"La resa dei conti"

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"E se non dovesse venire?" Sono a tavola con Junkook. Non ho toccato cibo, giusto una forchettata perchè l'ammasso di muscoli di mio fratello mi ha minacciato di farmi lavare i piatti per un mese. Ho acconsentito senza mezze misure. Fa paura quando si arrabbia.

"Verrà e nel caso sopravviverai." Mi spiattello sul tavolo.

"Non è vero." Parlo con le labbra sul legno. Lui sospira.

"Io invece credo di si." A lui è andata bene. Mica si è messo a fare giochetti strani, come il mio contratto. Hoseok ormai è tutto suo. Cioè non suo. Insomma, sono sulla buona strada. Anche io e Jimin lo siamo, ma ho queste dannate paranoie in testa. Non mi fa bene ascoltarle, ma c'è anche cosí tanta euforia dentro di me, sono in corto circuito.

"Dai. Alza il culo, su. In piedi soldato." Una mega pacca poderosa, pesante come un macigno, fa invertire i miei polmoni con il fegato. Lo guardo maledicendomi. Mi ha smontato con una pacca.

"Ricordati i fiori." Non mi volto, continuo a guardarlo male.

"Volevi uccidermi." Ride. Alzo il pugno come avviso, lui alza gli avambracci per parare il finto colpo. È un enorme bambinone, con troppi chili di muscoli. Io sono sgonfio, rispetto a lui, ma so come fargli male.

"Non volevo dartela cosí forte, dai." Indietreggia, faccio un ultima finta, poi lo lascio perdere. Mi dispiace per il povero Hoseok, molto probabilmente, un giorno di questi lo ritrovo a pezzi.

"Ti accompagno alla macchina?" Nego. Guardandolo in cagnesco.

"Va bene. Ricordati i fiori." Lo so già da me, che devo prendere i fiori. Borbotto uno strano verso in risposta. Non ha un senso compiuto, ma ne sento il bisogno.

"E non farmi il verso. Su, buona uscita." Viene alla porta, mi infila il cappello con forza. Gli mollo un calcio. Non va a segno perchè scappa via. Lo tengo d'occhio. Mi infilo il giaccone, si avvicina e gli mollo un calcio per davvero.

"Ti voglio bene pure io." Ride. Poi allarga le braccia per un abbraccio. Sempre attento a possibili contrattacchi mi avvicino e lo abbraccio.

"Qualsiasi cosa accadrà, tornerai vincitore. Ricordatelo." Prendo aria e la lascio andare. Ha ragione, dovrei mettermelo in testa, per bene. Io ho fatto quello che dovevo. Ho dimostrato chi sono, come sono cambiato e quanta voglia ho di amarlo. Se questo non basta, vuol dire che non doveva andare.

"Ci vediamo domani, se dormi. Buonanotte." Recupero il mazzo di fiori, le chiavi della macchina e il mio coraggio.

Il punto di ritrovo è sul fiume, dove ci siamo incontrati quella sera, con tutti i vecchi amici. Ho già mandato l'orario e l'indirizzo a Jimin. Ha visualizzato, ma non ha risposto. Ho chiesto io che non lo facesse. Non voglio spoiler. Se tutto va bene, me ne ha già dati abbastanza. Non vedo l'ora di vederlo.

[Poco dopo]

Visto che è abbastanza tardi, e non siamo nel fine settimana, riesco a trovare parcheggio in un lampo. E la macchina è apposto. Io sto per avere un infarto adesso. Uno bello forte. Il mio cuore non è d'accordo. Sta impennando come una moto impazzita. Sale di giri. Sbatto la testa nel volante.

"Dai Taehyung è la parte finale. Non puoi mollare adesso." Respiro, provo a calmarmi, ma è impossibile. L'emozioni che provo sono troppo indomabili. Mi costringo a lasciare la macchina e uscire. Fuori fa freddo, niente di nuovo. Ci sono poche auto nel parcheggio e non è poi illuminato cosí bene. Devo sbrigarmi, prima di incrociarlo mentre parcheggia. Recupero il mio fidato mazzo di rose e chiudo la macchina.

"Adesso cammini, passo dopo passo e ti siedi su una panchina." Arrivo lungo la riva. Il fiume scorre, fa un leggero fruscio. I rumori della città lo attutiscono. Quà fa un freddo bestia. Credo che l'umidità dell'acqua non aiuti. Incrocio una panchina, ma non mi va bene. Non qui. Scelgo la prossima. Mi siedo. È fatta di ferro, il mio sedere sente subito il freddo siderale. Inizio a tremare. Non contenendo l'adrenalina. Ma davvero? Tutto questo per un ragazzo che vedo da dieci giorni?

Ten days [Vmin]Where stories live. Discover now