voglio godermi la sua stretta sul mio corpo.

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Sono in aula due, la lezione è quasi finita.
Ho finito di provare i brani e due ore fa ho avuto la lezione con Sebastian.
Aveva ragione, le cose stanno andando meglio.
E questo anche grazie ad Alessio che ogni giorno si mette a provare con me.

<Ester io direi che siamo sulla strada giusta> mi dice Arisa con un sorriso.
<Questa settimana ho deciso di prendere tutto come viene. Ho la sensazione che in puntata l'eliminata sarò io, quindi voglio godermi tutto> ammetto mettendomi a sedere sullo sgabello.
<Ti va se parliamo un po'?> mi domanda.
<Certo, di qualsiasi cosa>
<Tu come lo vedi il percorso che hai fatto fino ad ora?> continua curiosa.

Sorrido alla sua domanda.
Il mio percorso...
Non potrei essere più felice di così.

<Io sono soddisfatta del mio percorso.
Davvero, ho dato tutta me stessa nel programma e sono fiera di quello che ho fatto fino ad ora> ammetto con un sorriso.
<Sai che se fosse come dici tu, che malauguratamente dovessi uscire, non si ferma qui il tempo? Anzi, comincia proprio da li?> 
<Si, lo so. E' anche per questo che sono tranquilla e sto vivendo bene la settimana> le dico rassicurandola.
<Sono contenta di averti avuta nella mia squadra e soprattutto contentissima che tu mi abbia scelta come coach e abbia riposto in me la tua fiducia> 
<Ti posso abbracciare?> le domando sorridendo.
<Certo che sì, vieni di qua tesoro>

Quasi corro quando acconsente alla mia richiesta.
La stringo a me.
Goditi tutto.

---

<Chi ha il turno in cucina oggi?> domando ad alta voce entrando in casetta.
<Io e Wax> mi risponde Giovanni.
<Voi due insieme? Volete far esplodere la cucina?> gli chiedo ridendo.
<Si okay...lo so che non finirà bene>
<Ti propongo uno scambio> inizio guardandolo.
<Spara>
<Il mio turno di lavaggio piatti con il tuo turno in cucina> gli propongo con un sorriso.
<Accetto solo perché il tuo turno lavaggio piatti coincide con quello di Isobel e voglio parlarci una volta per tutte per evitare, almeno, di vivere nel gelo quando siamo vicini> mi spiega scrollando le spalle.
<Ti dispiace non parlarci, vero?> 

Che domanda stupida Ester.
Potevi risparmiartela.

<Tantissimo, però le cose sono andate così. Non posso farci molto arrivati ad un certo punto> 
<Se hai bisogno di parlare->
<Si, lo so. Devo venire da te. Non ti preoccupare, lo farò sicuramente>

Giovanni mi lascia sola in cucina.
Sento delle voci provenire da fuori e vedo i ballerini tornare dalle loro rispettive lezioni.
Alessio si ferma al bancone con me e mi rivolge un sorriso.

<Come stai?> gli domando osservandolo.
<Sono stanco. Oggi mi sono spaccato alle prove> 
<Va a riposarti allora> gli dico con tono ovvio.
<No. Prima proviamo io e te il tuo pezzo e poi posso andare a riposare>
<Ma Ale se sei stanco io posso anche provare da sola> provo a dirgli ma lo vedo scuotere la testa.
<Va' a cambiarti. Metti qualcosa di comodo e ci mettiamo a provare> 
<Va bene. Volo, okay?> gli chiedo sorridendo.
<Okay>

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Dopo aver provato con Alessio ho fatto una doccia bollente.
Ho trascorso un po' di tempo con Matteo e poi ci siamo messi a cucinare.
Ho in mente un po' di cose da fare questa sera.
Con tutti quanti.
Anche con chi in questo periodo tollero poco.
Godersi. Ogni. Attimo.

<Mi vuoi dire cosa hai in mente?> mi chiede Matteo curioso.
<No. Chiama solo gli altri e dì che è pronto> gli rispondo ridendo.
<Va bene, va bene. Sto al gioco> controbatte sbuffando.
<Raga, è pronto!> esclama a voce alta.

Una mandria di persone arriva in cucina in fretta e furia.
Si, mi sa proprio che hanno fame.

<Che hai cucinato?> mi domanda Giovanni curioso.
<Signori ho fatto le schiacciate toscane. Questa è una ricetta di famiglia, quindi non trovateci difetti perché se mia nonna guarda la puntata sarebbe capace di torturarvi uno ad uno> 

Sorrido al pensiero di quando la nonna mi ha insegnato a cucinare ogni cosa che so fare.
E ammetto che è anche divertente immaginare la scena della nonna che li tortura perché hanno trovato dei difetti nelle sue schiacciate.

<Come si chiama tua nonna?> mi chiede Fede con un sorriso.
<Nonna Lina> le rispondo sorridendo a mia volta.
<Alle schiacciate di Nonna Lina!> esclama Mattia.
<E vediamo se sono più buone delle focacce pugliesi> continua prendendomi in giro.
<Non ci contare troppo, biondino. Le ricette di Nonna Lina sono sacre!>

---

<Ei, dov'eri?> domando a Matteo una volta che è entrato nella nostra stanza.
<Scusa. Angelina mi ha chiesto di parlare e la cosa è andata per le lunghe> mi spiega sedendosi accanto a me.
<Di cosa ha voluto parlare?> gli chiedo confusa.
<Era triste per Samu e poi ha detto di "non giocarle più questi scherzi", visto che ero al ballottaggio>
<A lei? Non devi giocare questi scherzi a lei? In realtà non devi giocare questi scherzi a me! > esclamo infastidita.

Ma che discorsi sono?

<Siamo amici, era dispiaciuta che fossi li> tenta di dire lui.
<No, scusa, ma io vedo come ti guarda. Sono gli stessi occhi che avevo su di te all'inizio> gli dico guardandolo negli occhi.
<E che occhi sono?>
<Io ti bramavo con gli occhi prima che ci mettessimo insieme. 
Ti bramavo, ti mangiavo. E mi da, sinceramente, molto fastidio vedere lo stesso sguardo di qualcun'altra su di te> ammetto sbuffando.
<Qualcuno è geloso> constata Matteo prendendomi in giro.
<Tu dici?> gli chiedo ironica.
<Ti ho già detto che mi fai impazzire quando sei gelosa, vero?> mi domanda ad un passo dalle labbra.
<Prendetevi una stanza, Cristo> borbotta Giovanni piazzandosi un cuscino sul viso.
<Scusa Gio> gli dico provando a trattenere una risata.
<Ester, io amo te> mi dice a bassa voce.
<Solo te.> asserisce un'altra volta.

Lo stringo a me non lasciandolo.
Voglio godermi la sua stretta sul mio corpo.
Va giù con il busto portandomi su di se.
Sposta i capelli che mi finiscono intorno al viso.
Mi guarda e sorride.
Con gli occhi che gli brillano.

<Ti manca Samu, vero?> gli chiedo dopo un po'.
<E' probabilmente uno di quelli con cui ho legato di più qui dentro. Un fratellino.
Essere con lui al ballottaggio è stato devastante, perché in qualunque modo fosse andata, sarebbe stato brutto.
Non meritava di stare lì con me> 
<Neanche tu meritavi di stare lì> constato con tono serio.
<Io sì>
<Smettila di credere di non essere speciale. C'è un motivo se sei qui, se c'è gente che ti supporta.
Dobbiamo rifare di nuovo quel discorso?> 
<No, me lo ricordo> ammette sospirando.
<Allora me lo fai un sorriso?> gli domando sorridendo a mia volta.

Vedo le sue labbra incurvarsi all'insù, scoprendo i denti bianchi, rivelando un sorriso smagliante.

<Sai che mi ha scritto tuo fratello?> gli chiedo curiosa.
<Ma come ti ha scritto Pietro? Che ti ha detto?> mi chiede di rimando aggrottando le sopracciglia.
<Mi ha detto che non vede l'ora di conoscermi perché dice di non averti mai visto così felice> gli rispondo imbarazzandomi.
<Non vedo l'ora di fartelo conoscere. E di farti conoscere la mia famiglia! Davvero, mia madre ti adorerà di sicuro> esclama e le sue parole mi fanno imbarazzare ancora di più.
<Ti manca la tua famiglia?> 
<Un po'. Ma questa assenza la colmi tu, che sei "casa" ormai> ammette per poi lasciarmi un bacio casto, semplice e dolce sulle labbra.
<Non me lo aveva mai detto nessuno> mi lascio sfuggire stupita.
<Sei la mia casa, Matteo> sussurro accennando un sorriso.
<Abbiamo capito!> esclama Giovanni ad alta voce.
<Tu sei la sua casa, tu sei la sua. Vi amate, vi sposerete, avrete bambini. Tutto molto dolce e bello! Ma ora è quasi l'una di notte. Chiudete le bocche e dormite. Grazie> continua per poi sollevarsi con il busto e guardarci scocciato.
<Va bene Gio', andiamo a dormire. Buonanotte>
<Buonanotte amore> mi dice Matteo prima di mettersi nel suo letto.
<Buonanotte>

Sweater Weather - WaxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora