenzo scuotendo la testa. "Ma come?" ha chiesto incredula Francesca. "Pensavo che i capitani aiutassero sempre i compagni in difficoltà" lo ha poi sfidato guardandolo con un sorrisetto che non gli ha lasciato scampo. "Va bene" ha sospirato rassegnato il numero sette giallorosso pronto ad obbedire ad ogni sua richiesta.

Hanno lavorato per due ore buone e alla fine sono riusciti a montare tutto quanto. "Tieni, te lo sei meritato" ha esclamato Francesca portando un bicchiere di coca-cola fresca al capitano che era seduto su una sedia stanco morto dopo aver sollevato tutti quei pesi. "Nemmeno Mourinho ci fa faticare così tanto" ha risposto lui bevendo il liquido freddo tutto d'un fiato e provando un immediato sollievo. "Mado quanto ti lamenti, per due amplificatori e una batteria..." ha scherzato Francesca sedendosi su una sedia di fronte a lui. "Sarebbe stato più semplice se qualcuno mi avesse aiutato" ha ribattuto Lorenzo incrociando le braccia. "Vabbè dai, per premio se vuoi stasera puoi venire a sentire il concerto gratis" ha acconsentito la ragazza strizzandogli l'occhio. Il capitano ha esitato, ma alla fine ha accettato la sua proposta. "Finalmente scoprirò se tutte quelle ore di sonno perse perché tu cantavi nella camera vicina ne saranno valse la pena..." ha scherzato rimediandosi una gomitata, ma facendola scoppiare a ridere.
Hanno pranzato velocemente con un panino acquistato nel bar di fronte e poi verso le due sono arrivati gli altri componenti della band. "Ti presento Tommaso, Simone e Luca" ha esclamato Francesca indicando i suoi amici al numero sette giallorosso che li guardava con diffidenza. Hanno chiacchierato per un po' e, dopo qualche foto e qualche autografo, il capitano si è dileguato con la promessa di tornare più tardi.

È tornato a casa, un po' deluso per non essere potuto rimanere ad assistere alle prove e si è riposato per qualche ora.
Verso le sette ha cominciato a prepararsi: ha indossato una semplice camicia di lino bianca con un paio di jeans scuri e per non farsi riconoscere ha calcato sulla testa un cappellino con la visiera che gli copriva gli occhi e mascherava almeno in parte la sua identità. Mentre stava per uscire gli è squillato il telefono. "Lollo, che fai stasera? Ti va di passare da me a giocare alla play?" ha chiesto Zalewski con allegria. "Io veramente..." ha esitato Lorenzo cercando una scusa plausibile. Non poteva certo dirgli che stava per andare al "concerto" della sua ex che fino a pochi giorni prima non sopportava. "Dai Lore' vieni che ci divertiamo! Ci sono anche Edo, Bryan, Gianlu, Nico, Andrea e Stephan. Manchi solo tu!" ha insistito il terzino giallorosso con entusiasmo. "Vabbè magari passo. Però non posso fare troppo tardi" ha risposto il capitano guardando l'orologio. Erano le sette e quaranta e il concerto non sarebbe iniziato prima delle nove e un quarto: aveva tutto il tempo per raggiungere i suoi amici e poi andare ad ascoltarlo. Ci teneva davvero e, dopo tutta la fatica fatta quella mattina a spostare gli amplificatori, non poteva di certo perderselo. Inoltre le aveva promesso che ci sarebbe stato e non poteva, né voleva deluderla.
Ha preso le chiavi e si è messo in macchina, direzione casa di Zale.

Francesca ha lanciato un'occhiata nervosa attorno al locale. Cercava con lo sguardo Lorenzo, ma lui non c'era. Gli aveva fatto riservare un tavolo isolato così che non lo riconoscesse nessuno e, a dirla tutta, era inspiegabilmente contenta che lui avesse accettato di venire a sentirla cantare. Non sapeva perché, ma quell'antipatia che aveva condito il loro rapporto nei giorni precedenti si era via via dissolta e qualcosa nella sua mente e nel suo cuore le suggeriva che lui non fosse poi così male. In fondo quella mattina aveva sgobbato per due ore solo per aiutarla a montare il palco e quel gesto generoso l'aveva colpita, anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura.
Ha guardato ancora una volta la platea davanti a sé e la sedia vuota l'ha rattristata. Perché le dispiaceva? In fondo tra loro non c'era nulla e mai ci sarebbe stato, non erano nemmeno amici.
Ha provato ad autoconvincersi che non le importasse e si è avvicinata al palco per fare l'unica cosa che la faceva stare bene: cantare.
Ha intonato le prime note e, dopo un'iniziale agitazione tutto è andato liscio. Di tanto in tanto si guardava attorno sperando di vederlo comparire, ma quando ha capito che non sarebbe successo è tornata a concentrarsi solamente sulle sue canzoni.

"Merda è tardissimo!" ha esclamato Lorenzo guardando l'orologio che segnava le dieci e mezza. "Francesca mi ammazza" ha poi pensato avviandosi verso la porta. "Dove vai Lorè?" ha chiesto incuriosito Zalewski uscendo dalla cucina con una ciotola di patatine in mano. "È tardi, meglio se vado" ha risposto il numero sette senza riuscire a dirgli la verità. "Tanto stavo perdendo male" ha poi aggiunto smorzando l'imbarazzo con una risata prima di uscire di corsa.
Ha guidato come un matto sperando di arrivare in tempo almeno per ascoltare l'ultima canzone, ma quando ha fatto il suo ingresso nel locale in zona Ostiense, sul palco non c'era più Francesca con i suoi amici, ma un gruppo di metallari che strillava a più non posso.
Si è guardato attorno spaesato fino a quando non ha individuato Simone, il chitarrista che gli era stato presentato quel pomeriggio.
"Ciao, dov'è Francesca?" ha chiesto avvicinandosi a lui e alzando la voce per sovrastare il frastuono dei metallari. "Sul retro" ha risposto secco il ragazzo indicandogli la porta che affacciava sul magazzino e guardandolo con sospetto.

Lorenzo è corso in quella direzione ed è entrato nel grande stanzone cercandola ovunque. "Francesca!" ha esclamato quando l'ha vista accovacciata accanto alla custodia di una chitarra mentre sistemava qualche spartito. "Finalmente sei arrivato" ha ribattuto lei con freddezza lanciandogli un'occhiataccia. "Mi dispiace, ma sai..." ha incominciato il calciatore cercando una scusa plausibile che giustificasse il suo comportamento scorretto.
"Non mi devi alcuna spiegazione" lo ha interrotto la ragazza incrociando le braccia innervosita. "Ho visto le storie di Nicola, spero vi siate divertiti a giocare a Fifa" ha aggiunto poi fulminandolo ancora una volta con lo sguardo.
Lorenzo ha abbassato lo sguardo imbarazzato. Aveva sbagliato e non sapeva proprio come rimediare.

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Donde viven las historias. Descúbrelo ahora