se fai ancora una cosa del genere, ti uccido

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Sono passati un paio di giorni dalla sera del bigliettino e si può dire che non ho quasi mai tolto la felpa nera di Matteo da dosso.
E per incrementare il tutto ho spruzzato ancora il suo profumo sopra.
Me lo fa sentire vicino in questo periodo in cui in realtà mi è lontano.
Mi ha tirato un po' su di morale ricevere la sua felpa e non sono l'unica ad essersene accorta.
Tutti quanti l'hanno notato.
Se n'è accorta anche Arisa adesso che siamo insieme a lezione.

<<Ti vedo più serena rispetto la puntata>> mi dice con un sorriso.
<<In effetti lo sono, lo sono tanto>> le dico con un tono sereno.
<<Senti ma ti andrebbe di confidarti un po' con la tua prof?>>
<<Riguardo cosa?>> le chiedo confusa.

Potevo aspettarmelo che prima o poi sarebbe arrivato il momento di confrontarsi.
Di spiegare chi sono.
Sono sempre scappata da queste domande, ma non posso farlo per sempre.

<<Ti va di raccontarmi un po' di te? O di dirmi cosa succede in questo periodo nella tua
testolina?>>

Dai Ester, ce la puoi fare.

<<Io e mio fratello siamo stati adottati dai nostri genitori quando avevamo tre anni. Siamo cresciuti a Firenze e soprattutto siamo stati fortunati a trovare persone come mamma e papà.
Sono sempre stata una testa calda, sempre. Fin da piccola.
Cosa diversa invece dal mio gemello Aris>> le dico con un sorriso.
<<Ho causato un po' di problemi per la mia boccaccia>> ammetto ridendo.
<<Dovevi essere proprio una peste, eh>>
<<Neanche ti immagini! Però diciamo che crescendo un po' mi sono calmata, relativamente>> le spiego mantenendo lo stesso tono.
<<E senti...in amore?>> continua con un tono più serio.
<<In amore sfortunata...>> ammetto sentendo un macigno sul petto.
<<Cosa intendi?>>
<<Ho conosciuto il mio primo amore che ero davvero tanto piccina. Ero in primo superiore mentre lui era più grande di me di cinque anni.
M'ha dato tanto questa storia a livello positivo, ma soprattutto negativo, perché questa persona mi picchiava>> 

Mi libero da questo peso.
Mi libero sentendo la voce spezzarsi e le lacrime scendere sul viso.

<<Non avrei dovuto tirare fuori questo argomento Ester, scusami>> mi dice alzandosi in piedi.

Supera il plexiglass che divide l'aula per stringermi a se con forza.
Con le mani fredde va ad asciugarmi le lacrime per poi lasciarmi un bacio sulla fronte.
Rimango sorpresa da questo contatto con lei.
In realtà rimango sorpresa da qualsiasi contatto in generale con persone con cui non sono in confidenza.

<<No, non ti preoccupare. Non è un segreto e il parlarne, come mi ha detto una persona qualche settimana fa, mi aiuta ad affrontare le cose>>
<<E c'è qualcun altro adesso da un paio di settimane e credo di stare bene dopo tanto tempo. Non ti preoccupare, non è successo nulla>> le dico con tono rassicurante.

E ci credo davvero in queste parole.
Nonostante tutto quello che sta succedendo.

<<E questa persona è per caso un mio alunno?>> mi domanda con tono curioso.
<<Forse>> ammetto con un sorriso.
<<Ma ora torniamo a lezione!>> esclamo indicando i fogli.
<<Non scapperai per sempre da questa conversazione! E di' a Wax che dovete ripassare questo duetto eh!>>

---

Dopo la lezione con Arisa, una lezione con il vocal coach e la lezione Marlù, posso dire di essere totalmente distrutta e che vorrei solo mettere il mio corpo nel letto a dormire.
Vedo le luci spente da fuori la casetta e non sento alcun tipo di rumore.
E la cosa è strana, molto strana.
Apro la porta continuando a non sentire alcun rumore.
Accendo la luce ritrovandomi in mezzo alla sala un tavolo rotondo con due sedute.

<<Ragazzi?>> domando ad alta voce.
<<Che fine avete fatto?>> continuo guardandomi intorno.

Volto di scatto la testa verso sinistra dopo aver visto una luce accendersi all'improvviso, ritrovandomi Matteo, che indossa una camicia bianca e dei pantaloni neri, con una rosa in mano che avanza verso di me.

<<Stasera ci siamo solo noi>> mi dice avvicinandosi a me.
<<Perché è arrivato il momento di parlare>> continua porgendomi la rosa.
<<Ho cucinato, ho preparato tutto questo e chiesto ai ragazzi di stare in studio il più tardi possibile con l'accordo di Maria, perché ho bisogno di tempo per stare e per parlare con te>> mi spiega con un sorriso.

Alle sue parole sento le farfalle nello stomaco.

<<Hai cucinato tu? E la cucina è integra?>> gli chiedo prendendolo in giro.

E' l'unica cosa che riesco a fare.
Mi ha stupita.

<<Mi hai lasciata senza parole>> ammetto con gli occhi lucidi.

Si avvicina al tavolo, scosta la sedia e mi invita a sedermi come si fa nei film.
Lo guardo e rido, perché si vede che è un po' in difficoltà ma allo stesso tempo è anche tanto genuino.
E' semplicemente lui.
Si siede di fronte a me e posso giurare di averlo visto arrossire.
Mi sa che Matteo sta imparando ad uscier fuori.

<<Grazie per la cena>> gli dico sorridendo.
<<E grazie per quel biglietto, perché non l'ho fatto prima>> aggiungo.
<<Ti sta bene la mia felpa>> constata osservandomi.
<<Visto? Sta meglio a te che a me>>
<<E su questo non ci sono dubbi>> mi dice con un sorriso.
<<Però veniamo a noi...>> continua guardandomi negli occhi.
<<Tutti i dubbi che avevo in testa e che non mi facevano dormire, se ne sono andati.
Sono riuscito a domarli.
Ho capito che con te Matteo uscirà a prescindere perché tu mi tocchi a livello umano ed è questa la cosa che mi ha spaventato.
Ora basta Dr. Jekyll and Mr. Hyde, creiamo un Dr. Hyde, perché con te Matteo non si nasconde e vuole provare sia la calma che l'amore.
Io voglio provare sia la calma che l'amore e voglio farlo con te, perché hai scatenato in me queste cose>>

Scoppio a ridere per la storia di Dr. Jekyll and Mr. Hyde.
Gli vado incontro sedendomi sulle sue gambe.
Il suo braccio mi avvolge il fianco mentre la mia mano finisce nei suoi capelli.

<<Sono contenta che tu abbia capito.
Ma ancora più contenta che delle cose che non hai mai provato tu voglia provarle con me.
Ho aspettato tanto che arrivasse il giorno in cui saresti venuto a dirmi queste parole e finalmente è arrivato>> gli dico sorridendo.
<<E mi hai fatta penare eh!>> esclamo prendendolo in giro.
<<Però mi è mancato starti così vicino>> ammetto stringendolo a me.
<<Sono impazzito in questi giorni>>
<<E di chi è la colpa?>> gli chiedo ironica.
<<Mia, solo mia. Però adesso possiamo rimediare?>> 

Poggio le mani sul suo viso.
Poi vado a tracciare i contorni del suo viso.
Fronte, occhi, naso, per poi concentrarmi su quello delle labbra, dove ci lascio un bacio.

<<Se fai ancora una cosa del genere, ti uccido>> sussurro sulle sue labbra.
<<Non lo faccio più>>
<<E sappi che domani ti aspetta un bel discorsetto>> continuo divertita.
<<Ramanzina vero?>> mi domanda ovvio.
<<Ramanzina>> gli rispondo con un sorrisetto divertito.
<<E comunque Arisa mi ha detto che dobbiamo ripassare il duetto>> continuo toccandogli la punta del naso con l'indice.
<<Ti va di cantare adesso?>> mi domanda curioso.
<<Si che mi va, mi va sempre>>

Prende la decisione, tutto da solo, che avremo cantato acapella perché a lui piace così ed io mi limito ad assecondarlo.
Mi andrebbe bene tutto in questo momento.
Rimaniamo sempre in quella posizione.
Io seduta su di lui, con i nostri occhi incastrati.

Say something, I'm giving up on youI'll be the one, if you want me toAnywhere, I would've followed youSay something, I'm giving up on you

And I am feeling so small
It was over my head
I know nothing at all
And I will stumble and fall
I'm still learning to love
Just starting to crawl

Say something, I'm giving up on youAnd I'm sorry that I couldn't get to youAnd anywhere, I would have followed you
Oh-oh, say something, I'm giving up on you

Say something, I'm giving up on you

Say something


<<Tu non immagini neanche il bene che ti voglio>> mi sussurra sulle labbra.
<<E' lo stesso bene che io voglio a te>>


comunque ho notato che di solito nelle storie è il bad boy che fa lo stronzo sostenuto e nella mia storia è la protagonista a fare la stronza.
fatemi, come sempre, sapere se la storia vi piace.
a presto, un bacio 
<3

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