tredici - oscar wilde e alfred douglas

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-Oggi ti parlerò di Oscar Wilde,  scrittore, poeta e drammaturgo britannico e Alfred Douglas, un giovane poeta e scrittore. La loro fu una storia d'amore tormentata, ostacolata soprattutto dal padre di Alfred, contrario all'omosessualità. Sono riuscito a incuriosirti? -chiese Felix con gli occhi luccicanti a un Hyunjin scocciato e tremendamente assonnato.

Quello era uno dei suoi argomenti preferiti della letteratura inglese, e doveva ammettere di avere un debole per gli amori impossibili, quelli destinati a non realizzarsi mai per una serie di cause, il fato avverso e crudele.

Chissà se anche a me il destino ha riservato un amore impossibile, pensò Felix.

Il suo sguardo cadde involontariamente sulla figura di Hyunjin, ora disteso sul letto con il viso sepolto nei cuscini, come se fosse addormentato.

Ringraziò il cielo che non potesse vederlo, osservare i suoi occhi, che contenevano uno strano sentimento, emozioni che non avrebbe potuto descrivere a parole.

Temeva che il ragazzo sarebbe stato in grado di smascherarlo, capire i suoi pensieri più profondi, decifrare il suo stato d'animo, e quella era esattamente l'ultima cosa che voleva.

Hyunjin era fin troppo bravo in quello, a leggerlo, come se fosse un libro aperto per lui, solo che non aveva idea di come gli riuscisse così facile.

Era forse talmente ingenuo e limpido da facilitargli quel compito?

Il corso dei suoi pensieri fu bruscamente arrestato dalla voce di Hyunjin.

-No, per niente, anche se apprezzo tutto l'impegno e la passione che ci metti. -lo prese in giro, continuando a non guardarlo. -I tuoi sforzi sono davvero lodevoli. -aggiunse con una risatina girandosi finalmente nella sua direzione, dedicandogli una breve occhiata.

Felix si lasciò andare ad un sospiro rassegnato, scuotendo la testa.

-Oscar Wilde aveva sposato Constance Lloyd, dalla quale ebbe due figli, Cyril e Vyvyan, ma il suo grande amore fu lord Alfred Douglas, molto più giovane di lui, che aveva frequentato apertamente dal 1891, causando in enorme scandalo nell'Inghilterra vittoriana, perché all'epoca l'omosessualità era un gravissimo reato. -iniziò il suo discorso, rivolgendo una rapida occhiata al ragazzo seduto sul letto, appoggiato contro il muro con aria estremamente annoiata.

-L'amore tra due uomini non poteva avere un lieto fine, ma Wilde decise di non nascondere il suo orientamento sessuale. Tuttavia, il padre di Alfred, il Marchese di Queensberry, scoprì ben presto il legame che univa i due e decise di allontanare Wilde da suo figlio per evitare delle gravi accuse sul suo conto, quelle di sodomia, che invece andarono al suo amante. Wilde, indignato, decise di fare causa al Marchese, ingaggiando un avvocato per cercare di accusarlo di infamia, dimostrando che stesse insinuando il falso. Il Marchese però lo fece seguire segretamente, ottenendo prove riguardanti il suo orientamento sessuale, e molti degli amanti dello scrittore testimoniarono contro di lui in tribunale, probabilmente generosamente ricompensati. Inoltre, in aula venne analizzata l'opera Il ritratto di Dorian Gray, che in diverse parti alludeva a dettagli omosessuali. Wilde riuscì a difendersi usando l'ironia, appoggiato dal pubblico, ma il Marchese, adirato e offeso, lo portò in tribunale per la seconda volta. Nel frattempo, non fu un buon periodo per lo scrittore, vennero sospese le rappresentazioni teatrali delle sue opere, causando un calo drastico dei suoi guadagni, il pubblico venne a a conoscenza del suo orientamento sessuale e in Francia fu vietata la vendita di fotografie che lo raffiguravano. Nello stesso periodo sua moglie chiese la separazione, che però ritirò in seguito, è a Wilde fu tolta la custodia dei figli. Per pagare le spese del tribunale, Wilde si trovò costretto a vendere la sua intera libreria ma il risultato del processo non fu dei migliori. Lo scrittore fu condannato a due anni di lavori forzati nel carcere di Reading, il massimo della pena. Gli anni del carcere furono disastrosi, Wilde soffrì di una forte e lunga solitudine, privato delle notizie del suo amato per moltissimo tempo. Per affrontare questo periodo buio, decise di scrivere a Bosie, come lui lo chiamava affettuosamente, una lunga lettera, composta da più di cento pagine, intrisa di una profonda malinconia. Nell'opera, dal titolo De Profundis, Wilde svelava al suo amante i suoi sentimenti, il suo dolore rispetto al suo comportamento viziato e frivolo, dettato da una grande superficialità. Inoltre, lo accusò di avergli fatto perdere l'ispirazione artistica, oltre che enormi somme di denaro. Pur amandolo profondamente, lo considerava un uomo inferiore dal punto di vista artistico, perché secondo lui non era in grado di capire e creare arte. A differenza sua, che nei suoi confronti era premuroso, Alfred era egoista, vanitoso, spesso violento e facilmente irascibile. Il suo unico amore era il denaro, così come la vita mondana. In alcuni passi della lettera Wilde descrive Bosie come la causa di ogni male, ammettendo le sue colpe, tra cui quella di averlo sempre perdonato, aiutato quando non se lo meritava, appoggiato in qualsiasi situazione. Dunque, lo scrittore lo esorta a continuare senza di lui, che invece non avrebbe mai più guardato al passato, continuato ad amare l'uomo che aveva giocato con il suo cuore e fatto rinchiudere in carcere. L'opera, che inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi Epistola: In Carcere et Vinculis, venne affidata a un amico dello scrittore, Robert Ross, incaricato di farne due copie, una delle quali doveva essere destinata a Bosie, anche se non si sa se l'avesse bruciata senza leggerla o se non l'avesse proprio ricevuta. La lettera fu pubblicata per la prima volta nel 1905, cinque anni dopo la morte di Wilde, ma non era la versione originale perché Robert Ross decise di eliminare ogni possibile riferimento ad Alfred e alla sua famiglia. Il vero manoscritto fu dato al British Museum, che lo avrebbe diffuso soltanto dopo gli anni Sessanta. Solo nel 1962 la lettera originale fu finalmente pubblicata, priva di qualsiasi modifica.

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