"Di ritorno"

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TAEHYUNG

Apro la porta di casa, sono stanco, oggi ho fatto due ore di straordinario. Un macchinario si è bloccato e ho dovuto aspettare che lo sbloccassero per andarmene. Una palla assurda. Mi tolgo le scarpe. Jungkook ha lasciato di nuovo gli stivali zuppi e infangati alla porta. Vedo anche un altro paio di scarpe. Chi si è portato a casa a quest'ora?

"I tuoi merda di stivali mettili fuori ad asciugare." Urlo per farmi sentire. La vita da soli è sempre stata un pò traballante. Io non sono spreciso come lui. O meglio, in camera mia si, ma non per il resto della casa. Invece Jungkook è proprio un disastro. Ho vissuto con lui per una vita, ma a casa dei nostri genitori addottivi, non potevamo lasciare una briciola da nessuna parte. I primi giorni di convivenza sono stati un trauma. Cartacce, birre finite, montagne di piatti sporchi. Adesso abbiamo il nostro equilibrio. Io so quando pulire, lo stesso vale per Jungkook.

Avvicinandomi verso la cucina, faccio piú rumore possibile, per fa capire che ci sono pure io. Passi belli forti. Non voglio trovarlo a scopare con qualcuno sul bancone della cucina. È già successo, mi è bastato.

"Abbiamo ospiti." E che ospiti. Mi blocco quando vedo Jimin, seduto al tavolo con Jungkook. È venuto? Perchè è qui? Quanto è bello.

"Oh. Comunque sia devi togliere quegli stivali infangati e sporchi." Vado a posare la borsa a terra, vicino alla dispensa. Non distogliendo lo sguardo da Jimin che mi guarda, ansioso. Ha le guance arrossate.

"Finisco il caffè poi vado. Liu voleva farmi vedere una cosa. Capita a pennello." Vedo delle tazzine sul tavolo, si sono bevuti un caffè. A quest'ora?

"Ciao, comunque. Torni stasera a cena?" Domando, visto che devo cucinare io.

"Non credo. Mangerò qualcosa con lui." Perfetto.

"E tu?" Non ha nemmeno detto una parola il moretto. Oggi indossa un cardigan, aperto sulla cannottiera. I vestiti delineamo perfettamente il suo corpo. Però, lo fammo sembrare piú vecchio di quello che non è.

"Sono venuto per parlarti." Salto dentro di me, faccio una capriola. Per non emettere nessun suono, mi devo sforzare, contro me stesso. Si, cazzo. Cazzo, si. A saperlo prima mi sarei vestivo meglio. Sono in tuta. Sembra un pigiama però.

"Appunto. Pulisci, tu? Vero?" Jungkook indica le tazzine. Laverò io, sinceramente non mi importa molto delle tazzine. Jungkook le fa sparire nel lavabo. Poi fa sparire se stesso, dopo avermi dato due pacche incoraggianti. Non so se la cosa con Liu sia vera, o solo un pretesto per uscire e lasciami solo con lui. Ma gli sono grato.

"Ricordati di buttare la spazzatura." Urla dall'entrata.

"Non sei tu la spazzatura?" Gli urlo di rimando, scherzando. Il mio corpo si rilassa, ma giusto un pò. Vado a sedermi vicino a Jimin. Sento mormorare un vaffanculo da Jungkook, poi la porta che si apre e si richiude. Jimin non mi guarda.

"Cosa ti ha portato nella tana del lupo?" Aspetto impaziente che si volti, lo fa, con un mezzo sorriso.

"Una tana molto precisa e pulita, per il lupo che conoscevo." Le sue mani sono sul tavolo, ticchettano nervose, toccandosi fra di loro.

"Dici questo perchè non hai visto la camera." Ridacchia. È rigido. Ha paura?

"Ti sto mettendo a disagio?" Nega con la testa.

"No, fa strano, tutto qui." Ruota leggermente il busto verso di me. Lascia una mano sul tavolo, continua a muoverla nervoso. Quanto vorrei prenderla fra le mie e farlo rilassare.

"Allora sei qui per...?"

"Per parlare con te, e sapere cosa intendevi..." Non mi guarda in faccia, ma giú, la tovaglia sul tavolo. Pare rincorrere i finti ghirigori stampati. Capisco che deve essere difficile guardarmi in faccia.

Ten days [Vmin]Where stories live. Discover now