otto

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-Ho preso la mia decisione. -dichiarò Hyunjin con tono risoluto, guardando Felix dritto negli occhi, il quale rimase in attesa della sua risposta, pur avendo già capito che quel ragazzo non avesse proprio ricevuto il messaggio, cogliendo il punto della questione e il succo del suo discorso.

Era e sarebbe sempre rimasto un grande immaturo, a meno che non avrebbe deciso di sua spontanea volontà di cambiare atteggiamento, ma quel giorno era ancora lontano.

-Quale sarebbe? -stette al gioco Felix, fingendo di essere curioso.

Hyunjin si riempì il petto d'aria, pavoneggiandosi, prima di confermare quanto lui sapeva già.

I tipi come lui erano facilmente prevedibili e perfettamente leggibili, nulla di lui lo stupiva, tranne la sua eterea bellezza, da cui sicuramente tutti rimanevano abbagliati.

Perfino lui era stato sul punto di cadere ai suoi piedi, ma per fortuna si era ripreso, prima di commettere quell'errore madornale, di cui si sarebbe pentito subito.

Hyunjin era perfettamente consapevole del potere e fascino che esercitava sulle persone, sfruttandolo a suo vantaggio.

Sapeva come manovrare gli altri a proprio piacimento, giocando con i loro sentimenti, per poi abbandonarli dopo essersi stufato, in cerca di un'altra preda da usare e manipolare.

Felix conosceva bene i tipi come lui, preferendo stare alla larga da persone del genere per non rimanere ferito e deluso, non essere buttato via dopo essere stato usato.

Per questo avrebbe finto di stare al gioco di Hyunjin ma tenendo sempre gli occhi aperti, un atteggiamento attento e vigile, per non lasciarsi abbindolare e cadere nella sua trappola.

Non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi a lui più del necessario, abbattere i muri che si era costruito nel corso di quegli anni per proteggersi da persone come lui, crudeli e meschine, oltrepassare il limite e superare il suo spazio personale.

Felix non era stupido, aveva capito benissimo le sue vere intenzioni nel momento in cui gli aveva dedicato quel sorrisetto malizioso.

Voleva farlo diventare suo giocattolo, ma lui non glielo avrebbe lasciato fare.

-Non ho nessuna intenzione di iniziare a studiare. Lo sapevi già, non è così? O speravi di avermi convinto con quel discorso strappalacrime? -fece un ghigno divertito.

-La scelta è tua. Non sono nessuno per costringerti a fare qualcosa che non vuoi. -rispose Felix, mantenendo un'espressione neutrale, ignorando il suo tentativo di provocarlo con quella battutina per niente spiritosa. -Ciò non cambia che rispetterò l'impegno preso con tua madre, dovrai sopportare la mia presenza per un bel po'.

-Come vuoi. -alzò le spalle, noncurante. -Sprecherai il tuo tempo, non certo il mio. Mentre tu spiegherai le lezioni io mi farò i fatti miei, l'hai capito, vero? -chiese retorico, non aspettandosi veramente una risposta da parte sua.

-Ovviamente dirai tu a mia madre perché continuo a non fare progressi, visto che ormai ti sei preso l'impegno. O sbaglio? -lo stuzzicò di proposito, volendo proprio vedere cosa si sarebbe inventato quando sarebbe giunto il momento di ritirare la pagella.

Sua madre avrebbe ancora visto i suoi voti bassi, il numero esorbitante delle sue assenze e sicuramente sarebbe stata un'altra volta convocata dal preside per la sua pessima condotta in classe.

Il suo atteggiamento non sarebbe cambiato di una virgola, e sua madre ne avrebbe attribuito la colpa a Felix, visto che lui era ormai un caso perso. 

Si sarebbe fatto grandi risate quel giorno, perché tutti gli sforzi di Felix sarebbero risultati vani, solo uno spreco di tempo ed energie.

Non riusciva davvero a credere quanto fosse stupido e ostinato quel ragazzo.

Perchè non rinunciare subito, accettando umilmente la sconfitta, e andarsene per sempre dalla sua vita, come se non si fossero mai incontrati?

Ma forse, dopotutto, era meglio per lui, almeno si sarebbe divertito con lui, passando il tempo a prenderlo in giro e non dargli un attimo di pace.

Non avrebbero mai raggiunto una tregua, era troppo noioso.

-Spero ancora di riuscire a farti cambiare idea. -decise di confessare Felix, curioso di vedere la sua reazione.

Hyunjin scoppiò a ridere di gusto, sinceramente divertito dalla sua affermazione e dal suo tono convinto.

-Beh, mi dispiace per te ma non succederà mai. Povero illuso. -commentò, asciugandosi le lacrime, prima di tornare serio, segno che avesse ancora qualcosa da dire a riguardo.

-Non osare disturbarmi mentre dormo o ascolto la musica, o te ne pentirai amaramente. -gli puntò un dito contro, minacciandolo. -Per il resto, puoi fare tutto quello che ti pare, non mi interessa. Chiaro? -concluse, proponendogli quella sorta di patto per riuscire a sopravvivere entrambi alla reciproca compagnia, non avendo idea di quanto sarebbe durata quella messinscena che Felix aveva intenzione di mandare avanti, inutilmente, visto che non avrebbe mai raggiunto il suo scopo.

Felix si costrinse ad annuire, preferendo non rispondere niente.

Stava iniziando ad innervosirsi, quel ragazzino lo stava facendo esasperare a dismisura ed era solo il primo giorno, ma lui decise di non perdersi d'animo, fiducioso nelle sue capacità di persuasione e retorica.

Lo avrebbe fatto cambiare idea molto presto, ne era più che sicuro.

-Perfetto. -rispose Hyunjin, soddisfatto di aver raggiunto un compromesso.

Felix non gli avrebbe dato fastidio, limitandosi a spiegargli le lezioni, mentre lui avrebbe fatto finta di ascoltarlo, stando per i fatti suoi.

Un accordo che avevano stretto per il bene comune, la pace di entrambi.

Un equilibrio perfetto, in poche parole.

Hyunjin non riusciva ancora a credere che Felix avesse accettato così in fretta, senza mettergli ulteriore pressione, rassegnandosi fin da subito alla sua decisione, senza cercare disperatamente di convincerlo ad ascoltarlo.

Non era da lui quell'atteggiamento passivo, doveva per forza avere in mente un piano di riserva che avrebbe tentato di mettere in pratica durante le loro, o meglio, sue, lezioni.

Ma a lui non importava assolutamente nulla, avrebbe continuato a fare quello che più gli pareva, con o senza Felix nella sua stanza.

Lui non rappresentava un ostacolo alla sua libertà, non gli avrebbe impedito di comportarsi come voleva a casa sua.

Le regole le dettava lui, a Felix non restava altro da fare che obbedire senza fiatare, altrimenti sapeva la strada per uscire fuori da casa sua, non aveva bisogno di essere accompagnato.

-Cosa hai in mente di spiegarmi oggi? -si informò, per niente curioso di sapere l'argomento del giorno, né la materia.

Perfettino com'era Felix, c'era la possibilità che avesse già pensato a tutto, e infatti non si sbagliava.

Durante il tragitto in macchina, il ragazzo si era fatto in mente una scaletta da seguire con alcuni degli argomenti più interessanti e coinvolgenti delle materie che più gli piacevano, nella speranza di insegnare qualcosa a Hyunjin, trasmettendogli la sua passione per lo studio.

-Un argomento della letteratura italiana, uno dei due che vorrei spiegarti. -gli confidò con un piccolo sorriso, non vedendo l'ora di iniziare la lezione, anche se ovviamente Hyunjin non si sarebbe degnato di ascoltarlo, visto che avevano stretto quell'accordo.

Nonostante questo, lui ci avrebbe messo tutta l'anima, avrebbe parlato per ore ed ore, senza stancarsi neanche un po', di quello che lo appassionava davvero, la letteratura, coreana e straniera.

romanticizing school // hyunlix Où les histoires vivent. Découvrez maintenant