diciassette - vincent van gogh

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-Sei tornato. -mormorò Hyunjin, sentendosi profondamente sollevato e insolitamente contento di rivedere il ragazzo, dopo una settimana che non aveva avuto notizie del ragazzo, se non qualche sporadica informazione ricevuta da sua madre, che era diventata amica della madre di Felix, con la quale si mantenevano spesso in contatto.

Proprio durante una loro chiamata, Hyunjin aveva avuto modo di scoprire quale scusa si era inventato Felix per aver deciso improvvisamente di smettere di dargli ripetizioni a casa sua, rimandando temporaneamente l'impegno preso con la signora Hwang.

Ovviamente aveva origliato l'intera conversazione, nascosto dietro una parete, con un sorrisetto sornione sulle labbra e un'espressione divertita sul volto, osservando attentamente sua madre camminare avanti e indietro per il salotto, di tanto in tanto arrotolandosi ciocche di capelli, gesto che Hyunjin sapeva compiesse quando era particolarmente preoccupata e in pensiero per qualcosa, senza accorgersene.

Non aveva potuto pensare ad una scusa migliore?, si chiese il ragazzo, scuotendo più volte la testa e incrociando le braccia, in chiaro segno di disapprovazione.

Felix aveva dichiarato a sua madre che Hyunjin era ad un buon punto con lo studio, e che quindi non necessitava più delle sue spiegazioni per qualche tempo.

Dunque, a detta sua, avrebbero potuto anche sospendere i loro incontri quotidiani per dedicarsi ai rispettivi impegni, per poi riprendere le ripetizioni quando Hyunjin ne avrebbe avuto più bisogno.

Il ragazzo si era costretto a non scoppiare a ridere, trattenendo una sincera risata non appena gli erano giunte all'orecchio quelle esatte parole, estratte dalla conversazione concitata delle due donne, entrambe unite dalla gioia di avere due figli seri, studiosi e responsabili, il primo dei quali lo era sempre stato mentre per il secondo era avvenuto decisamente una sorta di miracolo, nel giro di appena qualche giorno.

A quanto pareva, quella cena non solo era stata un'occasione di conoscenza e amicizia, ma purtroppo anche testimone di un evento spiacevole e doloroso, i cui segni erano perfettamente visibili sul corpo di Felix, ferite che anche la sua anima stava cercando di far guarire.

Le labbra di Hyunjin si piegarono in un piccolo sorriso amaro, i suoi occhi stanchi, intrisi di una profonda tristezza, si posarono delicatamente sulla figura minuta del ragazzo che era stato in grado di conquistarlo con la sua dolcezza e semplicità, dietro la quale si nascondevano però tanti segreti, la cui portata aveva sconvolto nel profondo il ragazzo.

Niente é mai come sembra, pensò Hyunjin, rendendosi conto di quanto fosse stato poco opportuno quel suo commento, il primo giorno che aveva incontrato Felix.

Lo aveva accusato di indossare una maschera, tentando disperatamente di sembrare perfetto agli occhi degli altri, non avendo la minima idea di quanto gli stesse costando caro cercare di raggiungere il suo obiettivo, quale prezzo stesse pagando per compiacere suo padre, che non si poteva nemmeno definire tale.

La verità era che Hyunjin era soltanto un ragazzino immaturo ed insensibile, superficiale, era quella la considerazione che aveva di se stesso.

Si concedeva il diritto di giudicare le persone senza sapere nulla del loro passato, degli eventi che li avevano portati ad essere dove erano, di diventare chi erano, non soffermandosi a conoscerle per quelle che erano veramente, formulando giudizi affrettati e completamente infondati.

Era lo stesso errore che aveva commesso con Felix, giungendo alla conclusione che non fosse degno di diventare suo amico perchè convinto che stesse fingendo di essere chi non era, considerazione avvalorata anche dal fatto che quel ragazzo stesse cercando in tutti i modi di cambiarlo solo per rendere contenta sua madre e per portare a termine la sua missione.

romanticizing school // hyunlix Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt