vorrei tornare nella mia cameretta

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“Ciao a tutti,
questa è una lettera che non pensavo avrei mai scritto, perché evito di essere sentimentale.
Ma se c'è una cosa che questo percorso mi ha insegnato, è quello di emozionarmi e lasciarmi andare.
Che dire...sono stati i sette mesi più intensi di tutta la mia vita.
I più puri, i più importanti.
Sono arrivata come l'Ester che cercava di pensare solo a se stessa, impaurita dalla vita.
Me ne esco come l'Ester che si mette al primo posto e ha voglia di vedere cosa la vita le riservi.
Ringrazio tutti voi che mi siete sempre stati vicini.
Ma in particolare vorrei ringraziare un paio di persone.
A cominciare da Giovanni, che è stato uno dei primi che li dentro mi ha rivolto la parola.
Consigliere, aiuto cuoco, grande amico, ma soprattutto un fratello.
Tutto quello che penso di te lo sai già, volevo solo ribadirlo.
A Federica, che è stata la mia complice in ogni cosa.
Continua a crescere piccola stella, perché andrai lontanissima. Ne sono sicura.
Il tuo futuro inizia solo adesso.
A Maddalena, una delle ragazze più forti che abbia mai conosciuto.
Continua a dominare la scena come solo una vera leonessa sa fare (si maestra Celentano, è proprio una frecciatina per lei).
Ad Arisa, che ha posto la sua fiducia in me fin dal primo giorno.
Grazie per essere stata la mia mentore, per avermi supportata per ogni cosa (e si, intendo ogni cambio canzone). Sei stata fondamentale nel mio percorso.
A Maria, perché qui dentro sei stata una madre per tutti noi.
Infine, non per importanza, ringrazio te, Matteo.
Sei stato la mia sfida più grande qui dentro.
Una sfida contro me stessa e contro le mie paure.
Spero che tu rimanga qui dentro quanto più possibile e che lotti per arrivare al tuo obiettivo.
Io ti aspetto fuori, te l'ho promesso.
Lo sai, mantengo sempre la parola data.
Io aspetto tutti voi.
Godetevi la fine di tutto questo percorso e assorbite tutto.
Come detto a Samu, vivete d'arte che nella vita non c'è niente di meglio.
Buona fortuna per tutto.
A presto,
la vostra rompi scatole preferita.
Ester”

Imbuco la lettera nella cassetta della posta di quella che fino a qualche ora fa è stata la mia casetta.

<Fatto?> mi domanda Alessio con un sorriso.
<Fatto. Andiamo in aeroporto?> gli chiedo mettendomi in piedi.
<Certo. Il taxi è arrivato, ho pagato io> mi dice indicando l'auto bianca arrivare.
<Dopo ti do i soldi>
<Ma figurati, offro io la corsa> controbatte prendendomi in giro.
<Ma facciamo a metà almeno!> esclamo sorpresa.
<No, ti ho detto che ho pagato io. Rassegnati> continua sbuffando.

Apre la portiera facendomi entrare e poi mi segue subito dentro.

<All'aeroporto, grazie> dice Ale al conducente.
<Grazie> gli dico con un sorriso.
<Per la corsa? Ma figurati pulce, per così poco>
<A che ora è il tuo volo?> continua guardandomi.
<Alle due precise. Il tuo?>
<Alle tre>
<Allora abbiamo tempo di stare insieme> constato sorridendo.
<Volevi liberarti di me eh> mi dice ridendo.
<Oh no, mi hai scoperta...chi te l'ha detto?>
<Tanto poi trovo un modo per darti i soldi> gli dico poggiando la testa sulla sua spalla.
<Ua Ester, mi fai arrabbiare se fai così> mi risponde sbuffando.
<Va bene, la smetto>

Il viaggio, seppur corto, continua così.
Tra risate e sorrisi.
Non vedendo l'ora di poter mettere piede in aeroporto.
Ci manca casa e per alcune cose, non potrebbe essere altrimenti.

<Grazie> diciamo insieme all'autista dopo averci dato una mano con i bagagli.

Entriamo in aeroporto.
Ma è vero?
Stiamo per tornare davvero a casa?

<Guarda, c'è un pianoforte!> esclama indicando lo strumento.
<Mi è venuta un'idea> gli dico iniziando a trascinarlo con una mano, mentre con l'altra prendo i bagagli.
<Ma che fai!> esclama ridendo.
<Io canto, tu improvvisi> gli propongo mettendomi a sedere sullo sgabello.
<Che cosa però?>
<Quello che vuoi tu> gli rispondo sorridendo.
<Sai fare "Pompeii"?> mi domanda.
<Certo che si. Dammi tu il via>
<1,2,3>

I was left to my own devices
Many days fell away with nothing to show

And the walls kept tumbling down
In the city that we love
Grey clouds roll over the hills
Bringing darkness from above

But if you close your eyes
Does it almost feel like nothing changed at all?
And if you close your eyes
Does it almost feel like you've been here before?
How am I gonna be an optimist about this?
How am I gonna be an optimist about this?

And the walls kept tumbling down
In the city that we love
Grey clouds roll over the hills
Bringing darkness from above

But if you close your eyes
Does it almost feel like nothing changed at all?
And if you close your eyes
Does it almost feel like you've been here before?
How am I gonna be an optimist about this?
How am I gonna be an optimist about this?
If you close your eyes
Does it almost feel like nothing changed at all?

Alessio mi abbraccia con il fiatone.
Veniamo sommersi dall'applauso delle persone intorno.
Eravamo così immersi nel nostro mondo da non esserci accorti che siamo stati circondati da un sacco di persone.

<Grazie> mi sussurra all'orecchio.
<Per che cosa?>
<Per tutto quanto>

---

Firenze.
La mia amata città.
È strano ma bello essere ritornata a casa.
Appena scendo dall'aereo sembro Flash per la velocità in cui ho recuperato i bagagli.
Percorro la pedana e appena in lontananza vedo la mia famiglia e Tommy, corro lasciando tutto.
La prima persona che abbraccio è la mamma.
Con così tanta forza quasi da cadere a terra.

<Ma come ti sei fatta bella> mi dice con un sorriso.
<Tu sei più bella mamma, davvero> ammetto con le lacrime agli occhi.

Lacrime che cadono definitivamente quando abbraccio papà.

<Mi sei mancata piccina> ammette emozionato.

Quando Aris mi stringe a lui mi solleva da terra.

<Ma te quanto sei cresciuto?> gli domando ridendo.
<Guarda che sono uguale a prima eh, magari sei te che non te la regoli più> mi risponde prendendomi in giro.

Tommy mi guarda divertito.
Mi stringe a lui non volendomi lasciar più andare.

<Mi sei mancata> ammette con un sorriso.
<Anche tu G, tantissimo> dico contro il suo petto.
<E a me non mi saluti?>

Mi stacco stranita quando sento la voce di Samu.

<E tu che ci fai qui?> gli chiedo sorpresa abbracciandolo forte.
<Mi ha scritto Tommy e sono salito sul primo treno per venire a salutarti> ammette arrossendo un po'.
<Grazie amore mio, lo apprezzo tanto. Lo sai>
<Ma adesso andiamo a casa? Vorrei tornare nella mia cameretta> ammetto nei confronti dei miei.
<Andiamo subito a casa bimba, tranquilla> mi dice papà con un sorriso.

Casa, arrivo.
Mi sei mancata.

Sweater Weather - WaxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora