Trentadue

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Skylar's POV

Non riuscivo a capire come diavolo mi fossi addormentata incatenata in quella cantina buia. O almeno per i primi minuti subito dopo essere stata svegliata bruscamente, non riuscivo a capire come.

Come potevo chiudere gli occhi anche solo per un secondo qui?

Fui presto scossa dai miei pensieri quando sentii, più che vedere, le sbarre di metallo che scricchiolavano mentre venivano aperte. E c'era qualcuno, una figura scura che incombeva a pochi passi da me.

Qualcuno era qui per salvarmi, fu il primo pensiero che ebbi, seguito da questa improvvisa ondata di speranza e sollievo, che si spense altrettanto rapidamente quando sentii un grugnito e vidi la persona, l'uomo, dirigersi verso l'altro angolo di la cantina dov'era Rena.

"Cosa...Cosa stai facendo?" Ritrovai la mia voce, alzandola in preda al panico quando vidi un altro uomo in piedi dall'altra parte delle sbarre, fermo a guardare, mentre il primo iniziava a trascinare fuori Rena.

E oh Dio, era priva di sensi. Perché era priva di sensi? E perché la sua testa penzolava di lato in quel modo?

"Cosa le avete fatto?" urlai, balzando in avanti solo per essere tirata indietro bruscamente dal panno intorno al collo.

Il mio improvviso sfogo mi fece anche guadagnare un rapido calcio nello stinco mentre l'uomo corpulento trascinava fuori Rena.

"Dove..." Cercai di non andare in iperventilazione, il che non funzionava perché i miei occhi spalancati saettavano da un punto all'altro. "Dove la stai portando?"

"Ordine di portarla fuori." L'uomo che stava fuori brontolò. Non riuscivo a vedere la sua faccia nell'oscurità, e probabilmente non l'avrei fatto nemmeno se ci fosse stata luce qui dentro. Non quando avevo la sensazione che avesse una maschera. Come facevano questi uomini a sapere dove andare senza alcuna fonte di luce?

E poi ripensai alle parole dell'uomo. Portarla fuori?, pensai mentre un orrore disgustoso mi riempiva. Ucciderla?

"No." Scossi freneticamente la testa, le dita che tiravano il panno attorno al mio collo, sentendolo graffiare bruscamente intorno alla pelle fino a quando non si strappò -cadde- e non fu più intorno alla mia gola. Balzai ancora una volta in avanti e cercai di fermare l'uomo che trasportava Rena come un oggetto senza vita. "No, non la porti da nessuna parte! Lasciala--"

L'uomo sibilò e praticamente gettò Rena fuori dalla cella prima di aggredirmi. "Oh, hai messo alla prova la mia pazienza fin dall'inizio, puttana." Ringhiò, spingendomi via con una forza così violenta che tutto sembrò oscillare intorno a me, anche in mezzo al buio pesto, quando la mia testa sbattè contro il terreno irregolare e sporco.

"Mi prenderò cura di lei e mi assicurerò che non parli più di quanto le è stato detto di fare." Stava dicendo. Non a me, registrò una piccola parte del mio cervello, ma all'altro uomo che stava fuori. Erano gli uomini di Felix, vero? "Tu portala al capo."

Stavano portando Rena da Felix, e io ero terrorizzata. Cercando di sedermi sul mio corpo tremante, non riuscii ad andare oltre quando l'uomo venne di nuovo su di me, afferrandomi la nuca per i capelli mentre un suono usciva dalle mie labbra: un doloroso miscuglio tra un forte sussulto e un piagnucolio. Il terrore non era niente di simile a quello che avevo mai provato quando mi spinse giù, e forse avrei urlato se la mia faccia non fosse stata spinta a terra, mentre l'altra sua mano mi torceva il braccio dietro la schiena. Non potei fare a meno di gridare dal dolore.

Ricordavo vagamente di aver pensato di essermi sbattuta il naso perché c'era odore di sangue. Odore di sangue, terra e qualcosa di viziato. La mia testa e il mio cuore battevano all'impazzata mentre lottavo, le urla erano soffocate dal terreno duro e non riuscivo a muovermi. "N-No, togliti! Togliti...per favore!"

Lost Heart | ✔ (Italian Translation)Where stories live. Discover now