ma hai visto come ti guarda Alessio?

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Il clima in casetta continua ad essere teso.
Non si può dire una parola perché scoppia il putiferio.
E sinceramente sono stanca di tutta questa tensione.
Vorrei poter vivere tranquilla senza la paura di dire qualcosa fuori luogo o con il tono sbagliato.
Matteo e Fede sono a lezione con Arisa, mente io sono in casetta con poche persone.
Per la precisione sono con Samu e Ale.

<Che hai?> mi chiede Samu aggrottando le sopracciglia.
<Nulla, ho solo un po' di sonno> gli rispondo.

Spero che abbocchi a quanto gli dico, anche se conoscendolo so che non lo farà.

<Faccio finta di crederti> mi dice scompigliandomi i capelli.
<Ei, nano, fermo con le mani!> esclamo cercando di rimettere apposto il danno che ha fatto.
<Come vi sentite per la puntata?>

Alessio fino ad ora è rimasto in silenzio.
Cattura la nostra attenzione con questa domanda.

<Io sono tranquillo, ma un po' d'ansia c'è sempre> ammette il siciliano di fronte a me.
<Io non lo so. Sono sicura che ci sarà un battibecco con Rudy, ma quello è inevitabile> commento io con un po' d'amarezza.

Si è fissato con delle cose che non stanno né in cielo né in terra.
Tipo per Matteo.
Il fatto che non debba scrivere barre, che non debba usare l'autotune, che sia sempre "ripetitivo".
Ma si deve ricordare a Rudy che ha avuto Sangiovanni in squadra che faceva le stesse cose?
Non è un paragone.
Ma c'è bisogno di coerenza.

<Io spero di poter ballare. Almeno una volta sola. Sono rimasto in disparte tutta la puntata l'altra volta e non credo sia giusto> dice Alessio.

Samu, nel frattempo, con la scusa di aiutare Maddalena con un passo è andato via, lasciando me ed Ale da soli.

<Mi dispiace che tu non abbia ballato> gli dico.

E lo penso davvero.
Non è un "mi dispiace" di circostanza.

<Non dirlo per assecondarmi> tenta di dire lui.

Lo squadro dalla testa ai piedi.
Ma ha capito con chi sta parlando?

<Pronto? Sono Ester, quella che ti dice tutto quello che pensa!> esclamo ironica.
<Mi è dispiaciuto davvero non vederti ballare. Sei uno dei miei ballerini preferiti qui dentro> continuo sorridendo.
<Grazie pulce> ammette e anche lui prende esempio da quanto fatto da Samu mettendo in disordine i miei capelli.
<Ma che vi hanno fatto i miei capelli?>

Ale scoppia a ridere e mi tira su di morale non vederlo più triste.
Mi sdraio sul divano prendendo un respiro profondo.

<Però tu vuoi dirmi davvero che hai?>
<Sono solo stanca dell'aria di tensione che c'è sempre in casetta. Nessuno può più dire nulla perché l'altro parte a molla.
Io la prima e me ne rendo conto> gli spiego passandomi le mani sul viso.
<Credo sia normale. Siamo entrati in una vera e propria competizione, dove chi non fa bene una volta torna a casa.
È normale essere tesi e nervosi. Non dico sia un bene sbraitarci sempre contro, ma è comprensibile da un lato>

Guardo Ale stupita.
Più giorni passano dove imparo a conoscerlo, più apprendo tratti della sua personalità ai quali magari non facevo caso.

<Che c'è?> mi domanda confuso.
<Nulla> rispondo scrollando le spalle.
<Sai che mi piacerebbe imparare a ballare? Io sono un tronco> ammetto ridendo.
<Cosa vuoi imparare?> mi chiede curioso.
<I balli caraibici> continuo ridendo.

Scatta in piedi come una molla.
Prende l'iPad con il quale ascoltiamo la musica, lo collega alle casse e fa partire le canzoni adatte.
Quando ritorna da me, mi porge la mano tirandomi su.

<Provi a stare al passo?> mi chiede divertito.

Annuisco non molto convinta.
Non è facile seguirlo.
Ha un movimento molto fluido e non riesco a stargli dietro.
Anzi, inciampo nei miei stessi piedi.

<Sei un impiastro> ammette lui prendendomi in giro.
<Te l'ho detto che sono incapace>
<Però non te la cavi malissimo. Se vuoi ti insegno davvero a ballare e->
<Interrompo qualcosa?>

La voce di Ale viene interrotta da quella di Matteo che è fermo sullo stipite del salottino.

<Ciao amore!> esclamo con un sorriso.
<Non hai interrotto nulla> continuo andandogli incontro.
<A me pare di sì> constata infastidito.
<Stavo solo insegnando ad Ester un paio di passi, nulla di più> tenta di dire Ale.

Matteo non gli dà retta.
Lo guarda male. Malissimo.
Se ne va in stanza sbattendo la porta e ci lascia da soli.

<Non volevo creare problemi> mi dice il ballerino dispiaciuto.
<Non è colpa tua Ale. Vado di là a parlarci>

Dileguo il ballerino prendendo la strada che porta nella stanza verde.
Entro dentro trovando Matteo a torso nudo mentre si sta cambiando.

<Vai via> mi dice voltandosi di spalle.
<Assolutamente no> gli dico avvicinandomi a lui.
<Che ti è preso prima?> continuo mettendomi a sedere sul suo letto.
<Che mi è preso? Ma hai visto come ti guarda Alessio?>
<In nessun modo. Siamo amici, esattamente come lo sono con Samu>  gli spiego incitandolo a sedersi.
<Ester, ti giuro, io conosco gli sguardi dei ragazzi>
<Anche io conosco gli sguardi delle ragazze se è per questo> commento inasprita.
<Che vuoi dire?> mi domanda confuso.
<Che noto il modo in cui Angelina ti guarda, per esempio. Ma non sono gelosa o preoccupata perché so che sei innamorato di me.> gli spiego guardandolo negli occhi.
<A me Angelina non interessa>
<E a me non interessa Ale, testone> rispondo a mia volta prendendolo in giro.
<Gli ho risposto tanto male?> mi domanda imbarazzato.
<Non è tanto come gli hai risposto, ma come lo hai guardato. Si è pure preoccupato di aver creato problemi> ammetto con tono di replica.
<Devo chiedergli scusa, vero?>
<Matte, non mandare all'aria un'amicizia per delle paranoie o per cose effimere. Ale è un bravo ragazzo e voi due, oltretutto, siete amici.
Non ti costringo a chiedergli scusa, fallo solo se te la senti>
<Metto una maglia e vado di là a parlarci> mi dice accennando un sorriso.
<Sono fiera di te> gli dico sorridendo.
<Metti da parte il tuo orgoglio e so quanto è difficile. Stai maturando, Matte> continuo accarezzandogli il viso.
<Questo solo grazie a te>

Sweater Weather - WaxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora