perché non mi sostieni mai?

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La puntata si avvicina ed io sono in ansia, com'è normale che sia.
Quello che mi agita è l'aria di tensione che c'è in casetta.
Tutti stanno ipotizzando chi possa uscire nella prossima puntata.
Il mio nome è uscito ma non mi interessa.
La cosa che mi interessa è cantare in puntata.
Punto.
A prescindere da quello che dicono gli altri.
E trovo anche inutile che gli altri ci si mettano di impegno per dire nomi di eventuali eliminati ma non hanno il coraggio di metterci loro stessi.

<Tu non dici nulla?> mi domanda Federica.
<No, preferisco non dire nulla. C'è già abbastanza tensione tra di noi e non credo che il mio commento possa migliorare la situazione> le spiego scrollando le spalle.
<Ma non è un accentuare di più la tensione. Visto che tutti abbiamo detto qualcosa, potresti farlo anche tu> tenta di dire Giovanni.
<Si, ho capito, ma lo trovo inutile. Se proprio ci tenete, uno dei nomi sono io. E vi basta solo sapere questo e che la mia valigia è pronta nell'eventualità>
<Io la valigia non l'ho mai disfatta> ammette Matteo.

Mi volto verso di lui.
In questi giorni non è sereno per la puntata.
Però è vero.
Non ha mai disfatto la valigia.
È sempre rimasta intatta.
Poi però mi volto verso Aaron che sta iniziando a fare dei gesti dopo le parole di Matteo.
Qua si mette male.

<Ti sembra il caso?> gli domando innervosita.
<Di fare che?> mi chiede il marchigiano confuso.
<Senti Aaron... Matteo avrà anche il suo caratterino, ma se tu fai gesti o versi ogni qual volta che parla, non ti sorprendere e non ci rimanere male se lui poi ti attacca.
Perché arrivati ad un certo punto te le cerchi> gli spiego sbuffando.
<Ma fatti gli affari tuoi> mi risponde lui alzandosi in piedi.
<E sia chiaro, non lo sto difendendo. Però tu ti ci metti proprio d'impegno certe volte per fargli perdere le staffe>
<Ester non ti impicciare. Non c'entri un cazzo in questa cosa>
<Ei! Non risponderle così, chiaro?> gli chiede Matteo mettendosi di fronte a lui.
<Finitela, tutti e due. Avete rotto le scatole. Entrambi.
E si, Matteo, anche tu ci metti il tuo.
E poi, Aaron, Matteo non ti sta simpatico. E' inutile provare a far finta che non sia così e far finta di essergli amico quando le tue frecciatine di sottecchi le colgono tutte> Inveisco contro il biondo puntandogli un dito contro il petto, facendolo indietreggiare.
<E per quanto riguarda te:> continuo rivolgendomi al mio ragazzo.
<Devi darti una gran, bella calmata, perché andrà a finire che te la prendi anche con persone che non c'entrano con la tua rabbia>

Matteo sembra non ascoltarmi.
Anzi, è come se le mie parole stessero alimentando ancora di più la sua rabbia.

<Perché non mi sostieni?> mi chiede con rabbia.
<Non ti sostengo? Cosa pensi abbia fatto fino ad ora?
Quando hai ragione lo dico. Sempre.
Sono la prima a dirlo.
Ma quando hai torto non posso darti ragione.
Sarei una ragazza di merda se ti sostenessi quando hai torto marcio piuttosto che farti aprire gli occhi.
Mi dispiace, ma non sono quel tipo di persona che sostiene solo per piacere agli altri. Dovresti saperlo>

Matteo se ne va lasciandomi da sola tra le mie parole.
Mi sento una stupida quando si comporta in questo modo.
Sento lo sguardo di tutti addosso.

<Okay gente, il teatrino è finito. Circolare> dice Giovanni invitando gli altri ad andare da un'altra parte.
<Quando si calmerà verrà lui a parlarti. Sai com'è fatto.
Quando si tratta di te non c'è orgoglio che tenga> mi rassicura lui sorridendomi.

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Ho finalmente terminato di pulire la cucina.
Da sola.
Matteo ha passato tutta la serata in disparte, se non per parlare poche volte con Angelina.
Mi ha dato fastidio? Si. Tantissimo.
Com'è che si dice?
“Parli del diavolo e spuntano le corna”?
Matteo arriva in cucina fermandosi davanti al bancone.
Mi osserva ma non dice nulla.

<Vuoi rimanere lì in silenzio ancora per molto? No, perché sai, se non hai niente da dirmi me ne vado a letto perché la persona che avrebbe dovuto aiutarmi in cucina -tu- ha passato la serata in chiacchere con Angelina e ho dovuto fare tutto da sola> gli dico infastidita.
<Non fare così, per favore> mi implora lui raggiungendomi.
<Così come, Matteo?>
<Possiamo parlare con calma?> mi chiede guardandomi negli occhi.
<Sto aspettando> asserisco, per poi mettermi a sedere sul bancone.
<Non volevo trattarti male prima.
È che lo sai...Aaron mi fa perdere le staffe. Lo fa apposta.
È come se la mattina, il suo primo pensiero, sia: "come posso infastidire Wax oggi?" e la cosa che mi dà fastidio è che ci riesce.
Mi infastidisce, mi fa perdere le staffe ed oggi, come hai detto tu, me la sono presa con chi non c'entrava niente.
Me la sono presa con te, che mi sei accanto sempre.
A prescindere dal fare lo stronzo o meno>

Lo sento dalle sue parole che gli dispiace davvero.
E so quanto per lui sia difficile fare un passo del genere.

<Mi perdoni?> quasi sussurra avvicinandosi a me.
<Certo che ti perdono, testone> ammetto ridendo.
<Ti amo, ti amo, ti amo>
<Anch'io>

Sweater Weather - WaxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora