BLACK LIPSTICK

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Da quel giorno, non sentii più Ryan per molto tempo.
Ebbi un riavvicinamento con Sergio, il quale aveva mollato Alessia e si stava dimostrando tenero nei miei confronti. Non stavamo insieme, ma ci vedevamo spesso, come una coppia agli esordi. Grazie alla sua vicinanza, per circa un anno non pensai più a Ryan. Mi sentivo felice, perché pensavo di essere vicina alla riconquista del mio primo amore. Mi illusi che avremmo potuto ricominciare da zero.
L'estate successiva, però, con mio profondo dolore, la nostra relazione naufragò del tutto. Non ci riconoscevamo a vicenda. Non eravamo più gli stessi ragazzetti che si erano giurati amore eterno con uno striscione sotto casa. Avevamo smesso di essere la coppia invidiata da tutti a scuola, quelli che non riuscivano mai a separarsi l'uno dall'altra, che andavano ogni sabato al cinema soltanto per baciarsi, che facevano l'amore a lume di candela e che si erano giurati amore eterno a diciott'anni.
Posso affermare che quel periodo mi servì per attuare un graduale distacco da lui, e rassegnarmi al fatto che non saremmo mai più tornati insieme. Sette anni erano ormai trascorsi dal nostro primo incontro in quel parcheggio per i motorini, ed era giunto il momento di lasciarsi andare a vicenda. Fu doloroso, sì, ma necessario.
L'ultima cosa che gli scrissi fu una frase di Herman Hesse. "E ti dico ancora: qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami seriamente e senta d'aver bisogno di me, mi trovi sordo al tuo appello. Mai!"

Negli anni, poi mi ritrovai costretta a vederlo ritratto in foto con tutte le sue nuove fiamme che si susseguivano come mosche. Faceva talmente male da farmi provare un dolore quasi fisico. La sensazione era sempre la stessa: "Voi non lo conoscerete, né amerete, mai quanto ho fatto io. Gli ho dato tutta la mia gioventù. Non riuscirete mai a fare lo stesso, neanche in cento vite. Nel suo cuore sarò per sempre la prima... l'unica tra tante".
Ammetto che di tanto in tanto sbirciavo anche il profilo di Ryan, che mi sembrava felice nella sua nuova dimensione parigina. Avrei voluto scrivergli ogni tanto, ma preferii lasciarlo vivere serenamente. Non avevo ancora superato Sergio, ed era meglio non coinvolgere nuovamente Ryan nei miei casini.
Trascorsi anni spensierati, uscendo con tanti ragazzi, senza mai cercare quello giusto. Le mie frequentazioni si limitavano a chiacchierate davanti a un caffè. Non avevo bisogno di qualcuno che mi cambiasse la vita. E soprattutto, non avevo voglia di farmi coinvolgere e stravolgere un'altra volta.
Avrei dovuto lavorare su me stessa, prima di cercare la mia anima gemella. Troppe parti di me necessitavano di essere aggiustate, prima di poter toccare altre vite senza distruggerle o farmi distruggere. Però, decisi di mettere da parte per qualche tempo questo processo di crescita.
Desideravo vivere senza troppe aspettative. Mi ero spogliata del mio lato sensibile. Nulla riusciva a colpirmi davvero. Vivevo alla giornata, combinando guai e deludendo la mia famiglia.
Rimasero tutti sconvolti quando i miei lunghi capelli biondi si tramutarono in un caschetto scuro con tanto di frangetta. Il mio nuovo tratto distintivo era il colore nero, che faceva da padrone sul mio abbigliamento e il makeup. Non uscivo mai senza indossare il mio rossetto nero ed enormi occhiali che mi coprivano gran parte del viso.
Avvertivo la necessità di sentirmi un'altra per un po'. La mia pelle mi stava troppo stretta.
"Non ti riconosco più" mi dicevano le persone a me care.
Ma a me non importava, perché loro stessi non avevano alzato un dito per impedire il mio declino. Dunque, che cosa volevano da me? Era troppo tardi. Ero cambiata, e dovevano accettarlo.
Avrei voluto che cercassero di conoscere la nuova persona che ero diventata, piuttosto che criticarla senza nemmeno provare a comprenderla! Eppure, sarebbe stato così semplice domandarle cosa ne avesse fatto della "Vera Elena" e perché, soprattutto.
Ma si sa, in fin dei conti ognuno ha la propria vita a cui badare, risolvere problemi, adempiere a impegni, superare drammi.
L'unica persona che ti accompagnerà per tutta la tua esistenza, già da prima del concepimento fino a dopo la morte, sarai sempre e soltanto tu.
Questa lezione l'avevo imparata molto bene.
Fu così che la "Nuova Elena", quella con il bicchiere sempre pieno e i modi volgari, divenne la "Elena di tutti i giorni", e quasi dimenticai chi fosse quella ragazza bionda dalla faccia pulita che amava il suo principe azzurro del liceo.
Ancora non lo sapevo, ma avevo bisogno che qualcuno me lo ricordasse.
Avevo perso me stessa, e non riuscivo più a ritrovarmi.
Durante questo periodo, non rivolsi la parola a nessuno dei miei vecchi contatti. Nemmeno al mio migliore amico Pietro, che ormai viveva all'estero da un bel pezzo e pensava soltanto a divertirsi.
Ero circondata da mille nuovi amici, ma nessuno lo era davvero.

Incontriamoci nei sogni [COMPLETATA]Where stories live. Discover now