"Il miglior posto."

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Mi sta accarezzando i capelli, delicatamente, io accarezzo i suoi. Ci siamo calmati adesso. Lui si è pulito, io pure. Le mutande sono tornate dov'erano, il resto no. Fra poco se ne andrà e io non voglio. Vorrei passare tutta la serata con lui. Ma il lavoro ci chiamerà. Salgo a dargli un bacio, allunga il collo e facciamo un piccolo schiocco. Molto tenero. Non riesco a smettere di guardarlo. I miei occhi sono come calamite. Finiscono nei suoi con troppa facilità.

"Fra poco devo andare." Poche parole e una tristezza infinita. Lo circondo con le braccia.

"No." Dico come un bambino al quale voglio rubare la palla. Lui chiude gli occhi e si rilassa, contro il bracciolo del divano. Solo ora mi rendo conto che deve essere scomodo stare cosí. Io ho la testa sul suo petto morbido. Dovrò procurarmi dei cuscini.

"Mi piacerebbe anche a me restare quà, ma non posso."

"Lo so, purtroppo." Lo abbraccio ancora piú forte. Il suo profumo poi. Profuma un sacco. Prima, forse ho lasciato andare troppo le parole. È molto sensibile. Gli accarezzo la guancia, delicatamente. Salgo fino al naso, che accarezzo. Un tocco leggero. Lui lo strizza. Lo faccio nuovamente, ripete la smorfia. Con uno scatto, mi addenta il dito.

"Scusa, prima, non volevo prendere in giro i tuoi cioccolatini. Stavo scherzando, non volevo essere cosí offensivo." Chiude di nuovo gli occhi e sorride.

"Tranquillo, ho capito, bel moretto." Ricambia la carezza. I suo petto si alza e un sospiro rumoroso esce dalla sua bocca.

"Devo andare veramente."

"Vieni." Mi tiro a sedere per primo, lui mi segue, si accosta alla mia spalla e la bacia.

"Però, se ci fosse qualcosa che non va, dimmelo pure tu. Abbiamo la bocca per baciare - e mi bacia- e per parlare." Lo sussurra al mio orecchio. Che sensazione. Chiudo gli occhi. Me la gusto tutta, assieme al significato.

"Certo." Da un ultimo abbraccio con bacio e comincia a vestirsi. Io mi metto solo la cannottiera. Dovrò mettermi il pigiama a breve, tanto vale rimanere cosí. Lo aspetto. Recupera la sua busta di cioccolatini, intrufolo una mano dentro, prima.

"Allora non sono tanto male." Glieli rubo, lui aspetta una risposta.

"No. Te l'ho detto, stavo scherzando." Si alza in tutta la sua altezza e mi guarda, indispettito.

"La prossima volta li porti tu, i cioccolatini." Prova ad afferrarmi i gioielli di famiglia, mi scanso appena in tempo e gli mollo una pacca sul collo in risposta.

"Ma come osi." Non riesco a scappare, afferra prima il mio braccio, poi mi carica sulla spalla come un sacco di patate.

"Per una piccola pacca? Eh. Sei grande e grosso e te la prendi coi nani?" A testa in giú, ho libera azione sulle sue chiappe. Le pinzo e le massaggio da sopra i jeans.

"Lasciami stare il culo." Dice giocoso, mentre si avvia verso la porta. Io glielo strizzo ancora piú forte. Fa un staltello.

"Ma hey." Torno coi piedi per terra. Si vendica e viene a strizzare il mio. Non mi fa male, ma lo palpa. Ci gioca.

"Guarda che se fai cosí poi voglio il secondo round." Con le mani a coppa si ferma sulle mie chiappe.

"Sabato puoi dissanguarmi, adesso devo andare a dormire." Alzo un sopracciglio.

"Adesso sono un vampiro?" Infilo i cioccolatini nel mio giaccone. Domani li mangerò a lavoro.

"Io non ho detto nulla." Sfilo il suo giaccone e glielo porgo. Se lo infila e sorride sornione. Gli strizzo le guance.

"Baciami." Mormora. Sono piú che contento di soddisfarlo. Apro le braccia, le butto sulle sue spalle e lo bacio. Ad occhi chiusi. Alzo pure la gamba come nei film. Accentuo la cosa per farlo ridacchiare. Lui mi fa sfilare giú, come una ballerina.

"Et voilà." Torniamo su in un millisecondo. Non me lo aspettavo. Lo guardo sorpreso.

"Devo andare. Buonanotte." Dopo un bel bacio, ci abbracciamo per l'ultima volta. Devo lasciarlo andare. Lo rivedrò domani.

"Buonanotte, scrivimi quando sei a casa."

"Certo." Prima di chiudere la porta mi manda un bacio con la mano. Arrossisco e chiudo la porta a chiave. Spero torni a casa sano e salvo.

Di nuovo solo, nel silenzio, vado a recuperare i miei vestiti dal salotto. Spengo la luce e corro in camera. Ho sulle labbra un sorriso perenne. Piú ci penso, piú si intensifica. Piego i vestiti, butto quelli sporchi e mi butto sul letto di faccia. Ho pure profumato il copriletto, pensando che saremmo finiti quà. Invece è scoppiato tutto sul divano. Inaspettatamente e in maniera molto eccitante. Un gioco che si è accesso, spontaneo. Devo riconoscere che è stato molto bello e liberatorio, sopratutto provare a stare sopra. È sempre stata una mia fantasia irrealizzata per l'imbarazzo. Adesso è successo e mi è piaciuto un sacco. Credo che non lo dimenticherò facilmente. Sorrido come un bambino. Ma cosa faccio. Forse questa è veramente la volta giusta, la certezza aumenta giorno dopo giorno. Non potrà mica andare male anche questa volta. Magari questa è quella giusta. Un piccolo regalo dell'universo. Mi volto verso il soffitto, spero proprio di si.

Ten days [Vmin]Where stories live. Discover now