diciotto - rené magritte

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SUICIDIO

Le parole di Hyunjin, pronunciate con una sincerità disarmante, riecheggiavano ancora nella mente di Felix, radicandosi profondamente nel suo cuore.

Una promessa la cui portata aveva lasciato sconvolto il ragazzo dai capelli biondi, e anche il tono usato dall'altro, infervorato e deciso, era l'espressione più chiara ed evidente del sentimento che Hyunjin nutriva nei suoi confronti, prova più sincera della sua intensità ed autenticità.

Era davvero possibile che il ragazzo dai capelli corvini ricambiasse i suoi sentimenti? Esisteva una possibilità per loro due?

In quel momento Felix credette di essere il protagonista di un sogno, che di reale non aveva nulla, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Hyunjin ogni suo più intimo dubbio venne smentito all'istante, le sue insicurezze sciolte e i suoi desideri più profondi finalmente esauditi.

Come avrebbero potuto mentire, traendolo in inganno, quando riflettevano quella scintilla che animava soltanto lo sguardo di chi era innamorato?

L'amore aveva un linguaggio proprio, riconosciuto da coloro che avevano sperimentato almeno una volta nella vita quel dolce e intenso sentimento.

E Felix, in quel preciso istante, aveva avuto una sconvolgente consapevolezza, quella di essere amato incondizionatamente dal ragazzo che si trovava di fronte a lui, il cui sguardo era velato di un sentimento che aveva da sempre affascinato il ragazzo dai capelli biondi, che però non credeva di esserne degno, di meritare una simile felicità, non avendo fatto assolutamente nulla per conquistarla.

O almeno era quello di cui lui era estremamente convinto, un insegnamento che aveva ricevuto da suo padre fin da quando era un bambino.

"L'amore te lo devi meritare, non ti è dovuto di diritto. Se vuoi essere amato da me, devi prima dimostrare che ne sei degno".

Parole dure, violente, che si erano impresse nella mente del piccolo Felix, animandolo a voler fare qualsiasi cosa, essere disposto a tutto,
pur di renderlo fiero di sé, per conquistare la sua stima e il suo rispetto, per non deluderlo.

Parole che si erano trasformate nel suo mantra, l'unico motivo per cui si alzava al mattino e andava a dormire la sera, la sua ragione di vita.

Ma con Hyunjin, non aveva bisogno di fingere di essere chi non era, di sforzarsi di diventare qualcun altro, il ragazzo dai capelli corvini gli aveva più volte dimostrato, con piccoli gesti e parole, di apprezzare il vero lui, facendolo sentire compreso e...amato.

Era negli occhi di Hyunjin che riusciva a vedersi per quello che era, nel suo sguardo colmo di dolcezza e gentilezza, nel suo sorriso intriso di sincerità, che era in grado di riconoscersi.

Lui era molto di più di quello che suo padre gli aveva sempre fatto credere, e il sentimento dell'altro ragazzo nei suoi confronti, pienamente ricambiato, ne era la prova.

Lo stesso ragazzo che in quel momento lo stava osservando incuriosito, con il capo leggermente inclinato di lato, come ad imitare un gattino desideroso di coccole.

Quella vista gli suscitò una tenerezza infinita, provocandogli un piccolo sorriso.

-Non dirmi che stai aspettando l'inizio della lezione di oggi.

Il suo tono incredulo e piuttosto dubbioso fece ridacchiare Hyunjin, che nel frattempo si era accomodato meglio sulla sedia della scrivania, lasciando libero il suo letto al ragazzo dai capelli biondi, che vi prese posto senza pensarci due volte.

-Può essere. -rispose Hyunjin, facendogli capire di essere pronto per ascoltarlo.

Una situazione alla quale Felix si era abituato molto velocemente, del tutto nuova per lui ma sicuramente gradita.

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