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Hyunjin aveva notato lo sguardo di quel ragazzo su di sé, percependo l'interesse che aveva suscitato in lui.

Non era stupido, se ne era accorto subito, così come lo aveva visto cercare di ricomporsi per non far trapelare quello che provava, ma inutilmente, perché lui aveva ormai capito di non essergli completamente indifferente, non del tutto.

Si erano appena incontrati ma Hyunjin aveva sentito delle scariche elettriche lungo il corpo, lo sguardo di quel ragazzo lo stava facendo andare fuori di testa e desiderare un maggiore contatto fisico, qualsiasi, pur di avere l'opportunità di toccare il suo corpo, tracciandone i lineamenti e i contorni.

Non aveva mai provato nulla del genere nei confronti di un'altra persona, né ragazzo né ragazza, cos'aveva lui di così speciale?

Perché si sentiva inspiegabilmente attratto da lui?

Non lo conosceva neanche.

Per il momento si sarebbe comportato esattamente come lui, fingendo di non provare niente, ma sapeva che un giorno, non lontano, non avrebbe più resistito, mandando a monte la sua copertura.

Nel frattempo, si sarebbe sicuramente divertito a stuzzicarlo per vedere le sue reazioni.

Quel ragazzo era veramente interessante, non poteva lasciarsi scappare quell'occasione.

Non capitava certo tutti i giorni di ritrovarsi come tutor un ragazzo così bello.

Aveva capito perfettamente perché sua madre lo avesse portato a casa, ma in fondo non gli importava molto.

Avrebbe continuato a fare quello che più voleva, quando e con chi, non si sarebbe mai messo a studiare di sua spontanea volontà, né l'avrebbe costretto quel ragazzo, se era quello lo scopo di sua madre.

Non aveva nessuna intenzione di passare gli ultimi anni della sua adolescenza sempre con la testa sui libri, voleva solo divertirsi con i suoi amici e godersi ogni attimo prima di diventare adulto e perdere la sua spensieratezza per sempre.

Quegli anni non sarebbero tornati mai più, non poteva sprecarli e perdere tempo.

Avrebbe sicuramente dato del filo da torcere a quel ragazzo, rendendo le loro lezioni un vero inferno per lui.

Lo avrebbe interrotto in continuazione, anche per le cose più stupide e banali, costringendolo a rinunciare al suo obiettivo, che in realtà era quello di sua madre.

Presto sarebbe scappato a gambe levate, togliendo finalmente il disturbo, ma prima si sarebbe divertito un po' con lui, lo incuriosiva troppo il suo viso angelico e puro.

Era sicuro che nascondesse la sua vera natura dietro quella maschera, non poteva sul serio essere così dolce e innocente, doveva per forza esserci qualcosa di più sotto e lui lo avrebbe presto scoperto.

Gli dedicò un sorrisetto malizioso per vedere la sua reazione, che non tardò ad arrivare, procurandogli una certa soddisfazione.

Quel ragazzo si sentiva intimidito da lui, non poteva che esserne contento.

Doveva fargli capire fin da subito chi era che comandava in quella casa, lui non era nessuno.

Si costrinse a guardare sua madre, che a quanto pareva stava finalmente sul punto di fare le presentazioni.

Era proprio curioso di sapere il suo nome.

-Hyunjin, ti presento Felix, il tuo tutor. Felix, lui è mio figlio, Hyunjin. Spero che farete amicizia, oltre a studiare insieme. Felix ti chiedo solo di fargli sapere quando potete incontrarvi durante la settimana, così che Hyunjin possa organizzarsi per bene con gli altri compiti. -la donna guardò suo figlio, che sbuffò sonoramente, cercando di non scoppiare a ridere.

Lui, amico di quello? Mai.

Credeva davvero che avrebbero studiato una volta chiusa la porta della sua stanza? Che illusa.

Felix annuì semplicemente, evitando il contatto visivo con quel ragazzo che non faceva altro che fissarlo come se avesse voluto mangiarlo.

Lo stava spaventando e non poco.

Iniziò a provare un forte astio nei suoi confronti.

Era bello, certo, ma anche tremendamente maleducato e scorbutico, e si vedeva che non lo volesse avere tra i piedi, ma la cosa era reciproca.

Felix credeva di aver fatto la cosa giusta, accettando di fare da tutor a quel ragazzo, ma in quel momento non ne fu più tanto sicuro, desiderando tornare indietro e rimangiarsi le sue parole.

-Sbaglio o non hai fatto obiezioni? -chiese la donna, stupita.

Credeva che suo figlio avrebbe scatenato un putiferio, mettendola in imbarazzo davanti a Felix, ma così non era stato, lasciandola estremamente confusa dal suo comportamento insolito e fin troppo tranquillo.

C'era sicuramente qualcosa sotto, pensò insospettita.

Non era da lui non fare storie sulle decisioni prese da lei, trovava puntualmente qualcosa da ridire con lo scopo di farla arrabbiare e minacciarlo di dargli una punizione.

-No, non sbagli. -confermò Hyunjin, facendo un finto sorriso.

Non gli importava nemmeno che gli avesse sequestrato il cellulare, avrebbe sicuramente trovato un modo per riprenderselo in quei giorni, ovviamente a sua insaputa.

La donna si lasciò andare ad un sospiro. -Ti permetto di riprendere il tuo cellulare. Ma solo per questa volta, chiaro?

Il viso di Hyunjin si illuminò e le sue labbra si piegarono in un sorriso vittorioso.

Non aveva dovuto aspettare neanche tanto per riaverlo, gli era andata decisamente bene.

D'un tratto gli venne in mente un'idea per prendere in giro quel ragazzino, non era proprio divertente ma andava bene lo stesso.

Tanto non gli importava niente di lui, né di come l'avrebbe presa.

-Come hai detto che si chiama? -si rivolse di proposito a sua madre, indicandolo con lo sguardo.

Ovviamente si ricordava il suo nome.

L'altro ragazzo aprì gli occhi, confuso.

Perché non l'aveva chiesto direttamente a lui? Era in grado di parlare e anche bene.

-Felix. -rispose la donna, non capendo dove volesse andare a parare, ma era chiaro che avesse in mente qualcosa di poco carino.

-Felix. -ripeté Hyunjin lentamente, scandendo bene ogni lettera. -Felix. Non ti sembra un nome da gatto? -continuò a rivolgersi a lei, ignorando lo sguardo del ragazzo, rimasto ferito da quel commento inopportuno, anche se non lo avrebbe mai dato a vedere a lui.

La donna si affrettò a scusarsi con Felix, mandando occhiate di fuoco al figlio, che era scoppiato a ridere di gusto, contento di aver fatto quella battuta a dir poco squallida.

-Per favore perdonalo, oggi non mi sembra essere in sé. -cercò di giustificarlo, nel tentativo di evitare una brutta figura con il ragazzo.

Felix annuì impercettibilmente, non voleva perdonarlo ma per il bene di quella povera donna lo avrebbe fatto.

-Non si preoccupi signora Hwang, non ha fatto niente di che. -la rassicurò, cercando di risultare convinto, sotto lo sguardo attento di Hyunjin, il quale aveva capito benissimo che stesse fingendo per non infliggere una delusione a sua madre, la delusione di avere un figlio estremamente maleducato.

La donna si slanciò per avvolgerlo in un caloroso abbraccio. -Ti prego, chiamami Jihyo e dammi del tu. Quante volte devo ricordartelo? -chiese con tono dolce, lasciando Hyunjin spiazzato dal suo comportamento decisamente esagerato e fuori luogo.

D'un tratto sua madre si girò verso di lui, mimandogli un "sei morto" prima di stringere Felix ancora di più.

Hyunjin ridacchiò divertito, stava già tremando di paura per quello che avrebbe potuto fargli.

romanticizing school // hyunlix Where stories live. Discover now