"Sta nevicando?"

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TAEHYUNG

Giorno 3

Sono in ritardo, di dieci minuti. Non dovrei provare l'ansia che provo, ma mi sento un pò in colpa. Se solo questa città avesse piú parcheggi. Stasera fa pure un freddo bestia. Avevamo pensato ad una passeggiata dopo cena, ma non credo che ne usciremmo intatti. A lunghi passi vado verso il ristorante. Ed eccolo, piccolo, raggiante. Bellissimo. Nel suo giaccone nero che si guarda intorno spaesato.

"Jimin, eccomi, grazie per avermi aspettato." Faccio un mezzo inchino.

"Non ho aspettato tanto." Allarga le braccia come un bambino che vuole essere preso in braccio. Le avvolge intorno al mio collo, proprio come ieri sera, quando era mezzo addormentato. Lo abbraccio volentieri. Si è dato moltissimo profumo, oggi. È profumato come una saponetta.

"Grazie comunque." Scendo a baciarlo, cogliendolo alla sprovvista. Un piccolo bacio a stampo che fa comparire un enorme sorriso sulle sue labbra. Perfettamente bello.

"Andiamo, ho ordinato a mio nome." Alla fine abbiamo optato per un 'all you can eat'. Non vedo l'ora di entrare. Non ho fatto merenda solo per questo motivo, sto morendo di fame. Potrei inglobarbi pure il cameriere.

Arrivati alla reception, dico il mio nome e ci guidano verso il nostro tavolo. In questo ristorante hanno il tablet per prenotare. Lo adoro. Arrivati, vedo che la seduta è uno di fronte all'altro. Odio quando è cosí, mi piace averle accanto le persone. Però è difficile usare l'ipad, se mi metto accanto a lui. Per stasera sopravviverò.

"Sai che dovrebbe nevicare?" In automatico cerco una finestra per guardare fuori, noi abbiamo un muro accanto.

"Stasera o forse stanotte." Aggiunge. Ho le catene nel caso?

"Spero non stasera, non ho idea di come si mettano le catene alla ruota."

"Io le ho messe un paio di volte, al massimo ti salvo io." Si propone lui. Ha messo un maglioncino bianco, molto leggero a collo alto. Sempre molto aderente, mostra i pettorali e la vita sottile. Molto, ma molto bello. Io ho optato per una giacchetta leggera. Visto che il giubbotto è molto pesante.

"Non ho mai capito come fanno a non danneggiare le gomme." Mormoro. Sono catene di ferro, sotto a gomme. Non si rompono? Mah.

"Non ne ho idea, ma sono utili." Se la ride. Io lo guardo. L'ho di fronte, ma è come se fosse lontano. Allungo una mano, cercando la sua. È fredda. Provo a portarmela alla bocca per scaldarla.

"Ieri sera sono proprio svenuto, mi dispiace." Posa la testa su una mano, si avvicina.

"Sono morbido e soporifero." Gli faccio l'occhiolino, lui alza gli occhi al cielo e mi guarda con tono di sfida.

"Lo sei." Ridacchio.

"Senza vestiti, lo sono ancora di piú." Altro occhiolino, lui lascia cadere la testa ridacchiando.

"Vedremo, vedremo." Allontana la mano dalla mia, mi guarda di sottecchi. Accendiamo lo schermo dell'ipad, iniziando ad ordinare. Lui ordina solo sei piatti, per il primo round, io il doppio. Quando vede il numero degli ordini, strabuzza gli occhi.

"Ecco perchè non vado a quello alla carta, sono una fogna." Constato.

"Ho notato. Da bere? Coca?" Annuisco. Per sgrassare.

Le pietanze arrivano, uno dopo l'altra. Ci ritroviamo il tavolo invaso da piatti. Non entrano tutti. Io faccio il mio, divorando i miei.

"Oggi come è andata a lavoro?" Dice, venendo a togliermi qualcosa dalla faccia. Mi solletica nel farlo.

"Stancante...tanto stancante. Ultimamente abbiamo un macchinario che va una volta si, una no. Presto arriverà quello nuovo. Ma sarà un problema installarlo. Tu?" Come ci penso mi viene angoscia. Dobbiamo mantenere attiva la produzione con un macchinario che non ne può piú di marciare. Quello nuovo arriverà fra un mese, ma ho paura che saranni molti di piú.

Ten days [Vmin]Where stories live. Discover now